lunedì 30 giugno 2014

Gino



E' un anno che è morto il Nunes.
E' uno di quei politici che mi manca tanto; come mi mancano Carlo Cacciamano, Antonio Melani o Mario Giannini. gente schietta. Amici e maestri di un giovane che diventò presto sindaco in un'epoca in cui esserlo era entusiasmante.
Insomma a me le analisi di Gino e gli urlacci alle riunioni e poi la mano sulla spalla o le cene  e le passioni per la tavola, ma anche l'ingenuità con cui affrotava il mondo mi mancano.
L'anno scorso, quando se ne andò non ero in Italia. Da lontano scrissi di lui.

Ho saputo mentre ero in vacanza a Creta, la maledetta notizia della morte del Nunes. Sapevo che stava male, ma mai vorresti sentir dire che la fine è arrivata. Invece Ida Nicolini, che sapeva dove ero, mi chiama immediatamente e mi avvisa.
E allora da una spiaggia bellissima, per un po' ripensi all'uomo.
Carattere tosto, a volte sprezzante nei giudizi. Non conosceva la vendetta.
Si scontrava e gli passava. E non capiva che il suo modo di fare spesso lasciava traccia.
Tutta la mia "carriera" politica si snoda con la presenza di Gino a fianco; ma il ricordo indelebile del mio "incontro ravvicinato di terzo tipo" con lui, risale alla metà degli anni ottanta.
Lui era vicesindaco a Pisa, lo "animatore" all'Arciragazzi. Quell'anno organizziamo un bici-tour con oltre venti ragazzi che partendo da Pisa arriveranno a Principina a mare a Grosseto. Nel gruppo c'è la figlia del Nunes, Francesca, che all'Arciragazzi "abbiamo cresciuto". Accompagna questi adolescenti il grande Fabrizio Fabbri, uomo di assoluta affidabilità, competenza e cultura. "Un guru" per quel gruppo di ragazzi, denominato "Gruppo Momo".
Fabrizio mi chiama all'Arci a Pisa un sabato matina e mi dice se posso partire immediatamente e raggiungere il campeggio di Principina per sistemare le tende, prima che i ragazzi arrivino (tardi) e portare dei soldi (sapevo che l'ultima tappa sarebbe stata lunga, visto che la mattina il gruppo era partito dall'Elba). Parto in auto con Giovanna nel pomeriggio. Guido come uno scemo per cercare di riuscire a stare nei tempi e poter montare le tende.. Arrivo al campeggio verso le sei di sera. Lì trovo Nunes che subito mi aggredisce.-"Dov'è mia figlia, perchè non è ancora arrivata???"
Io non sapevo niente dei ragazzi ma mi becco del cialtrone a più riprese.
I cellulari non esistevano e non potevo avere nessuna notizia. Mi carica quasi a forza sulla sua Renault 4 azzurra e mi dice-"Andiamogli incontro!". Anche sua moglie lo guarda esterefatta. Io non dico una parola. Lui fra moccoli, madonne e partacce, si avvia verso il lungomare di Castiglion della Pescaia. Ad un certo punto cominciamo a incontrare i nostri ragazzi che stanno arrivando. "Sgranati", non in gruppo. Saluto e domando sommessamente-"Francesca?". Mi rispondono che è indietro. In fondo a un rettilineo, la vediamo pedalare nel tramonto della Maremma, bella e felice insieme ad altre compagne. Lei lo vede, mi vede, si ferma e dice testuale-"Babbo sei venuto a rompere i coglioni anche qui??".
Lui la bacia, poi mi guarda sgranando gli occhi, con quel suo sguardo inconfondibile  e mi fa-"Sono proprio un bischero! Giriamo, non serve fare i babbi apprensivi, andiamo al campeggio, così ti aiuto a montare le tende."
Ho goduto come un pazzo senza far trasparire niente. In fondo lui era il vicesindaco di Pisa ed io "un ragazzo dell'Arci"; ma quante volte gliel'ho rimesso in mente negli anni.
Avevo  26, 27 anni o giù di lì; diventammo amici.
Francesca e la sua storia tragica, ci ha legato tutta la vita.
Gino ha raggiunto Francesca e Fabrizio Fabbri.
Secondo me gli sta già rompendo i coglioni........urlando. Tanto gli passa.