giovedì 28 luglio 2011

Chiuso per ferie.


Buone ferie a tutti,
"ai miei amici più cari
che son pezzi ormai rari",
a chi esagera,
e a chi sta sempre zitto,
a chi va in scooter d'inverno,
a chi va al mare
e a chi va dove vuole,
a chi sa sorridere, sempre
a chi si prende sul serio quanto basta,
e a chi sa prendersi per il culo il giusto
e a chi non si fa prendere per il culo,
a chi ha rotto i coglioni tutto l'anno
ma non ne puoi fare a meno,
a chi non porta rancore
e a chi dice le cose come stanno,
a chi è leale sempre, anche nella bufera
a chi non abbandona la guardia sui passi in montagna,
a chi sa nuotare nell'acqua alta,
a chi guida bene la macchina e ti permette di non guidare mai,
a chi ama il dubbio, bello come il sole
a chi dubbi ne ha pochi, beato lui,
a chi dice poche parole e si fa capire
a chi non si cheta mai ma si fa capire comunque
e a chi non capisce una sega,
a chi ti chiama quando non stai bene di salute,
a quelli con cui ceni spesso e discuti del mondo, senza freni
a quelli con cui dividi vino eccellente,
a quelli con cui fai viaggi e non gli fai mai veder le foto
a quelli con cui lavori tutti i giorni,
 a tutti quelli fotografati che sono tantissimi,
 alla mostra sui volti che non farò mai,
 alle filastrocche,
a quelli con cui ti "ammazzi" di politica,
 a quelli con cui non vuoi fare un partito,
 e a quelli con cui vuoi riapirire la partita,
 ai servi in libertà che non sono pochi,
 a quelli tutto d'un pezzo che piegano la politica a loro,
 a chi li sopporta e fa finta che siano bravi,
 a chi va al cinema, a teatro, a chi ci vorrebbe andare e non può permetterselo
e a chi ci va per raccontare che c'è stato,
 ai teatranti,
a tutti agli attori che commuovono ancora e a chi non nasconde la commozione,
 a chi vive il senso di giustizia come un tarlo,
 a chi ha radici e sogna le ali,
 ai precari del mondo, ai cococo, ai non ci sto, ai non lo so, ai cosa cazzo farò, agli operai dei cantieri e delle navi, agli operai della vita, agli extracomunitari nei cantieri o sparsi fra i cantiere della città tutti i giorni,
 ai miei amici preti di frontiera,
a quelli con cui canti o vorresti cantare ogni tanto come un tempo,
 a quelli del coordinamento con cui fai le carovane antimafia,
 ai giovani delle cooperative antimafia,
 ai pacifisti, agli estremisti, ai rigoristi (perchè sanno cosa è la responsabilità),
 a quelli ... ah se lo facevo io il cantiere,
 a quelli...ah se la facevo io la formazione
 e non hanno mai vinto un cazzo ne piantato un chiodo,
 a chi legge tanto e non racconta cosa ha letto, a chi scrive bene e legge tantissimo,
 a chi te la racconta quando sei stanco e ti tira su,
 ai miei amici di Molina dove sono cresciuto e voglio tornare a vivere,
alle mie bellissime amiche delle elementari e ai pochi maschi,
 ai miei amici di San Giuliano con i quali spesso chiacchiero fino a notte fonda,
 ai miei amici di Avviso Pubblico sparsi per l'Italia,
 ai miei amici sindaci coraggiosi,
 a chi sa cosa è una delibera anche se serve a poco,
 ai miei compagni di lavoro di tutti i giorni e quelli di una vita intera,
 ai miei amici che scrivono cose bellissime,
 ai barristi gentili,
 a chi ti chiama per nome con affetto,
 a chi ti saluta con il sorriso e non lo conosci,
 ai partigiani dell'Anpi e al suo Comandante in capo,
 "ai barricaderi d'ogni tempo e luogo",
 all'ultimo amico che ci ha lasciato e all'amica, dolce e tenera, che l'ha amato,
 alle due ragazze bellissime che stanno sotto il mio tetto
 e a una terza che fa l'ingegnere
a mammapiera
 a Fabrizio fratello mio, che si è avviato
a tutti quelli che ho dimenticato.
Buona "feria d'agosto"
a settembre tenetemi il posto....
gs

