domenica 6 novembre 2011

La Romagna

 Continua la ricerca del maresciallo ordinario Josef Exner, imputato di “concorso in violenza pluriaggravata e continuata” per la strage della Romagna nell’agosto 1944 dove furono uccise 69 persone a Molina di Quosa. Il Comune di San Giuliano ha avuto ragione nei confronti della Procura militare che voleva archiviare il caso sull’eccidio nazifascista de La Romagna a Molina di Quosa. Il Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale militare di Roma, Luca Massimo Baiada, ha respinto infatti la richiesta di archiviazione del processo penale contro Josef Exner. La Procura militare aveva chiesto l’archiviazione in quanto Exner, nato in Polonia nel 1911, doveva ritenersi presumibilmente morto grazie ai documenti emersi dal famoso “armadio della vergogna”.

«Siamo felici e con noi i familiari e amici di quelle 69 vittime civili - ha commentato il Sindaco dopo avere appreso la sentenza -. Non vogliamo nessuna vendetta o persecuzione ma solo giustizia e verità per la storia e soprattutto per quei civili trucidati dalla furia nazi-fascista. A queste deve essere reso onore di verità. Un contributo di vite umane troppo alto che la comunità sangiulianese ha donato alla causa della democrazia e della libertà».

Anche l’Associazione nazionale partigiani d’Italia potrà essere da ora in poi parte civile nel procedimento. «È importante sottolineare tra l’altro che l’opposizione sollevata dal Comune di San Giuliano Terme è stata accolta dal giudice grazie anche alla documentazione prodotta e raccolta negli anni grazie al Progetto Memoria».

Sull’importante sentenza è intervenuto l'assessore alla cultura del comune sangiulianese, affermando che «questo progetto, nato nel 1995 per sensibilizzare i bambini e i ragazzi sui fatti di cui il nostro territorio è stato protagonista durante la seconda guerra mondiale, si è infatti sviluppato e ampliato negli anni, con la consulenza dell’Università di Pisa e di “Testimoni del tempo”, fino a costituire un vero e proprio archivio della memoria - conclude l’assessore - attraverso il censimento e la catalogazione anche delle fonti orali sangiulianesi su quegli stessi eventi».

Nell’ordinanza del giudice Baiada si cita, infatti, proprio il Progetto Memoria del Comune di San Giuliano e si riportano le testimonianze dei sopravvissuti e degli storici che hanno, in questi anni, rilasciato e ricercato interviste per l’archivio della memoria.

fonte il tirreno