martedì 27 maggio 2014

Di Sabato, prima del voto...

Sabato mattina, vigilia delle elezioni. Giro per il comune. Un mio amico, che non vedo da qualche settimana,  mi saluta con affetto e mi dice che ho fatto bene a fare un passo indietro . Che sono stato coerente. Gli rispondo, che credo di aver fatto la cosa giusta e che non mi è costata nessuna fatica, perchè è una decisione che ho maturato da tempo . Una scelta ben salda dentro me. Che sono sereno.
D'un tratto mi chiede a bruciapelo quale sarà il mio futuro ... Azzardo un piccolo ragionamento su quello che sarà il mio prossimo lavoro dalla metà di giugno, ma a lui non interessa. Insiste e chiede che cosa farò con la politica. Sostiene ridendo, che non mi ci vede senza la "battaglia".
Vorrei dirgli che non mi garba più , che le mie categorie per interpretare il mondo "sono ormai vecchie" e che non ho voglia di modificarle e bla bla bla..... Che mi occuperò di sostegno alle cooperative antimafia.......
E invece mi viene in mente di rispondere con le parole di Natta, capo del Pci, fra Berlinguer e Occhetto, che congedandosi da segretario, alla domanda di un cronista -Che cosa farà adesso?- aveva risposto-"L'abate".Poi aveva aggiunto, che quella risposta l'aveva carpita e condivisa interiormente dopo una visita all'abbazia di Assisi.
Alla fine di un colloquio con il priore, l'allora segretario comunista, appreso che questi era in scadenza, aveva fatto la stesssa domanda al "gran capo francescano"- E dopo cosa farà?-e il Priore aveva risposto sereno-"Noi francescani dopo aver fatto i Priori, torniamo ad essere semplici abati".
E a me, questa è una risposta che intriga molto.
Cosa farò caro amico mio? -L'abate!