mercoledì 21 dicembre 2011

Eccidio della Romagna

Da Pisanotizie. Francesca Parra

Eccidio de "La Romagna", gli avvocati di parte civile: "Lanciamo un appello a tutti i testimoni di allora"

Il prossimo 8 febbraio l'udienza preliminare del processo istituito per individuare i responsabili della strage. Anpi, Regione, Province di Pisa, Lucca e i comuni di San Giuliano Terme, Vecchiano (Pisa) e Massarosa (Lucca), insieme ad alcuni familiari delle vittime sono parte civile. Per ora l'unico imputato è l'ex maresciallo delle SS Josef Exner, identificato grazie alle testimonianze raccolte subito dopo la liberazione, corroborate dalle ricerche effettuate nel corso del "Progetto Memoria". Gli avvocati alla ricerca di ulteriori testimonianze
A un mese e mezzo dall'8 febbraio 2012, data fissata per l'udienza preliminare del procedimento giudiziario per l'eccidio de La Romagna, e che vedrà l'ANPI costituirsi parte civile, gli avvocati di parte civile, rappresentanti di enti e parenti delle vittime coinvolte nella strage nazifascista dell'agosto del 1944, lanciano un appello.
Un appello rivolto a tutti coloro che hanno memoria di quanto avvenuto in quei giorni che si conclusero tragicamente con la fucilazione di 68 persone.
"Persone che hanno memoria di quei fatti - ha spiegato l'avocato Andrea Callaioli, rappresentante legale dei familiari delle vittime insieme all'avvocato Luigi Bimbi - potrebbero non essere a conoscenza dell'esistenza di un procedimento giudiziario sull'eccidio de La Romagna. Le loro testimonianze potrebbero fornirci notizie preziose per individuare i responsabili della strage".
Il processo nasce infatti per individuare i soggetti responsabili delle trucidazioni avvenute tra il 10 e l'11 agosto quando gli uomini detenuti presso Nozzano, insieme a un unica donna, Livia Gereschi (aggiuntasi di sua iniziativa per fungere da interprete con i carcerieri tedeschi) dopo interrogatori e torture, vennero condotti in gruppi di 4 nei boschi di Balbano e Massaciuccoli e uccisi.
"Sappiamo - spiega l'avvocato Aldo Fanelli dell'avvocatura di San Giuliano Terme - che c'era un gruppo di 3, 4 SS, al cui comando c'era il capitano Walter, oggi deceduto, che alloggiavano in una casa requisita a un ferroviere. Se qualcuno ricordasse particolari su questo gruppo, magari utili a identificarli, o avesse indicazioni più precise sul loro numero lo preghiamo di rivolgersi presso il Comune di San Giuliano".
E di questo gruppo faceva parte anche il maresciallo ordinario Josef Exner, imputato nel processo. Un'identificazione resa possibile, spiegano gli avvocati, grazie alle testimonianze raccolte all'indomani della liberazione dai regi carabinieri e dagli alleati. Ma anche a quelle pervenute grazie al "Progetto Memoria", nato nel 1995 da una collaborazione tra l'Amministrazione di San Giuliano, il circolo "Le Storie" di Molina di Quosa, l'A.N.P.I. sezione provinciale di Pisa e le scuole del territorio comunale, allargatosi poi nel corso degli anni anche all'Università di Pisa e ad altri soggetti.
Con l'avvicinarsi della data dell'udienza preliminare diventa quindi di primaria importanza raccogliere quante più notizie possibili affinché questa indagine, più volte avviata e più volte archiviata, possa proseguire.
Ed è stata proprio la necessità di un supplemento di indagine che ha spinto il Giudice del Tribunale Militare di Roma, martedì 13 dicembre, a rinviare l'udienza all'8 febbraio. A respingere la richiesta di archiviazione del processo penale contro il maresciallo ordinario Josef Exner, che per la procura militare doveva ritenersi deceduto, il giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale Militare di Roma, dott. Baiada. Che non solo ha ritenuta valida la possibilità che Exner sia ancora in vita, ma ha ritenuto attendibili le testimonianze raccolte attraverso il "Progetto Memoria", tanto da ritenere che effettivamente il militare tedesco possa aver avuto un un ruolo e un'ipotetica responsabilità nell'eccidio.
"Questo processo - ha dichiarato l'avv. Claudia Buratti, legale della Provincia di Lucca e del comune di Massarosa - sebbene riguardi avvenimenti di quasi 70 anni fa non deve essere inteso come un processo a fantasmi. La nostra volontà è quella di stabilire una verità e una responsabilità giuridica, ricostruendo la memoria di quanto avvenuto e restituendo cosi 'pace' ai familiari".
Sono 10 i familiari costituitisi parte civile nel processo, insieme ai comuni di San Giuliano Terme, Massarosa e Vecchiano e alle Provincie di Pisa e Lucca.
"Il nostro impegno affinché il procedimento vada avanti - ha dichiarato il sindaco Paolo Panattoni - coincide con la volontà che quella verità storica sia riconosciuta. Impegnarsi in questo senso significa riaffermare chi eravamo e chi vogliamo ancora essere".
Significa, fa eco l'assessore provinciale Gabriele Santoni, "ribadire l'importanza di mantenere viva la memoria e del raggiungimento della giustizia. Una memoria che non deve essere slegata dai concetti di solidarietà e di accoglienza e che appare ancora più urgente in questo momento storico, come dimostrano i recenti avvenimenti di Firenze".
Riconoscersi dunque in quell'esperienza di Resistenza che ha consentito la costruzione di una Repubblica democratica, in quei valori di solidarietà che spinsero Livia Gereschi a un sacrificio che le costò la vita.