venerdì 23 dicembre 2011

Il presepe di don Armando




A Perignano un Natale di giustizia e cittadinanza 


Continua la tradizione dei presepi di denuncia della parrocchia di Perignano, quest'anno dedicato alla campagna per la sottoscrizione della proposta di legge “L'Italia sono anch'io”. Don Armando Zappolini: “Gli episodi terribili di Torino e di Firenze sono un monito rivolto a una cultura che stenta a fare questi passi di civiltà, che resta troppo timida davanti al razzismo, alla xenofobia, alla discriminazione"
C'è un presepe che ogni anno crea un senso di attesa in tutti coloro che cercano il significato del Natale ben al di là delle decorazioni luccicanti e della corsa ai regali. E' il presepe della parrocchia di Perignano, dove Don Armando Zappolini da tanti anni cerca di attualizzare il messaggio del Natale attraverso un presepe che affronti i temi dell'equità e della giustizia sociale, sempre a fianco dei più deboli.
Ed è così che vicino a Maria, Giuseppe e Gesù, insieme ai Re Magi di anno in anno si sono succedute 'ambientazioni' sempre diverse, dalla campagna contro l'acquisto da parte dell'Italia di cacciabombardieri F-35, al "No White Christmas", il presepe irregolare clandestino, fino a dentro una Panda per sottolineare la condizione degli operai della Fiat.
Quest'anno accanto ai personaggi tradizionali di ogni presepe ci sono due bambini e una bambina: sono Jennifer, Alì Abdillà e Chinseng, nati in Italia rispettivamente da genitori dell'Ecuador, del Senegal e della Cina. "Se Gesù nascesse oggi in Italia non verrebbe riconosciuto come cittadino italiano - spiega Don Armando - bensì come un 'immigrato', un 'extracomunitario' portato dai genitori palestinesi Giuseppe e Maria, arrivati clandestinamente. Al pari di tanti altri bambini e ragazzi stranieri che crescono nel nostro paese, resterebbe un ospite nemmeno troppo gradito".
"Questa assurdità deve finire - continua Don Armando che oltre a essere il parroco di Perignano, è anche presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), svelando così il tema del presepe 2011, ispirato dalla campagna per la sottoscrizione della proposta di legge "L'Italia sono Anch'io".
"Il Natale - spiega - è certo un momento di festa, ma non di interruzione della coscienza. L'incarnazione di Cristo chiama tutti i cristiani a fare i conti con la realtà concreta della vita umana, con le condizioni che aiutano o danneggiano l'esistenza delle persone. Una legge sulla cittadinanza ancorata al principio dello ius sanguinis non è adeguata al messaggio rivoluzionario di Gesù, al riconoscere fratello qualunque altro essere umano. Ed è anche piuttosto stupida: non valorizziamo persone che sono una risorsa indispensabile per un paese sempre più vecchio e ripiegato su stesso".
"Per questo diciamo: firma per far diventare Gesù cittadino italiano" conclude don Zappolini. "Chi vorrà condividere questa provocazione potrà infatti sottoscrivere le due proposte di legge di iniziativa popolare messe a punto dalla campagna 'L'Italia sono anch'io', che mirano proprio a cambiare la legislazione vigente sulla cittadinanza e sul diritto di voto. Il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, il sindaco e i consiglieri comunali di Lari saranno con noi a raccogliere le firme. Non possiamo più attendere. Gli episodi terribili di Torino e di Firenze sono un monito rivolto a una cultura che stenta a fare questi passi di civiltà, che resta troppo timida davanti al razzismo, alla xenofobia, alla discriminazione".