Una riflessione per il futuro

La criticità dei conti pubblici italiani e la pressione dei mercati, hanno spinto per l’approvazione della manovra in tempi da record; una manovra economica “lacrime e sangue” da quasi 50 miliardi di euro. Da più parti si invocavano misure che incidessero realmente sulle spese inutili, sugli sprechi e sui privilegi di cui godono una serie di categorie politici compresi. Di tutto questo non vi è traccia nella legge finanziaria approvata. I ceti più colpiti sono ancora una volta quelli medi e bassi : lavoratori dipendenti, pensionati, famiglie, giovani. Il fatto che colpisce è che nel dibattito regionale e nazionale, ma anche in quello locale, non sia emersa alcuna considerazione sui costi sociali ed economici della illegalità. Eppure anche nella provincia di Pisa i risultati dell’attività del primo semestre della Direzione Provinciale del Lavoro presentano dati preoccupanti, che non sono altro che l’approdo di un sistema che va ormai allargandosi a macchia d’olio. In Italia i costi della illegalità stanno aumentando e hanno un’incidenza diretta sulla qualità della vita dei cittadini e sulla credibilità e affidabilità del nostro paese a livello internazionale. Le cifre: soffermiamoci sui costi delle mafie, ma anche della corruzione, dell’evasione fiscale, dell’economia sommersa. Secondo la Commissione parlamentare antimafia il giro di affari delle mafie ammonta a circa 150 miliardi di euro l’anno. Uno studio della Banca d’Italia realizzato per la stessa commissione,evidenzia come le organizzazione sottraggano il 15% del PIL annuale alle regioni del Mezzogiorno. Il Censis ha parlato di “zavorramento” mafioso per lo sviluppo economico e sociale di quelle terre ed ha stimato la perdita annuale di 180.000 posti di lavoro legali, in un territorio dove la disoccupazione giovanile supera il 50%. Il governatore della banca d’Italia, Draghi, ha lanciato l’allarme a Milano, di infiltrazione dei capitali mafiosi nell’economia del Nord Italia ed ha evidenziato come il riciclaggio di denaro sporco pesi per oltre il 10% sul PIL italiano. La Corte dei Conti con il suo presidente Luigi Giampaolino, ha stimato che la corruzione in Italia è di circa 60 miliardi annui. 1000 euro a cittadino. Sono questi soldi sottratti alla collettività, a servizi essenziali come la scuola, la sanità, i trasporti, la sicurezza. La corruzione come dice il presidente della Corte,” è causa di una profonda e sleale alterazione delle condizioni concorrenziali, che può contribuire ad annientare le imprese oneste, costringendole a uscire dal mercato” aggiunge anche che” sempre contrasta con i principi di buona amministrazione, di etica, di uguaglianza. Nella classifica mondiale sulla percezione della corruzione di Transparency International , l’Italia è collocata al 67° posto, dopo Ruanda, Isole Samoa, Ghana. Dove c’è più corruzione e mafie, vi sono minori investimenti di capitali esteri. Esiste una classifica dell’ indice di libertà economica, dove l’Italia è all’87° posto, contro Il Regno Unito al 16°, la Germania al 23° e la Spagna al 31°.Questo lo hanno affermato la Heritage Foundation e il Wall Street Journal. Anche la fedeltà fiscale è, storicamente, un punto critico nei rapporti tra la Repubblica, i cittadini e gli operatori economici. Secondo i dati del Ministero dell’Economia,l’evasione oscilla tra i 120-130 miliardi l’anno. Un dato doppio di Francia, Regno Unito, Germania e quadrupl di Austria, Olanda e Irlanda. Dopo di noi solo la Grecia, che proprio in questi giorni è stata salvata dal defoultper l’intervento dell’Unione Europea. L’autorevole associazione Svimez per lo sviluppo dell’industria del mezzogiorno) afferma che nella nostra penisola “si può figurare una evasione per sopravvivenza al Sud ed una evasione per accumulazione di ricchezza al nord”. Ultimo dato riguarda l’economia sommersa. Secondo uno studio autorevole del tavolo tecnico per la riforma fiscale, coordinato dal Presidente dell’Istat Enrico Giovannini, l’economia sommersa è quantificabile in Italia in 275 miliardi, quasi il 18% del PIL. L’agricoltura ha la maglia nera col 32,8% seguita dai servizi col 21% e l’industria col 12,4%. Di fronte a questi dati implacabili come si può sostenere che in Italia mancano le risorse per riequilibrare in modo equo i conti dello stato, per garantire servizi essenziali e per fare le riforme di cui il paese ha bisogno? Come possono i cittadini onesti accettare di pagare più tasse, di vedere aumentare la disoccupazione, di vedersi tagliare i servizi essenziali, vedendo giorno dopo giorno diminuire la propria qualità della vita, di fronte a un furto così consistente di risorse? Il problema ma non può essere ridotto a una discussione ragionieristica; la vera questione è soprattutto culturale. E’ necessario capire che la legalità è innanzitutto un fattore indispensabile per lo sviluppo di un paese, ed è strumento fondamentale di garanzia per la convivenza civile e l’affermazione della giustizia sociale. Senza rispetto delle regole vincono i forti e i furbi, non i meritevoli. Serve allora una politica credibile e autorevole, non solo al servizio dell’economia. I partiti devono rimanere i veri baluardi per la tenuta della democrazia, e devono avere più attenzione nella selezione dei loro candidati, aiutando i cittadini a partecipare di più alla vita della comunità, permettendo loro di esercitare liberamente e con coscienza il diritto di voto e le scelte. In gioco c’è il futuro dell’Italia e dei nostri figli. In gioco ci sono i valori della Carta Costituzionale.
Gabriele Santoni, ufficio presidenza Avviso Pubblico
Questo è la traccia dll'intervento fatto a Firenze alla festa di Libera, al dibattito sulla corruzione, domenica 24 luglio.
I dati raccolti, sono il frutto dell'ottimo lavoro fatto da Pierpaolo Romani
direttore di Avviso Pubblico, a cui va il mio ringraziamento.

