giovedì 6 settembre 2012

Camminare...zitti zitti

Estate di caldo ingombrante. Arginato alla meglio e peggio con bagni al mare o nei torrenti (quando è stato possibile), ma soprattutto da camminate "in solitaria" al tramonto. Che è momento di bellezza.
Dovunque mi sono trovato, quando ho potuto, ho preso e sono andato.
Continuo a farlo. Prendo e parto. Spesso sul tardi, ma anche la mattina presto nasconde momenti di grande suggestione.
Cammino e penso; rimugino percorrendo metri.
Senza cuffie nelle orecchie, che ritengo "inopportune", ma semmai col rumore della brezza o del vento quando c'è. O semplicemente i suoni del mondo che mi circondano. Anche il fischio del treno, quando costeggio la ferrovia o il rumore dell'acqua se sono lungo il Serchio.
Cammino un'ora, più o meno. Non sono malato di sport, anzi detesto chi fa dello sport dopo cinquantanni una regola benedettina.
Mi piace invece questa forma di movimento dolce, che permette di pensare e soprattutto guardare intorno.E che fa bene.
Cambio percorso e spesso torno sui miei passi; non ho un giro fisso.
Lungo Serchio appunto, verso San Rossore passando dalla porta al Marmo, a Molina con i monti pisani a fare da guardia.
Mal sopporto i percorsi attrezzati. Non li prendo in considerazione.
Camminare così, senza pretese e con un filo lieve di sudore che ti bagna appena la maglietta è il mio eccezionale  momento di bellissima solitudine.
La solitudine cercata  e trovata è un elemento sano della vita. Il silenzio che è difficile a farsi, come la semplicità, aiuta a smaltire "il troppio che stroppia", come si dice in campagna, e ti riconsegna depurato "alla battaglia".
Di tanto in tanto incontro gente che va, e ci salutiamo. Spesso vengo sorpassato da qualcuno più veloce, che magari sta correndo, ma subito vedo una mano alzata.
Incontrarsi in cammino, induce  più di ogni altra cosa al saluto. Produce solidarietà e accoglienza immediata, tanto si corra veloci, quanto si passeggi lenti.
Alzare la mano in silenzio, facendo un piccolo saluto, è segno di condivisione.
Farò una vacanza a piedi, leggera, prima o poi, e in solidudine. E' da tempo che ci penso.
Che bello fare senza sforzo quello che ti fa stare bene subito.
E dopo cena  con Giov a leggere insieme sul divano, stanco e sereno.
E fuori il mondo, che ci piace sempre meno e che saluta poco ormai, se lo incontri.
Ecco perchè continuerò a camminare, consapevole di tornare su quel divano, alle letture, al mio amore.
Del resto nasco e resto  un provinciale. E come facevo da studente, la sera "riprendo il treno" in città e torno al mio paese, dove tutti ti salutano.
gs