sabato 12 luglio 2014

Una settimana alla volta

Quattro Venti


C’è un luogo speciale: Quattro Venti.
Chiunque percorrendo la via Panoramica che da Molina di Quosa si addentra nel monte pisano, passando in silenzio per i luoghi dell’eccidio della Romagna,  si accorge già dai primi chilometri che sta andando incontro alla bellezza.
Lassù in cima, dalla metà dell’800, il ristoro “dal Guidotti”, con la pergola e il mondo che pare essersi fermato.
Lì sono sempre andato. Con mio padre a fare scampagnate quando ancora non c’era la strada per le auto; con gli amori giovanili o con i compagni di scuola del tempo. Lì ho fatto il pranzo del matrimonio con Giovanna e passeggiato con mia figlia.
Ci ho portato amici venuti da lontano e ci sono  stato mille e mille volte con quelli del cuore.
Ci sono andato e ci vado quando sento il bisogno di stare solo senza smarrirmi o quando ho dovuto e devo prendere decisioni importanti.
Ogni tanto arrivo lassù, passeggio o semplicemente mi siedo da qualche parte, rimugino un po’ e torno a casa.
Bellissimo è il momento  alla fine dell’autunno, quando il colore delle selve di castagni è struggente e l’aria comincia a pungere annunciando l’Inverno. Ma anche i freschi nel pieno dell'estate sono un momento di rara beatitudine.
Voglio bene a Quattro Venti e mi piaceva parlare con Francone il capoccia del ristorante, che da un po’ ci ha lasciato.
Lui  mi raccontava storie di Resistenza e di fascisti impauriti.
E di studenti dell’università, mandati lassù a rifocillarsi prima della battaglia di Curtatone e Montanara, che battezzarono quel luogo, crocevia fra Pisa e Lucca, Quattro Venti appunto.
E poi i clienti oggi illustri e famosi e un tempo giovani studenti della Normale a Pisa
e le storie della gente semplice che frequentano l'osteria da sempre .
Quattro Venti è un pezzo indelebile del Monte Pisano.
Come il cuore, in alto a sinistra, batte il tempo sereno e rassicura.

All'oste Francone Guidotti è dedicata questa filastrocca.
 
Francone porta il pane
sotto il braccio sudato
ci versa il vino rosso
 e taglia l’affettato;
Ritorna con la zuppa
di cavolo e cipolla
e la salsiccia nera
bruciata sulla griglia.
Ride mentre racconta
storia d’antifascismo
impreca si tormenta
s’arruffa con cipiglio.
Ed io sto ad ascoltarlo
seguendo i suoi commenti,
mi sento come a casa
qui siamo a Quattro venti.