mercoledì 27 luglio 2011

Eccidio della Romagna Agosto 1944

Verso la commemorazione.
Come ogni prima domenica di agosto, a Molina di Quosa, si ricorda la strage nazifascista della Romagna. Il comitato parrocchiale insieme al comune di San Giuliano Terme, ricorda i martiri con la celebrazione di una messa all'altare delle Focetta, sulla strada che porta ai "Quattro venti". Menotti Bennati, partigiano e poeta scrisse questa poesia.
Le piante piansero
Dopo quel 2 agosto
gli uomini
il sonno delle lepri
dormivano.
Quella notte fatale
rumori di macchine
udirono nella strada
che
ai Quattro Venti mena.
Nei boschi
fuggirono
negli anfratti
si nascosero.
Nemmeno il respiro
consentito era;
ogni tenue stormir di foglie
cessò.
Si udiva solo il rumore dei carri
e gutturali voci
e isolati colpi di fucile.
Non tutti a fuggire
 riuscirono.
Nei casolari più riposti
della Romagna
 i manigoldi irruppero
e gli uomini tutti
spinsero a valle.
Poi la scelta infame
avvenne.
 Nozzano i sortiti
della mala sorte per pochi giorni
accolse.
Quindi
l'immane strage
fu consumata.
 Nessuno udì
i colpi omicidi.
 Le piante soltanto,
testimni mute,
udirono, videro,
e scosolate, i tanti morti piansero.

Menotti Bennati

lunedì 25 luglio 2011

Una settimana alla volta 18-24 Luglio. Arrivederci a Settembre.

Lunedì Prima mattina, drinnn... squilla il cellulare, rispondo senza guardare il display; vedo dopo la scritta, numero privato, non avrei dovuto rispondere. Una voce di ragazza giovane mi dice:- "Buongiorno assessore, sono una giornalista della televisione X, vorrei sapere quando inaugurerete la Bretella del cuoio" - Rispondo:- " chiedo scusa, ma così su due piedi è difficile (già a Natale mi hanno fregato, indicandomi come un assessore inadempiente perchè avevo dato una data sbagliata. Vallo a spiegare al mondo che uno non può conoscere tutti i dettagli) , se mi manda una mail con le domande, al mio indirizzo della Provincia, posso essere più preciso, poi se lo ritiene possiamo fare un'intervista in seguito." - Mi sembra convinta e mi dice che seguirà il mio consiglio. Aggiugo :- "mandi la mail anche al mio dirigente.... d punto bellini"- mi interrompe:- "come?"- "Bellini"- dico - come il musicista."- "Ah, ho capito- risponde- come l'aperitivo!!!" Gioventù ignorante e felice, vi odio. Sul Tirreno Nocchi risponde ai miei scritti; almeno si discute. Agitazione politica legittima in Sel, ma io non intendevo sconfessare nessuno... Si agitano anche presuntuosi del dibattito politico locale, estranei a Sel. Chissà perchè, io non parlavo certo a loro. Intanto lavoro e vado a Calci dal mio amico sindaco Possenti a parlare della rotatoria del Paduletto; passo poi la giornata in ritiro, come i calciatori; risfoglio Viroli "la Libertà dei servi" e mi aiuta. Martedì Ancora in ritiro preparo la delibera dei Trasporti. La sera partecipo a una cena che mi toglie il sonno e che mi fa intravedere nubi per la politica che vorrei. Vedremo, per ora non dico altro. Mercoledì Trasporti in giunta ok e pomeriggio in commissione. Giornata piena. La sera rinuncio a tutto e sto con Giov, che è meglio. Giovedì Conferenza stampa FiPiLi. Finiti i lavori, 50 milioni di appalto. Pacche sulle spalle e Ceccobao che lancia il pedaggio. E non tutti applaudono. Anche io sono perplesso e lo dico,vedremo. Nel pomeriggio incontro Nanni e Susi che saluto volentieri e mi ricordo all'improvviso che 32 anni fa, il 21 luglio arrivavo a Palermo in vacanza e avevano ucciso da poco Boris Giuliano capo della mobile . La mafia vista da vicino e toccata. Venerdì A Santa Croce incontro il Sindaco Ciaponi insieme a Marvogli, quello di Castelfranco e Turini, poi nel pomeriggio registro la trasmisione "sulle strade" e finisco la giornata a parlare di pullman al consiglio comunale di Vecchiano, dove incontro Lorenzino Del Zoppo, grande assessore di Sel, una garanzia. Alberto Bozzi, segretario citadino di Sel ha fatto uscire sui giornali una correttissima lettera, un po' in risposta alla mia, un po' per evidenziare il lavoro della conferenza cittadina. Materiale di discussione non mancherà. Sabato si parla di tutto, di uno stupro subito da tre nordafricani e ritrattato. Di una manifestazione con fiaccole subito convocata e dismessa. Di un città nervosa che avrebbe un bisogno collettivo di riflettere sulle sue isterie. Intanto i nordafricani non c'entrano con lo stupro e non si capisce il perchè se qualcuno, per ragioni che solo lui o lei sa, deve dire una bugia, l'accusa debba investire subito i "neri, brutti e cattivi" e non gli orchi qualsiasi che ci girano intorno. Un po' di par conditio anche nelle bugie, perdio!!! La sera cena con gli amici più cari a parlare di viaggi a Barcellona imminenti con rum d'eccellenza. Mostro le foto di spazi liberi e pubblici per giocare in città (a pallone alla cittadella e a porta a
Lucca a basket) e insieme evochiamo la vecchia battaglia dell'Arciragazzi sugli spazi per il gioco liberi da ogni vincolo, che oggi si contano sulle dita. Domenica E' morto l'inventore di Barbie, Helliot Handler e anche lo scatolone di bamboline di Adele oggi sarà più triste. Così come triste sarà la politica e Penati a cui auguro di dimostrare il meglio di sè... un po' meno triste invece pare essere Tedesco, graziato dal Senato, che Vendola non esitò a spedire senza farlo fiatare; si risentì per lui un potente politico, meglio se evitava, anche di "suggerirlo" a Vendola per la giunta. La sera parecipo col professor Vannucci a un dibattito sulla corruzione alla festa di Libera a Firenze. Ceniamo con Ciotti e poi tutti a casa soddisfatti di aver fatto una cosa utile. Sul tardi, Adele mi telefona da Formentera:- Babbo vado a ballare a Ibiza, sto attraversando il mare con una barchina... Per un po' resto di sasso. Con una barchina??? in mare alle undici la notte. -A che ora torni?- dico apprensivo-Domattina babbo, buonanotte un bacio a te e a mamma!-
E allora,un bacio anche a tutti voi. Questa rubrichetta torna a Settembre... dopo le ferie. State intanto, tutti bene anche se il futuro non è più quello di una volta. gs

