giovedì 15 dicembre 2011

Mille colori.

"Mio fratello che guardi il mondo"
Pisa manifestazione antirazzista 14 12 11


Intervento di Giorgio Vecchiani Presidente Provinciale ANPI Pisa

Da troppo tempo, quasi tra l’indifferenza delle forze democratiche, si stanno diffondendo
nel paese, in particolare tra i giovani, rigurgiti fascisti che portano ad episodi di razzismo
come quello di Firenze costato la vita a due cittadini senegalesi e il ferimento di altri tre.
Si parla di un folle isolato, di un razzista.
Troppo facile liquidare questo episodio, questo assassinio, come il gesto di un folle.
Chiamiamo questo fatto con il suo nome: un gesto di un fascista, figlio del revisionismo
storico che in questi anni è stato portato avanti dal precedente Governo che, senza
vergogna, ha fatto presentare ai suoi deputati due paradossali proposte di legge.
La prima, per abolire il Titolo XII della Costituzione, che vieta la ricostituzione del partito
fascista, sotto qualsiasi forma; la seconda – che la maggioranza di centro destra approvò in
Commissione Difesa – per prevedere il riconoscimento giuridico, e quindi anche il
versamento di contributi finanziari ai combattenti della repubblica sociale, a coloro cioè
che collaborarono con i nazisti in numerosi eccidi.
A questo si aggiunga che alcune forze politiche negano persino l’esistenza dell’Olocausto.
Siamo un paese che si dimentica troppo spesso di cosa è stato il fascismo.
Siamo un paese dove troppo spesso si vedono saluti romani e camicie nere e dove, il 28
ottobre, per ricordare la marcia su Roma, si va a Predappio.
Tutto questo impone a tutti noi una riflessione attenta su questi fenomeni che fomentano
il razzismo; e non si tratta solo di organizzazione dei fascisti in camicia nera, ci sono anche
altre organizzazioni con camicie di altri colori.
Ancora oggi c’è troppa gente, in particolare chi non ha vissuto i 20 anni di dittatura
fascista e i 5 anni di guerra (che hanno causato la morte di 53 milioni di persone nel
mondo), che pensa che il fascismo sia stato un fenomeno limitato e bonario e non
responsabile di deportazione, torture ed eccidi.
Evidentemente la cultura democratica che avrebbe dovuto insediarsi ad ogni livello, dopo
la Costituzione nata dalla Resistenza, non riesce ad occupare il ruolo che le spetterebbe.
La Costituzione e i suoi principi sono, e dovranno sempre essere, patrimonio di tutti.
Non vorremmo che, magari tra poco tempo, tutto ciò che è accaduto, si dimenticasse.