domenica 26 febbraio 2012

Anteprima della Settimana. Inserto


I Racconti del Marchetti
"Storie di Piaggio, amore e libertà"
Il vino non si porta dentro

Vitalino Battaglia, carrellista abitante di Fornacette, natio di Vinca in provincia di Massa, ogni volta che lo incontravi per i viali interni della Piaggio ti salutava sempre col pugno chiuso e “COMPAGNO”; poteva passare anche il direttore del personale, Vitalino alzava il pugno, e tra le linee quando portava i pezzi, spesso si fermava a far due chicchere sul PCI e la politica nazionale. Vitalino aveva un bel cane lupo e qualche volta lo portava anche ai picchetti durante gli scioperi. “Non portarlo, lascialo a casa”- gli dicevamo sempre. Poi c’era Capello di Pontedera, lui lavorava al montaggio motori. Chiamato “Capello” perché portava un parrucchino biondo. Fuori dall’orario di lavoro della Piaggio, andava ad aiutare al distributore che si trovava subito all’imbocco di Pontedera.  E poi c’era il Nini di Buti, anche lui lavorava al montaggio dei motori.
Erano tre amici con caratteri diversi, persone semplici. In comune avevano una cosa, erano tutti e tre grandi amici del Vino, per il vino avevano una amicizia viscerale, difficilmente riuscivano a staccarsi  da lui quando erano insieme.
Una sera come tante, al turno di mensa mangiano in compagnia del vino, ma nonostante che ne avessero bevuto abbastanza, non riuscirono a finire il secondo bottiglione, e cosi finita l’ora della mensa tutti e tre rientrano ai loro reparti. Vitalino in mezzo, tiene il bottiglione in mano e lo dondola, da una parte Capello e dall’altra il Nini. Appena arrivano all’imparziale che dà all’ingresso delle officine, li ferma la guardia,- “ Fermatevi dove andate, il vino non si può portare dentro”-  “ma come!!- dice Vitalino- “si porta nell’armadietto interno, ci serve per la colazione di domani” –“ no, non si può e poi vi ci vuole più di mezzo bottiglione?” gli dice la guardia.
Tutti e tre girano le spalle alla guardia e tornano dentro agli spogliatoi esterni. Dopo cinque, sette minuti rientrano di nuovo in officina senza il bottiglione in mano. La guardia li guarda ridacchiando; allora Vitalino Battaglia si gira verso di lui e gli dice -“ Hai visto che il Vino dentro ci si porta” - e mentre lo diceva, tutti e tre indicavano la pancia. Se lo erano scolato tutto.




Il sogno di Anna



Vorrei che ognuno di noi avesse un suo luogo segreto dove provare
a cercare e a incontrare se stesso, andando oltre la soglia del tempo e
dello spazio a sua disposizione, perchè, forse, in questo modo,
potrebbe rendersi conto dell'arco temporale in cui vive, e convive. Se
invece ognuno scegliesse di non oltrepassare quella soglia, ma di
abitarla, dovrebbe, comunque, avere la percezione che la vita non gli
appartiene in via esclusiva, perchè fa parte di una esperienza
collettiva. Forse, questa consapevolezza aiuterebbe a non rottamare il
passato e le proprie radici, a non vivere in un presente eterno, ma a
sentirsi parte integrata ed integrante della vicenda umana.
Anna
Aldo Paci dai monti di Buti
 mi manda molte cose, belle, che scrive.


Allora te lo dico in corso....quandu troppu, quandu micca

eccone una buffa...

AL " SUGO "
Il mi Nonno
C'aveva le Mucche
E le Mucche
E le teneva nella stalla

E nella stalla, il mi Nonno,
 Ci teneva la paglia.
E sulla paglia, le Mucche,
Ci cacavano sopra!
 Allora, ogni tanto,
Nonno puliva la stalla.
E la paglia con la cacca,
L'ammucchiava fòri.
E ci faceva " il Sugo "!
E nella terra,
Intorno al Sugo,
Ci crescevano i Beci.
 Io li facevo , i Beci,
Per andà a pescà,
Sur'Arno, l'anguille.
 E il mi Nonno
Mi diceva:
Stai attento,
Bada a un ci cascà nel Sugo!!

a nonno angiolino, detto Gaburre.
10 febbraio 2012



Dai Calabresi Pietro e Sandro

Arriva la foto del murales di Gioiosa Jonica

E la mia amica Greta dell'Arsenale ci segnala un film

J. EDGAR
di Clint Eastwood
Nonostante le critiche, non sempre favorevoli, J. Edgar è un grande film per almeno tre motivi.
Hoover è stato il “leader maximo” della fabbrica del fango e scoprire come nascono i dossier su politici, personaggi pubblici e semplici cittadini aiuta a capire anche il presente.
Per l’uomo che ha visto in carica otto presidenti americani, vale la massima di un longevo politico italiano: “Il potere logora chi non lo ha”. Ed è intrigante andare dal passato al presente e vedere un uomo sempre saldamente al comando.
Eastwood continua anche in questo film la sua personale lettura del volto più oscuro dell’America e lo fa con una regia rigorosa e impeccabile. L'ex pistolero dagli occhi di ghiaccio è ormai l'autore più classico del cinema americano.