domenica 24 luglio 2011

Libera in festa

24 luglio 2011 Ore 19 Firenze Fortezza da Basso, Teatrino Lorenese Stop alla corruzione! Analisi del fenomeno e proposte concrete per arginarlo Presentazione della campagna di Libera “Corrotti”
Alberto Vannucci Docente Uni.Pisa
Gabriele Santoni ufficio presidenza Avviso Pubblico
Ugo Biggeri Presidente di Banca Etica
Quintiliano Valenti Vicedirettore di Trasparency International

mercoledì 20 luglio 2011

Libertà

"La libertà è sempre la libertà di dissentire"
Rosa Luxembourg

domenica 17 luglio 2011

Una settimana alla volta 11-17 luglio

Lunedì Adele prende 100, all'esame di maturità al Dini e io e la sua mamma ci sciogliamo un po'. Dice che lo fa. Filippeschi fa un comunicato sui fatti di piazza dei Cavalieri che fa incazzare mezzo mondo. Vado all'iniziativa di Sel cittadina e non mi piace, Carlo la mette sui binari. So che questo fa arrabbiare i compagni pisani, ma io ho difficoltà nel vedere una strategia e con questo, non intendo offendere nesuno Martedì Lavoro a Fi Pi Li, faremo una conferenza stampa sulla fine lavori. 50 milioni, mica poco, seguiti con dedizione e in silenzio. ma quano le cose vanno bene, mica è una notizia. Lavoro anche ai Trasporti. Problemi grandi. Sera iniziativa di Filippeschi. Rossi traccia la rotta. Mercoledì Giunta su regolamento fotovoltaico. I permessi famosi di San Miniato sono bloccati. Bene. Sera, dopo lunga pensata in solitaria intervengo sulle questioni pisane. Intanto sul blog. Giovedì Vado a Casciana e mi ricordo delle terme di San Giuliano e i bei tempi di quel lavoro. Penso a San Giuliano ora, penso e basta... Il comune di Volterra dimentica di ricordare la Liberazione della città dai nazifascisti e questo è il prezzo che si paga quando la sinistra commette errori grossi come sono stati commessi in Valdicecina qualche anno fa. Nel pomeriggio le minoranze in consiglio provinciale danno una brutta prova di sè; anche il rappresentante dell'UDC, che molta sinistra continua a corteggiare. La sera festa per Adele con le nonne. Venerdì Prima al lavoro e poi al mare, che è mosso. Fotografo come faccio sempre la bandiera rosa, che potete vedere in un post sotto, così come il mio commento, sempre sotto, alle reazioni spropositate delle vestali della parola compagno, che Vendola , in un contesto particolare e cioè la presentazione di un libro di Goffredo Bettini, ha detto che gli piace meno di amico. La sera vado a cena con Ric e Franco alla festa del Pd a Ghezzano e mi intristisco per quello che non c'è più. Parliamo della manovra del governo che colpisce sempre i pù deboli e conveniamo che a Primavera voteremo... Sabato Esce la mia riflessione su Pisa. In molti hanno un sussulto. presto sapremo di che tipo. Giov ha qualche piccolo problema di salute (nulla di gravissimo) e io stacco. Parlo solo con Scaramuzzino, che mi telefona. Domenica Adele va a Formentera. Beata lei. Poi mare, mare mossso, ancora bandiera rossa e polemiche. Vedremo cosa succederà in questa città isterica e bella. Le ferie sono ancora lontane, ma nemmeno troppo, basta stare sereni e in pace con se stessi e arriveranno. D'altra parte la politica è una bellissima necessità... State comunque tutti bene. gs

