mercoledì 23 aprile 2014

Una settimana alla volta








Sono passati ormai più di vent'anni da quel  marzo del 1994, quando Berlusconi entrò sulla scena politica in maniera dirompente e definitiva, vincendo le elezioni.
Allora, dopo aver fatto per tre anni l’assessore alla cultura, ricoprivo il ruolo di capogruppo del Pci-Pds in consiglio comunale a San Giuliano ed ero il responsabile del coordinamento dei Progressisti ( chi non ricorda “la  gioiosa macchina da guerra” di Occhetto).
Ad aprile di quell’anno, erano passate poche settimane dalla vittoria di Berlusconi, stavamo lavorando alla 
manifestazione nazionale del 25 aprile che si sarebbe tenuta a Milano. La Sinistra italiana, rispondendo all'appello  del quotidiano il Manifesto, sentì il bisogno di battere un colpo, in risposta alla vittoria di Forza Italia che insieme ai  fascisti di Fini e alla Lega Nord governava l’Italia.
Un atto di Resistenza appunto, di fronte a una sconfitta che nessuno  aveva messo in conto.
Una delle iniziative a San Giuliano, che prepararono quella giornata, fu fatta con due uomini speciali: Uliano Martini e Giuliano Campioni. Il titolo era “Dall'antifascismo all'antirazzismo”.
Uliano era stato partigiano della Brigata Nevilio Casarosa sui monti di Asciano, era Presidente dell'Anpi provinciale e non aveva bisogno di presentazioni. A San Giuliano ancora oggi è un mito ed a lui è intestata la biblioteca. Giuliano era stato il fondatore di Africa Insieme, certamente colui che insieme a Isa Ciani sua moglie, ha contribuito all'epoca, più di ogni altro, a lavorare per l'integrazione degli immigrati nella città di Pisa.
All'inziativa partecipava anche Mauro Paissan dei Verdi, eletto nel collegio di Pisa-San Giuliano con una percentuale altissima,  che ci inorgogliva e che faceva delle nostre terre “un feudo rosso”.
Avevamo pensato al dibattito e con quei protagonisti, perché sentivamo l’esigenza di riflettere sulla sconfitta elettorale, cercando di capire come i valori della Resistenza a noi cari, potessero  essere declinati e diventare strumenti attivi per una cultura da contrapporre al berlusconismo nascente, al razzismo della Lega e al neo fascismo in doppio petto di Fini. Volevamo  attaccare subito Berlusconi, il berlusconismo e la destra "resuscitata", evidenziando come il Noi e la comunità, la giustizia sociale e  la solidarietà, fossero fondamentali per la tenuta della democrazia. Come i valori della Resistenza fossere attuali e irrinunciabili.
L'iniziativa riuscì bene e consolidò nelle nostre terre, un lavoro che gettò ponti fra la politica tradizionale delle “sezioni” dei partiti della sinistra, le associazioni presenti sul territorio e le scuole. Un anno dopo fui eletto sindaco su quelle parole d'ordine e per tutti gli anni del mio lavoro a San Giuliano, quei temi sono stati l’architrave culturale delle nostre azioni politiche.
San Giuliano patria delle culture, dell'integrazione, dell'accoglienza, della pace, della giustizia sociale, della laicità delle istituzioni, dei diritti e del sostegno ai meno abbienti.
Questa è da sempre  l'anima delle nostre terre. Ed è in questi tempi bui che quest'anima deve tornare protagonista. Governare da sinistra con gli ultimi nel cuore.
Venerdì sarà il 25 aprile e purtroppo la situazione è peggiore di vent'anni fa quando credevamo di essere nell’anno orribile. Il berlusconismo è ormai cultura conclamata (e non una macchietta passeggera, come qualcuno l’aveva battezzata, sottovalutandolo). I poveri sono più poveri e l'Europa dell'euro, tanto agognata alla fine del secolo scorso, non è l'Europa della solidarietà e dei popoli che avevamo sognato.
L’individualismo ormai è elemento che ha contaminato parte della sinistra e gli ideali e le passioni hanno lasciato spazio ai bisogni immediati e agli egoismi (“mai nel mio giardino”, è ormai  la parola d’ordine che più va di moda). La politica, per molti pare non serva più.  Anzi, dirsi apolitici  urlando, oggi è un distintivo. Un lasciapassare per credersi migliori. Trovarsi intorno a bisogni imminenti , "il comitatismo" è la forma d'aggregazione che va più di moda.  La solidarietà spesso è un ingombro. La comunità non c'è più.
Così non può andare. Bisogna ostinarsi a credere che così non potrà durare.E agire, controvento.
La politica, deve tornare al centro della contesa.I partiti devono essere luogo di eleborazione di idealità. Non comitati elettorali.Bisogna tornare ad essere di parte sui grandi ideali. 
 Essere partigiani significa decidere con chi si sta e chi si vuol difendere.
Stare dalla parte dei più deboli, elanborando un progetto di cambiamento anche locale, deve diventare l'imperativo per cui si fa politica a sinistra. Uscire dalll'idea del vincere a tutti i costi, smettendo di imbarcare chi porta voti senza ideali.
Rileggere  Gramsci e la riflessione sugli indifferenti a pochi giorni dal 25 Aprile può essere d’aiuto a chi nutre dubbi. A chi dice che “tanto sono tutti uguali”.
A San Giuliano piovono liste.Ciascuna afferma ragioni che hanno una verità. Destra e Sinistra spesso sono categorie che passano in secondo piano. I grandi ideali arrancano anche nel Lungomonte.
A pochi giorni dal 25 aprile, la frase di Uliano Martini, pronunciata nella sala del consiglio comunale, pochi mesi prima di morire, ci richiama ancora una volta alla responsabilità, al futuro.
I valori della Resistenza come beni comuni, per l'affermazione della giustizia sociale.
Serviranno ai nostri figli per essere migliori.

Buona festa partigiana

 “C’è da ricostruire questa nostra Italia, da ricostruire la sua identità, il suo volto che discendono solo dai valori permanenti della Resistenza e della Costituzione, unica base per un suo vero, profondo, irresistibile rinnovamento umano, politico e morale”.
Uliano Martini