giovedì 16 febbraio 2012

Una riflessione dopo la neve

Le nevicate di questi ultimi giorni ci obbligano a una riflessione seria che non può essere rinviata.
Ormai sono anni che nevica intensamente e non si può più parlare di fenomeni eccezionali.
E' quindi necessario attrezzarsi per rispondere colpo su colpo. E per attrezzarsi servono risorse e cervelli sul territorio, in grado di organizzare la prevenzione.
In Provincia, aver presentato quest'anno, in accordo con la Regione, il piano antineve alla fine di luglio (fra le legittime battute dei colleghi della giunta, tutti già col costume sotto i vestiti) ha permesso di affinare l'intervento, con i tempi giusti e attraverso una seria programmazione. In una parola, ha consentito di non agire in somma urgenza, come si era sempre fatto per gli eventi degli anni passati.
Certo bisognerà migliorarsi, ma è vero che abbiamo imboccato la strada giusta e che lasceremo a chi se ne occuperà dopo (!!!), un lavoro organizzato.
Di fronte a fenomeni atmosferici potenti come le nevicate dei giorni passati è assolutamente necessario potenziare il controllo del territorio.
Faccio un esempio che rigurda l'assessorato alla viabilità della Provincia di cui mi occupo: abbiamo cercato di accorciare le distanze da far percorrere agli spalaneve, quando questi avessero dovuto entrare in azione. Dove ci siamo riusciti, ne abbiamo visto subito i risultati. Dove abbiamo avuto difficoltà a farlo, ne abbiamo misurato la differenza; anche se tutto sommato eravamo attrezzati su tutto il territorio.
Raccontata così questa azione di lavoro, può sembrare una banalità eppure organizzarla comporta risorse finanziarie, uomini e mezzi decentrati e programmazione a monte.
Quest'anno e lo dico senza nessuna enfasi (sono troppi anni che faccio queste cose per non saper misurare gli entusiasmi) abbiamo avuto complimenti da molti Sindaci. Forse è troppo, come troppo severe furono le critiche per la nevicata del 17 dicembre del 2010. Troppe furono le differenze in questione. Allora nevicò alle 10 del mattino dopo un allerta meteo molto blanda e tutti pretesero di rientrare a casa non attrezzati, creando molti impedimenti a chi doveva lavorare a sgombrare le strade; quest'anno ha nevicato di notte, dopo un allerta meteo chiarissima e una serie di ordinanze emesse, come quella delle catene che aveva sollevato non poche polemiche. E di notte si è potuto lavorare a strade sgombre dal traffico. Non dimentichiamo, che al netto delle responsabilità, la Superstrada andò in tilt, perchè un camion senza catene s'era "intraversato". Quest'anno c'era l'ordinanza che vietava la circolazione ai camion.
Due situazioni diversissime quindi, ma comunque questa volta il lavoro di prevenzione e  il controllo del territorio hanno funzionato meglio. E il ringraziamento va a tutti i lavoratori della Provincia e delle ditte specializzate, che hanno lavorato con grande dedizione ed efficacia. Perchè "il pubblico" se messo in condizione di funzionare non ha eguali.
Ma allora se tutti, dalle TV ai giornali ai politici, dopo la neve, hanno insistito sulla parola Prevenzione, è importante sottolineare come non sia possibile essere all'altezza della sfida se accanto a questa parola serissima, non si mettono le risorse adeguate e le teste.
Ho iniziato a fare l'assessore alla viabilità nel 2004. Allora le sei zone, cui era divisa la Provincia, godevano di quasi un milione di euro ciascuna destinati per le opere manutentive.
Oggi si arriva nemmeno alla metà.
Quest'anno, aumentando le tasse, che è sempre un problema, siamo riusciti ad assicurare un po' di risorse in più; almeno a invertire la tendenza degli ultimi anni.
Tutto naturalmente con le forze della Provincia, perchè e mi pare inutile ribadirlo i tagli delle finanziarie degli ultimi anni hanno schiantato certi settori.
Allo stesso modo sono stati trattati i trasporti pubblici, che presto faranno sentire i loro problemo sulle fasce più deboli.
Senza risorse, è veramente difficile rispondere alle necessità reali.
Accanto a questo, le privatizzazioni di alcuni enti hanno fatto il danno finale.
L'Enel sotto i colpi delle nevicate è andata nel delirio.
Non per incapacità singola di qualcuno,  ma perchè non esiste più il decentramento sul territorio. Quelli che arrivavano col camioncino e la scale sul portabagagli. Ricordate? Non ci sono più e quando si entra in una spirale di difficoltà come quella accaduta per esempio in Valdicecina o in altre zone della provincia, durante la neve, la frittata è fatta. Ore e ore senza corrente elettrica e dall'altra parte del telefono una voce metallica che risponde al numero verde chiamato per segnalare il guasto. Lo stesso vale per le ferrovie. Ho sentito in tv l' intervista ad un responsabile della manutenzione che incalzato sul perchè di certi disservizi, diceva candidamente e un po' quasi vergognandosi che le risorse e gli uomini erano sempre meno e che era difficile rispondere con celerità a situazioni difficili come quelle delle nevicate così rilevanti. E allora mi chiedo a cosa serve l' alta velocità, costosa e lussuosissima, se i treni normali, quelli dei pendolari, studenti e lavoratori, sono rimasti a trent'anni fa. E se una gelata notturna blocca gli scambi dei binari, fermando per ore i treni nell''isolamento più totale. La competitività dei treni tanto sbandierata non può essere fatta solo sulle spalle dei lavoratori, intendendo come variabile solo il costo del lavoro. Ma queste non sono cose difficili da capire.
E allora da questa crisi ( "sotto la neve, pane" dicevano i vecchi) è possibile uscire, a mio avviso, solo rilanciando il lavoro stabile a sostegno della messa in sicurezza del territorio.
Massicci investimenti pubblici: nel dissesto idogeologico o nella rete stradale e infrastrutturale, nella messa in sicurezza del patrimono scolastico. Sai quanti posti di lavoro e quanto bene al futuro.
Se è vero che il costo dell'acquisto degli F35, i caccia da guerra, corrisponde alla cifra che servirebbe per costruire 185 asili nido, forse è bene interrogarci, quale mondo vogliamo per i nostri figli.