venerdì 15 luglio 2011

Mare mosso, bandiere rosse, una bellezza.

Comici spaventati guerrieri. (Benni) Per il futuro che sogno, preferisco camminare accanto a Giovanna , come faccio dal 1983 e poi tanti compagni di strada, don Ciotti e i ragazzi che oggi sono a lavorare in Sicilia le terre della mafia, padre Zanotelli, don Zappolini, don Pino De Masi della Valle del Marro preti d'assalto o i preti pisani della lettera per i Rom; Gino Strada, Nichi Vendola delle fabbriche, l'Ingrao pacifista e poeta, Landini della Fiom, Giovanni Impastato e casa memoria di Cinisi, Adriano Sofri, Lorella Zanardo; Cipi e Anto e la loro casa famiglia, Alberto Vannucci amico 'o Professore,Dario Danti di "Amici, miei", Beppe perchè è meglio, il mio amico Bui che vedo poco ma so che c'è e Edi; Pippo Del Bono, Armando Punzo, Giulio Cavalli artisti speciali, Nanni Moretti perchè sì; Elvis Costello e Ivano Fossati o gli AC/DC, Marco Pannella delle Carceri, Casalini da Volterra educatore- chitarrista, politico per acclamazione e Andrea Colombo e Cristiana Danila Formetta degli Altri, Toni Mira dell'Avvenire, Guido Viale di "s'avanza un strano soldato", Giuliano Pisapia garantista e sindaco e qualche presidente di cooperativa che lavora terre confiscate alla mafia come Calogero Parisi di Corleone o qualche bellissimo e coraggioso Sindaco, come Gianni Speranza a Lamezia, Mimmo Lucano di Riace o Carolina Girasole di Isola Capo Rizzuto...... o Renzo Maffei, Fabrizio Fabbri, il Nanni, Tom Benetollo, Peppino Impastato e Alex Langer, ma anche PPPasolini, Luigi Pintor, Rosa Louxbourg, Marcello Mastroianni, Andrea Pazienza, Massimo Urbani, Miles Davis, Jim Morrison e Joe Strummer, che si sono avviati. Gente di frontiera, irregolare. Costruttori di bellezza. Le mie bandiere rosse nel mare mosso. gs

mercoledì 13 luglio 2011

Per una discussione di mezza estate... per riaprire la partita. Siamo a un bivio, se non ora quando?


