lunedì 21 novembre 2011

Verso TILT

"Volevo essere dottore e sono diventata precaria"
L'iniziativa di "Tilt Camp", l'associazione giovanile vicina a Sel, lo scorso sabato di fronte a Palazzo Blu


"Volevo diventare dottore e sono diventata precaria". E' questo il testo di un grande manifesto che sabato mattina è stato esposto da uno dei balconi della casa dello studente "Nettuno" sui Lungarni, proprio di fronte a Palazzo Blu, parafrasando il titolo della mostra di Picasso: ""Ho voluto essere pittore e sono diventato Picasso".

Con questa iniziativa la neonata associazione Tilt ha presentato in città la tre giorni nazionale che si svolgerà proprio a Pisa dal 25 al 27 novembre alla Facoltà di Ingegneria dal titolo: "I soldi che fanno la felicità. Welfare e reddito per l'Italia di domani".

"Tilt - spiegano gli aderenti - è una rete di persone e di associazioni, di singoli e di gruppi, in movimento che ha lo scopo di diffondere una cultura del cambiamento del modello di sviluppo e di consumo, a garanzia di una maggiore equità per le giovani generazioni. Si propone di sviluppare il rispetto dei diritti fondamentali, dei diritti civili e sociali, promuovendo la valorizzazione delle differenze e la diffusione di una cultura del rispetto e della partecipazione".

Nel corso della conferenza stampa l'associazione giovanile vicina a Sel spiega il senso del grande manifesto appeso per lanciare la propria campagna: "Questo grande manifesto che abbiamo esposto dalla casa dello studente riflette e rispecchia quello della mostra di Picasso che si sta svolgendo sull'altra sponda dell'Arno, a Palazzo Blu, a simboleggiare un confronto tra un'università fatta di precari e una fondazione bancaria che invece può investire in cultura, finalità alla quale oggi le istituzioni pubbliche sembrano costrette ad abdicare".

"Una generazione precaria - proseguono - subisce l'impatto violento della crisi perché è figlia del modello di lavoro e reddito che ha generato questa crisi. Viviamo appieno la crisi, per questo siamo i soli a potere elaborare vie di fuga da essa. È in crisi il lavoro, l'economia, la democrazia: e oggi paradossalmente la fine dell'era berlusconiana sembra decretare la fine della politica, al punto che ci propongono soluzioni tecniche per uscire dalla crisi, un governo della finanza e delle leggi della finanza. Invece abbiamo proprio bisogno di politica, politica come bene comune. Non quella della "casta" e della stanza dei bottoni, ma quella che si riattiva a partire dalla partecipazione democratica e con la ridefinizione di politiche fiscali e di welfare".

"La crisi non può ricadere sulle nostre spalle - insistono da Tilt - non possiamo essere noi gli ammortizzatori umani di chi ha sperperato. Non lo siamo noi, non lo sono i lavoratori e le lavoratrici colpiti dai licenziamenti. Intendiamo il reddito sociale non come misura assistenziale ma come strumento di emancipazione dalla ricattabilità. Un reddito per il lavoro e non senza o contro il lavoro".

E proprio sul tema del reddito, per "lanciare una campagna per rivendicarlo, per incalzare i politici e la politica su un tema generazionale per noi ineludibile", si incentrerà la tre giorni che inizierà venerdì 25 e si concluderà domenica 27 con un incontro nazionale dell'associazione a cui parteciperà anche Nichi Vendola.

da Pisanotizie