sabato 20 luglio 2013

Una settimana alla volta. Lettera a Fabrizio Fabbri.

 


Caro F.

quest'anno la nostra  festa di compleanno è passata in secondo piano.
Un giugno carico di bagordi ha oscurato il 3 luglio.
E poi io non c'ero.E' stato bene così. Convieni?
Troppe festa a giugno e tutte riuscite, come direbbe il crepuscolare Jep Gambardella di Sorrentino, che a te farebbe impazzire.
Tu non c'eri, come succede da qualche anno ormai.
Il 3 Luglio ero a Creta, mentre scrivo sono a Santorini, poi andrò a Rodi. Insieme a Giov.
"Ma quanto giri?"- mi pare di sentirti.-"Ne sentivo il bisogno mio caro."
Comunque una magia questo mare,credimi.
Solo con Beppe il 3 luglio abbiamo accennato a te via sms. Ma con leggerezza, che con Beppe si può fare, come sai.
Ti dicevo di giugno. Abbiamo "esagerato"; sembrava essere tornati "ragazzi", quando, seppur senza una lira, si trovava il verso di festeggiare di tutto.
E quanto ci sei mancato vecchio mio. Anche se nessuno ti ha mai nominato. Sembrava ci fossimo messi tutti d'accordo.
Ho festeggiato i miei trentanni con Giov.
Ricordi? Quanti momenti,  io te e lei a casa tua (a volte Vichi, sempre Alice piccola).
Trentanni con Giov festeggiati con 100 amici.
Tutti fotografati e infilati in una mostra artigianale allestita la sera della festa.
Ti faccio una confidenza; fra quelle foto c'era anche la tua. E' una bella foto al mare scattata da me; era il 1984...
L'ho tolta all'ultimo momento.
Giovanna mi ha detto-"Fabrizio no!! Gabri per favore." Ed io ho eseguito, perchè quando Giov dice... sbaglia poco.

E poi il primo giorno dell'estate abbiamo fatto lo spettacolo tratto dai racconti del mio librino. Sulla piazzetta di Molina. Ti sarebbe piaciuto Fabri ne sono certo. C'erano tutti. Una commozione credimi. Tu sicuramente avresti suonato la chitarra.
Ti scrivo dalle Isole greche, ti dicevo. Leggo Paul Auster (Diario d'inverno, Einaudi) e Bruce Chatwin (In Patagonia, Adelphi). Specifico le case editrici perchè so che, se non lo facessi, tu da vecchio libraio del CID, me lo faresti notare.
Lo sai che l'altro giorno su una spiaggia a Creta, un professore americano, mi ha avvicinato e si è complimentato per la lettura che facevo. E' stato buffissimo. Lui con l'inglese yankee ed io con quello della British. Ma ci siamo capiti. Quel professore potevi essere tu in qualche parte del mondo, che vede leggere un ragazzotto Oliver Twist e gli dice -"Bravo!"
Del resto è vero che io molinese provinciale e tu di San Sepolcro, abbiamo finito per amare e sostenere, insieme ad altri meravigliosi amici, una associazione che aveva come slogan "Cittadini del mondo".
E fare letture sul mondo, come tu mi hai parecchio insegnato.
-"Gabri leggi i romanzi dell'ottocento, credimi." Quante volte me l'hai detto. 
Ed io a saccheggiare la tua libreria...

Da Pisa mi giungono poche notizie.
Simo, brava, che entra in comune a far politica, col suo carattere tumultuoso e l'intelligenza raffinata di pochi. Cipillo e Antonella che viaggiano per l'Indonesia. Beppe e Marella che andranno in Puglia.
E il Nunes, che ci lascia e scrivendo a te mi viene in mente sua figlia Francesca e gli scontri fatti al tempo del bici-tour o del Marocco. Quando non gli davamo notizie...
Che tempi. in giro per il mondo coi ragazzi, senza cellulari, fax e tutto quello senza il quale, oggi qualcuno potrebbe morire. E noi invece, una telefonata ogni tre giorni (che salva la vita, diceva la reclame), alle otto la sera. E vai... "Così si educano i genitori apprensivi," dicevi ridendo sotto i baffi.

Scrivo da Santorini e sogno Atlantide. Ti penso amico mio mentre guardo il vulcano dall'alto e il mediterraneo azzurrissimo.
Chiudo gli occhi e ti vedo in quella foto sottratta alla mostra; bagnato e con una macchina fotografica in mano. Facevamo i tuffi alla Buca delle fate a Baratti, con Beppe. "Gnudi come bai".
Stasera berrò vino bianco con Giov e ripenserò al nostro compleanno. Non l'avevo ancora fatto, ma sapevo che sarebbe venuto il momento. Eccolo.
Questa è la serata giusta. 
Auguri Comandante!!!
Il mio cuore è con te!
g