mercoledì 12 giugno 2013

Cantico del Provinciale



Sul monte pisano
a vedere i fuochi, da lontano
tenendosi per mano...
salendo piano.

Fino al palchetto "affacciato" 
sul mondo... teatro improvvisato
accompagnati da brezza d'estate
e cicale sfrenate.

Essere felici
lì con gli amici
E le carezze
senza certezze.

Tenendosi vicino... 
nel buio, col batticuore...
e un bicchier di vino
e l'amore

E poi il rumore e l'avviso
che annuncia la pariglia
e la meraviglia in lontananza
e l'inizio della danza
dei colori 
in cielo, che non ci lascian soli.

Guardando Pisa dal monte pisano
il Provinciale, umano
immagina la calca dei lungarni
tutti gli anni
le spinte ed i sudori 
i malumori, i cuori in affanno e i venditori
i buffi palloncini,
ai bambini sfuggiti,


e i vigili impazziti,
redarguiti 
da un assessore inquieto
e  mai cheto.

E il Provinciale pensa
ad una folla con gli occhi all'insù,
laggiù 
lontano dove non si vede quasi niente
solo rumore e vociar di gente.
 

I vecchi di paese, un tempo, ci insegnarono che i fuochi di San Ranieri, la notte del 16 giugno, andavano visti dall'alto dei nostri monti.Perchè solo così, si potevano godere nella loro essenza.
Anche i miei genitori mi portavano da piccolo "sulle piane" a vedere lo spettacolo pirotecnico e la luminaria.
E anche quando ormai da studenti, frequentavamo la città assiduamente, quella notte, il 16 giugno, tornavamo spesso  lassù a godere quelle immagini colorate, che da bambino mi incantavano.
Anche Giovanna ci portai il primi anno che l'ho conosciuta. Trent'anni fa ormai.
Con lei, ci sono tornato anche quest'anno... nel silenzio magico.

Poi i vecchi, aggiungevano anche con orgoglio provinciale, che vedere i fuochi dall'alto, ci permetteva di godere dello spettacolo, senza il bisogno di strusciarsi "ai cittadini" sui lungarni; che come è noto non sono mai piaciuti ai campagnoli di una volta.....

Ma questa è un'altra storia.
gs