Lunedì si è tenuta l'iniziativa di Sel cittadina. Una buona iniziativa e un ottimo intervento di Carlo Scaramuzzino. Il documento proposto era sembrato a me e non solo a me, quasi un controprogramma; come poi l'ha sviluppato Carlo mi ha convinto.La sera dopo sono stato all'iniziativa di Filippeschi, soprattutto per sentire le conclusioni di Enrico Rossi. L’iniziativa in se non era un granché ma a me è parso di cogliere negli interventi e soprattutto in quello di Ferrante, la volontà di un’ apertura seria. Anche il Sindaco mi dicono, perchè io non l'ho sentito, ne ragiona. Ottime le conclusioni di Rossi, che hanno richiamato tutti alla responsabilità di un percorso a sinistra anche nella città di Pisa. Niente da dire, Rossi ha fatto un serio ragionamento di governo, a partire dalla sua azione sostenuta da una coalizione ampia e chiara, respingendo da subito ogni forma di alleanza strabica verso il centro. Non è un caso che i primi a risentirsi siano stati i "cespugli"pisani, ai quali un'apertura esplicita a sinistra nel governo della città toglierebbe definitivamente la forza che oggi li tiene in vita.Va da se che un'asse di centrosinistra sul modello regionale a Pisa metterebbe definitivamente la sordina al ruolo politico dei partiti- cespuglio e a qualsiasi lista civica in vita o per strada. Dario Danti ha fatto un ottimo intervento, mettendo in evidenza sia gli aspetti positivi dell'amministrazione Filippeschi (che ci sono e sono evidenti, inutile nasconderlo ) ma anche quelli che ad oggi la separano da Sel, in coerenza politica con quello che Carlo Scaramuzzino ha evidenziato alla iniziativa della sera prima; Dario ha anche aggiunto che gli accordi presuppongono una cessione di quote e non possono essere pensati dal Sindaco come una pura annessione alla sua maggioranza. Nel 2008 eravamo divisi, per accordarci oggi è necessario trovare un terreno d’incontro (e Filippeschi conosce la grammatica della politica e sa dove va il soggetto e il verbo). Rossi ci ha esortato a farlo, mettendo in campo categorie politiche alle quali è difficile, a mio avviso sfuggire, salvo a sinistra non si intenda rifluire nell'estremismo (ma mi pare che questo nessuno di noi lo voglia, vedremo!). Quindi tocca a noi, Sel, fare la nostra parte . Il primo nodo da sciogliere è semplice, ma ad oggi irrisolto: dobbiamo decidere se intendiamo davvero perseguire la strada dell'accordo o facciamo “finta” . Qui serve chiarezza e onestà intellettuale. Io sono per la prima strada, che non vuole dire fare l'accordo a tutti i costi, ma significa: a) tenere conto del contesto nazionale. Mi pare veramente difficile, se si dovesse votare per le elezioni politiche, nel 2012 o al massimo a scadenza naturale nel 2013, fare da un lato una campagna unitaria contro Berlusconi, magari dopo aver fatto le primarie ( non prendo in considerazione il fatto che Vendola possa vincerle le primarie, perchè allora sì che sarebbe comico, avere il candidato premier e una lista che di oppone ...) e a Pisa prepararci a una opposizione "dignitosa". b) alla luce del sole, in modo trasparente, va aperto un tavolo di confronto col Sindaco su alcuni temi precisi, in modo che tutta la città e l'area pisana sappia su come e su cosa avviene il confronto e chi lo fa; e lì provare a costruire l'accordo. Se questo non avvenisse (l'accordo) la città deve sapere il perché e di chi è la responsabilità; ma lo devono sapere anche Rossi, Vendola, Bersani e i Sindaci dell'area pisana che a casa loro, l'accordo l'hanno fatto e funziona. Bisogna uscire dalla vulgata che l'accordo non si fa perchè Scaramuzzino e Filippeschi non si sopportano, che in città gira e che a volte è congeniale a certa politica insana. E bisogna guardarci anche intorno; stare nelle maggioranze di governo significa faticare dalla mattina alla sera, facendo mediazioni, ottenendo piccole vittorie e subendo anche sconfitte; ma significa però lavorare al “fare” e non solo al “dire”. Pensate ( e questa è una mia opinione) che sia semplice il governo di Vendola in Puglia o il lavoro dei nostri compagni nelle giunte dove il Pd è egemone; stare in giunta con Renzi è più semplice? o con Fassino? E l’amministrazione Fontanelli, che io insieme ad altri compagni oggi di Sel ho sostenuto e sosterrei,non creava a volte disagi nelle sue accelerazioni? L'egemonia e la “riapertura della partita”,che era anche il titolo del nostro congresso, come si praticano: opponendosi a oltranza fra gli applausi dei soliti o provando a lavorare dall'interno con immensa fatica, cercando di affermare modelli alternativi? c) bisogna, infine, una volta per tutte, superare l'idea che piace e alberga nella testa di alcuni, che stare all'opposizione "è meglio"; magari sognando a Pisa una lista con la Federazione della sinistra, transfughi del Pd che non sarebbero più candidabili e noi, "comici spaventati guerrieri" come direbbe Benni e con un candidato Sindaco accattivante, ma per far che?; riprendendo magari anche il 10% come l’altra volta ( e i tempi non sono più gli stessi) e consentendo al governo della città (perchè senza sinistra, purtroppo accade questo) di non aprire una nuova stagione progressista, ma anzi scavando per sempre un fossato irreversibile con regolari ricadute politiche su tutta l'area pisana; o peggio ancora che vinca il centro-destra, come qualche testa bislacca sogna in cuor suo. Provate a vedere cosa accade nelle città dove il centro-sinistra perde il governo; ci vogliono vent'anni per recuperare politiche concrete (figlie della nostra storia) che oggi anche a Pisa ci sono (e chi dice di no fa di ogni erba un fascio) e che si danno troppo per scontate. A proposito di questo,vi faccio un esempio piccolo piccolo che incide sulla nostra storia: a Volterra la lista di Centro-destra ha dimenticato di commemorare la Liberazione della città dal nazifascismo. L’Anpi ha denunciato tutto questo. Proiettate questa nefasta dimenticanza nel lavoro di tutti i giorni e non mi dite che chi dice “ che sono tutti uguali” ha ragione, perché è solo un’affermazione irresponsabile. Serve allora anche a Pisa, uno scatto in avanti; andare a vedere le carte con la responsabilità politica di chi vuole dare l'assalto al cielo, in questo caso al governo del paese, come Nichi Vendola ci fa sognare sempre più spesso. Ieri sera il presidente della Regione Enrico Rossi (che io reputo uno bravo davvero) lo ha chiesto a tutti, nessuno escluso. Adesso tocca a noi, come dice Vendola, "riaprire la partita più che sognare un partito". Abbiamo il dovere di provarci, alla luce del sole.
Con affetto e rispetto
buona estate,
Gabriele Santoni, iscritto al circolo di Sel del Lungomonte.

