sabato 25 maggio 2013

Per andare a Genova




fotogiesse

Con Don Armando Zappolini e Fabrizio Tognoni, responsabile pisano di Libera , sono andato a Genova al funerale di don Andrea Gallo.
Una grande commozione collettiva.

  Puntualissimi, Don Armando Zappolini e Fabrizio Tognoni, mi vengono a prendere per andare ai funerali di don Gallo. E'con loro un ragazzino della parrocchia.
Il Doblò del Parroco corre veloce in autostrada. Facciamo in tempo a scambiarci quattro impressioni e siamo a Genova.
Con don Armando e Fabrizio sono ormai anni che condivido percorsi comuni, ed ogni volta che partiamo basta poco per entrare in sintonia.
Questa volta andiamo a rendere omaggio a una persona speciale.Sempre dalla parte degli ultimi.
Armando entra subito in chiesa. Concelebrerà la messa con molti altri preti. Noi ci dirigiamo verso il corteo che sta arrivando. Centinaia di persone sotto la pioggia accompagnano il loro Comandante nell'ultimo viaggio. In cima al corteo saluto Don Luigi Ciotti, che mi abbraccia con calore. Con lui riconosco un francescano di Torino, don Santoro e Don Vitaliano Della Sala. Tutti "pretacci" di trincea; per qualcuno solo comunisti con la toga. Insieme a loro altri "parroci colorati".
Poi la bara  e i parenti.
 Dietro al feretro, il mondo. In prima fila , il servizio d'ordine, formata dai camalli del porto di Genova e poi tantissimi giovani della comunità di San Benedetto al porto, quella di don Andrea. E in mezzo bandiere No Tav, della Fiom e dell'Anpi.E poi cartelli per l'acqua pubblica e la scuola per tutti.
Non ci sono bandiere dei partiti. Qualcuno mi dice che i ragazzi della comunità hanno chiesto che stessero a casa.
Un signore sulla soglia di un negozio dice che se non avesse piovuto, ci sarebbe stata tutta Genova.
In molti piangono. Altri alzano il pugno chiuso al cielo. Si canta per tutto il percorso Bella ciao e Fischia il vento.
Ad un certo punto smette di piovere e la bara viene presa in spalla.
Entro in chiesa, affollatissima, con don Ciotti.
L'omelia è affidata al cardinale Bagnasco, che è di Genova ma è anche a capo della Cei.
Il tentativo del Cardinale di mitigare il rapporto difficile che c'era stato, fra l'allora cardinale Siri e don Gallo, finisce per non essere apprezzato. Un brusio iniziale sfocia in un'improvvisata e inaspettata Bella Ciao.
Quando ritorna la calma è chiaro come il sole, che sotto il tetto di quella chiesa ci sono due visioni diverse della cristianità.
Tutto è ancor più esplicito quando prende la parola don Luigi Ciotti, applaudito per alcuni minuti senza che neanche aprisse bocca.
Parla di don Gallo e lo ringrazia per "le porte che hai aperto e che hai lasciato aperte".
Dice "no ai cristiani da salotto" e lo ringrazia ancora per "aver dato nome agli ultimi".
Parla della miseria non come di un elemento divino. ma come figlia di ingiustizie e precise scelte politiche ed economiche.
Parla di Don Gallo "innamorato dei poveri"; di uno che "saldava Vangelo e Costituzione; Cielo e Terra"
La commozione "si taglia col coltello".
La chiesa piena di giovani è avvolta in un grande applauso ininterrotto.
Alla fine, fuori parleranno ll sindaco di Genova, Marco Doria e Moni Ovadia .
Sulla facciata della chiesa un grande striscione con su scritto "Ciao bella ciao!"
Davanti, un'altro che è una promessa....
"Hasta siempre Comandante Gallo, proseguiamo in direzione ostinata e contraria.
g
foto giesse




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