domenica 4 marzo 2012

Anteprima della Settimana. Inserto 1



Suggerimenti di parte

Due raccontarelli, Quattro Venti e...
http://www.molinadiquosa.blogspot.com/
...Buino e Ovidio mi ha inviato una foto che ci dice.

e anche un commento

Caro Gabriele,


 ho letto il tuo raccontarello “Buino” e ricordo anch’io quel ritratto di Stalin nella sua bottega di calzolaio. Subito dopo ho saputo del risultato delle elezioni in Russia: ha rivinto Putin, ma erano elezioni truccate... Ieri sono passato da Lappato, un paesino quattro o cinque chilometri da Collodi e, invece di Mangiafuoco, ho visto questa pizzeria di cui ti invio la foto. Mi piacerebbe andarci con te e farmi raccontare altre storie di Francesco Paolini detto “Buino”. Pur avendolo frequentato assai, “Buino” a me non raccontò mai niente. Ma gli volevo bene, perché era fratello della mia tata Velia che era buona e a cui di bene ne volevo tantissimo. Di tutto questo non dire niente a nessuno, sai non vorrei che il Kgb…

Tanto benecomunista, Ovidio


Carta di Pisa
http://www.dariodanti.it/



Ovidio su Voce del Serchio
http://www.lavocedelserchio.it/vediarticolo.php?id=12803&page=0&t_a=so-di-essere-un-omino-buffo

http://www.lefilastrocchediarmando.blogspot.com/
tre quadretti e un Capo

una commemorazione
http://www.inmostra.blogspot.com/



I rubricanti (amici miei)

Greta
 ci parla di cinema


Questa settimana vorrei ricordare Erland Josephson, il volto maschile di tanti film di Ingmar Bergman. Con lui se n'è andato uno degli attori che mi ha fatto scoprire il cinema - e la televisione - d'autore. Quando verso la metà degli anni Settanta la RAI trasmise Scene da un matrimonio rimasi incantata da quelle immagini forti e dall'interpretazione intensa e misurata di Josephson. Poi sono arrivati Sussurri e grida, L'immagine allo specchio, Sinfonia d'autunno .. e tanti altri film, ritrovati e rivisti negli anni successivi tra l'università e l'Arsenale.

I racconti del Marchetti
Storie di Piaggio, di amori e libertà



La Dignità operaia e gli zoccoli

Franco (Baroni) lo raccontava spesso.

Era da poco divenuto segretario Provinciale della Fiom, dopo appena un anno di permanenza nella zona di Pontedera, dove aveva iniziato la sua vita di dirigente FIOM. Lavorava ai torni automatici della Piaggio e faceva parte dell’esecutivo del Consiglio di Fabbrica. Grande studioso, una curiosità intellettuale notevole.-“ Studiate se volete rappresentare i lavoratori”.- Franco c’è lo ripeteva infinite volte.

Era da poco segretario provinciale, eravamo nell’estate, un estate come tante, anche se ogni anno si dice sempre -“è un caldo torrido, che da anni non si sentiva.”

Franco quella mattina andò sul lavoro, vestito normalmente, ma anziché le scarpe aveva gli zoccoli. Diceva che tava più comodo. Doveva andare a Marina alla Motofides a tenere una assemblea insieme ai segretari della FIM/CISL E UILM/UIL. Partono per Marina ed in macchina decidono come fare l’assemblea. A Franco sarebbe toccato il compito di fare l’intervento iniziale.

Arrivati alla portineria, ci sono ad accoglierli, tra gli altri, i responsabili interni del Sindacato. Per la FIOM c’era l’Orsi, un compagno che ha pagato duro la sua scelta della FIOM, soprattutto quando ancora non c’era lo statuto dei lavoratori, uno di quei compagni antichi che si trovavano nelle fabbriche, temuti e rispettati e che hanno fatto la storia del movimento operaio. L’Orsi appena vide Franco gli andò incontro e senza tanti preamboli gli disse-: “Non si viene a parlare ai lavoratori con gli zoccoli, non va bene!!!”.
Franco capì al volo, si avvicinò agli altri sindacalisti che erano venuti con lui , dicendo che non sarebbe intervenuto; e quel giorno Franco se ne stette in disparte e non fece l’assemblea.
Credo che sul lavoro non abbia più portato gli zoccoli.



Il sogno di Anna


Ci sono giorni e tempi in cui si rischia di non avere la forza di
perseguire un sogno, per amarezza, sconforto, stanchezza o rassegnazione.
Ci sono giorni in cui sembra impossibile trovare le motivazioni per
andare avanti nella propria vita, nell'impegno civile, perché tutto
quello per cui si è vissuto, lottato e costruito sembra diventare
evanescente, volatile e non contemporaneo.
E allora il mio sogno di oggi è quello di continuare a trovare tutti
insieme la forza per resistere alle sirene di una comoda apatia, per non
farsi sopraffare dal senso della ineluttabilità degli eventi, per
difendersi dalla indifferenza, dalla omertà e dalla paura che rischiano
di erodere il senso della vita, anestetizzando l'anima,ed ogni capacità
critica.


Don Armando mi scrive...



Caro Gabriele
"La camera dei deputati è l’unico cesso al mondo dove per entrare è obbligatoria la cravatta."
ciao Armando

E da Buti Il mio amico Aldo Paci mi manda questa foto

e questo scioglilingua

"Come aquilante s'aquilò via disaquilantizzandosi nel cielo una domenica che si sentì le ali piumacchiose."


E Sandro e Pietro
mi mandano questi detti calabresi

L’instabilità meteorologica con l’alternarsi del sole e della pioggia, tanto utile alla campagna, è ben espressa dai detti popolari calabresi:

Marzu è pàcciu.
(Marzo è pazzo).
Se marzu no’ marzìja, ‘u massaru no’ palìja.
(Se marzo non marzeggia, il raccolto di grano risulterà scarso).
I trona ‘i marzu rispìgghjanu ‘i serpi.
(I tuoni di marzo risvegliano le serpi)

Ma anche la foto di Totò Cotrone di Gioiosa Jonica. Un mito.
Totò Cotrone