martedì 12 luglio 2011

lunedì 11 luglio 2011

Brava Dudu

100

Una settimana alla volta 4-10 luglio

Lunedì si apre con un consiglio provinciale sperduto sulla darsena pisana. Sostegno ai lavoratori dei cantieri che come molti altri scontano fino all'osso la crisi. Sindacalisti e politici si aggirano come animali in solitaria. Una scena da film. Martedì si replica la maggioranza sui rifiuti; i toni più sereni permettono risultati, sul fotovoltaico e sul pirogassificatore. I rifiuti nelle mani di Enrico da Pontedera. Si delinea un quadro del piano dei rifiuti tutto da reinventare. Ecco perchè Macelloni oggi è un generale e i suoi più acerrimi nemici, marescialli di battaglia, mandati a morire per una causa che non accettano nemmeno loro. Picchi "WWF" Valter dispensa serenità ai più riottosi. Il fotovoltaico è lasciato nelle mani degli ingordi; qualcuno è fuggito in tempo dalla palude, lasciando gli stivali piantati nella melma. -In tempi di guerra, si fuggiva anche scalzi- diceva sempre mio nonno Italo, deportato in Germania nel 1944. Mercoledì con Giovanni Russo Spena, parliamo alla festa di Rifondazione, di antimafia sociale e di Peppino Impastato davanti a molte persone attentissime. Giovedì invece Luciano Gallino sul Manifesto risponde a quei compagni che avevano criticato presa di posizione troppo esplicita a fianco i Landini e la Fiom. Ma una notizia interessante è quella sugki Hackers- Anonymous; Colpita la cellula italiana, dice il Manifesto. Mi incuriosisco e scopro che gli attacchi degli hacker non sono altro che "DDoS" e che non hanno sottratto dati o danneggiato archivi. Semplicemente un DDoS altro non è che la reiterata richiesta, da uno o più computer, di accedere a un sito internet. Quando le richieste superano la soglia di sostenibilità, il sito rimane paralizzato e dunque irraggiungibile. Intrigante. Venerdì in provincia si ricorda Roberto Orlandini, bravo sindaco morto prematuramente. La manifestazione encomiabile, mette in risalto dal punto di vista coreografico, le potenti divisioni dentro il Pd. La sera a Volterra con Zappolini, iniziativa di Libera e Avviso Pubblico e cena di sostegno alla cooperativa di Lentini, tutto sotto la regia di Cesare Bartaloni, che non faceva male nemmeno il sindaco prima dello tsunami. Sabato, leggo il doc di Sel per Pisa che onestamente avrei scritto in un altro modo, ma confido in Carlo S. che saprà come spiegarlo.La partita pisana è partita grossa e delicata e va affrontata con cervello (e cuore), stomaco no! Ma la notizia vera la dà la responsabile della direzione provinciale del lavoro, Annamaria Venezia, che presenta i dati sul primo semestre 2011; registrate 1.887 violazioni amministrative e 79 ipotsi di reato, con collegamento diretto tra lavoro irregolare e infortuni. " Si evidenziano numerosi casi di sfruttamento di lavoratori extracomunitari; un fenomeno molto comune nel settore degli appalti". Chi sono i veri illegali??? Che la città e l'area pisana se lo domandi alla svelta. L'amministrazione provinciale sospende ufficiammente il fotovoltaico e "NOI" portiamo a casa un risultato frutto di un lavoro serio e coerente. Sul Tirreno spicca la notizia dell'evento della settimana (sich!!): la festa di Amici a Tirrenia e io mi chiedo che fino a quando la cultura sarà pagata dalle associazioni di categoria, perchè purtroppo in mancanza di risorse questo accade, saremo costretti a vivere in una eterna televisione fatta di sfilate di moda e di bellezza, piccoli scimmiottamenti che hanno fatto grande il belusconismo. Altri tempi "la ragione insidiata"ai pisani... Sabato sera festeggio 53 anni con amici cari (che son pezzi ormai rari!), fino a tardi, molto tardi. Domenica dormo, vado al mare e mi leggo sui giornali "mentre dico a tutti quando finiranno i lavori della bretella del cuoio!!!". Poi arriva forte la notizia a/Normale sull'arresto di un ragazzo in piazza dei Cavalieri e in questi casi, più di altre volte, penso che la battaglia per la legalità se non è legata a quella per la giustizia sociale, può sfociare con facilità in atteggiamenti securitari e questo la Sinistra lo deve scongiurare. E' un dovere civico. ... e allora, baci e abbracci e buonanotte al secchio. gs

domenica 10 luglio 2011

Omaggio al "suonatore Jones".

