lunedì 16 giugno 2014

Dal laboratorio


L’ultima estate che ho passato in una scuola è esattamente venti anni fa, era il 1994. Berlusconi era al governo ed io facevo il capo-gruppo del Pci-Pds al comune di San Giuliano Terme. A luglio il mio laboratorio di chimica all’ITIS di Pisa dove lavoravo, era diventato una sorta di sezione politica che preparava le elezioni dell’anno successivo a San Giuliano. Non potendo muovermi, molti dei politici interessati del mio partito e non solo, venivano da me per ragionare sul futuro. Lì, fra gli acidi disposti sulle mensole e i becchi bunsen, nacque l’idea di un documento politico  per San Giuliano, in preparazione delle elezioni del maggio successivo.
Ad Agosto poi andai in ferie  a Marina di Pisa. Avevo una figlia di due anni e non mi avventurai in nessun viaggio impegnativo. Oltre a Giovanna e Adele vennero con me al mare, mio padre e mia madre. Credo sia quella l’unica vacanza fatta insieme ai miei genitori, a parte quelle da piccolissimo a Torre del Lago. Avevo trentasei anni. Il mio grande babbo fu testimone ( il primo a cui lo lessi) della stesura del lungo documento pensato nel mio laboratorio, che a settembre avrei dovuto discutere col mio partito per aprire la danza delle candidature. Con alcuni compagni  avevamo convenuto che prima che iniziasse il toto-sindaco era bene costruire una solida cornice politica dentro la quale contenere la discussione e le scelte. Avevano affidato a me la stesura, perché giovane e fresco reduce dal successo (nonostante la sconfitta nazionale) sangiulianese dei Progressisti (La gioiosa macchina da guerra. Ahinoi!) e dell’elezione di Paissan col 67% in Parlamento. Ero  il responsabile del Comitato Progressista e mi si riconosceva, come dicevano in molti, di saper tenere insieme tutta la sinistra sangiulianese. Un po' era vero e un po' sapevo che la mia scelta metteva tutti d'accordo, perchè evitava l'esposizione di altri, che potevano essere spesi in futuro e che ambivano alla poltrona di primo cittadino; mentre io ,svelto e giovane, ero quello adatto a preparare il terreno.  Ero effettivamente "un bravo gregario", inconsapevole di essere invece  entrato nella fuga giusta.
Lavorare alla politica dal mare fu un piacere. Bagni e bicicletta. Adele che cresceva e mega cene con Giovanna. E poi amici tutte le sere. Inoltre il fatto che fossi a Marina mi permetteva anche di fare  qualche fugace puntata a San Giuliano per affinare "la linea". Stetti bene quell'estate e oltre a preparare senza saperlo il mio futuro politico, consolidai un rapporto con mio padre che mi aiutò negli anni successivi. Ci ritrovammo io e il mio babbo, dopo una vita a guardarci.
A settembre presentai il documento che finì sintetizzato sulla stampa a firma mia. Ricordo che il giornalista del Tirreno mi definì ingraiano ed io ne fui orgoglioso.
La discussione che si aprì con quelle riflessioni scritte al mare si chiuse nel marzo del 1995. La coalizione della Sinistra e dei progressisti  a San Giuliano alla fine di una bella discussione mi indicò come Sindaco. Per me fu una piacevole sorpresa che maurai settimana dopo settimana, senza sgomitare. Mai avrei pensato di giungere a quel traguardo  un anno prima. La mia fuga inconsapevole e un po' scapestrata, mi aveva premiato. Mio padre accolse la notizia con grande orgoglio e arrivò a farsi luccicare gli occhi. Mio nonno, vecchio comunista, mi ammonì che era giunta l'ora di "mettersi a fare la persona seria".  Per la mia famiglia stretta, fu subito un impegno. Per questo non finirò mai di essere grato alla mia donna del cuore che  sorregge la baracca da oltre trent'anni.
La storia è questa. Fui scelto in itinere e senza strattoni. E soprattutto fui scelto da tutta la Sinistra e dalla gente nelle sezioni e nelle associazioni. E questo ancora oggi, in tempi di divisioni nefaste, mi inorgoglisce.
Oggi dopo oltre vent'anni di amministrazione, sono tornato ancora in un laboratorio di chimica. E' estate e i ragazzi non ci sono come allora. Il Preside mi dice di fare le schede sulla sicurezza degli esperimenti ed io sto cercando di capire da dove rifarmi. Del resto in vent’anni le cose cambiano…
Avendo tempo a disposizione sto anche riordinando  le mie filastrocche da cui verrà fuori un librino e settembre.
Questo meraviglioso silenzio della scuola senza alunni e la politica lontana, aiuta a concentrarsi sulle  cose a volte lasciate un po' troppo indietro  .E poi il tempo che rallenta... Una sensazione che non provavo da un po'.Una magia che avevo dimenticato.
E' deciso, anche quest'anno dal laboratorio , come vent'anni fa uscirà un documento.
Un manifesto per il futuro. E saranno rime baciate, di nome e di fatto.
I baci saranno esclusivamente  per le persone a cui voglio bene e che mi sono vicine. E come sempre sarò esigente, ma i candidati scelti, saranno tutti eletti alle passioni del mio futuro.