Caro Fabrizio amico mio , nessuno quanto te ha mai saputo quanto mi piaceva cantare e suonare, insieme; a squarciagola e sguaiati, dopo aver bevuto o alla fine di qualche corso di formazione dell'Arciragazzi, dove abbiamo dato il meglio della nostra creatività, ma anche da soli, io e te, come ci accadde la prima volta, un pomeriggio del 1984, a casa tua, il giorno del nostro compleanno il 3 luglio. Suonammo e cantammo, chiusi nel tuo appartamento al villaggio 100 fiori, fino a sera; e quanto venne Giovanna per festeggiare con noi la fine della serata, ci trovò ubriachi di felicità e non solo. Avevamo cantato tutto quello che ci era passato per la testa, da l'Internazionale, a "Piccolo grande amore"di Baglioni (è nata quel giorno la versione mimata che abbiamo fatto cantare a tutti chissà quante volte), passando per Guccini e via ... L'abbiamo fatto tante e tante altre volte. Ricordi "il suonatore Jones" di De Andrè :- ..."e poi se la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita"... E come ti piaceva essere il suonatore Jones, con le spalle negli angoli , tu che amavi il "noi"e poco ti interessava l'io. Ieri sera ho festeggiato il compleanno con molti dei nostri amici di sempre e quando qualcuno mi ha chiesto di cantare, così per gioco, io non ho retto la battuta forte:- "non canto più da quando il mio chitarrista se ne è andato."Qualcuno ha capito, non tutti però; un po' è così, non canto più ( e mi dispiace perchè mi divertivo) e un po' mi piace dirlo, perchè alcuni si incuriosiscono (cantavi? e con chi?) e così parlo di te senza sembrare uno scemo... Suona anche per me, ovunque tu sia fratello mio, non smetterò mai di ascoltarti e di cantare sottovoce. Gabriele

sabato 9 luglio 2011

Sinistra

"Per una Pisa migliore"

serve cervello e cuore

e popolo.

giovedì 7 luglio 2011

Gallino:"Così si va a destra"

INTERVISTA di Francesco Paternò Il Manifesto

Il sociologo Luciano Gallino non ha dubbi: l'intesa sul lavoro firmata dalla Cgil il 28 giugno scorso «rappresenta uno spostamento a destra». E continua a pensare anche che alla Fiat non dispiacerebbe avere un «pretesto per ridurre o rinunciare agli investimenti in Italia». L'accordo interconfederale con la Confindustria riavvia un processo di contrattazione unitario che pare però preoccupante. Il contratto nazionale non diventa così sempre derogabile? In effetti il secondo comma dell'art. 7 dell'accordo prevede che in presenza di «situazioni di crisi» o di «investimenti significativi» si possono modificare gli istituti del CCNL. Sia le une che gli altri possono venire definiti in cento modi diversi, in specie nelle piccole e medie imprese. Perciò, di fatto, in tema di prestazioni lavorative, orari e organizzazione del lavoro, il CCNL è derogabile praticamente senza limiti. L'accordo non toglie quasi definitivamente la possibilità per i lavoratori di votare intese firmate dai vertici sindacali? Non mi pare vi siano dubbi. Quando un accordo aziendale è firmato da una rappresentanza certificata, i lavoratori non hanno più la possibilità di esprimere il loro consenso o dissenso in merito ad esso. In astratto, potrebbero anche organizzarsi per esprimerlo, ma stando all'accordo interconfederale esso non avrebbe alcun valore. Paradossalmente, il principio per cui i lavoratori hanno comunque il diritto di esprimersi mediante il voto è ribadito con particolare forza dallo statuto della stessa Cgil. Secondo lei, perché la Cgil oggi ha firmato quel che nella sostanza è la stessa cosa che non ha firmato nel 2009? Da anni la Cgil ha tutti contro: le altre due confederazioni, il governo, il 90 per cento degli accademici che si occupano di lavoro, i media, perfino gran parte dei politici del centro-sinistra. L'accordo in parola rappresenta senza dubbio uno spostamento verso destra, ma in un contesto politico e culturale che nonostante la crisi, o meglio proprio per sfruttare la crisi, appare sempre più virare a destra, un'organizzazione così vasta e complessa non può non avvertire anche al proprio interno spinte per portarsi su posizioni meno distanti da quelle dominanti. Quale è il suo giudizio sulle Rsa? I membri delle Rsu sono eletti dai lavoratori. I membri delle Rsa sono designati dai sindacati, anche se minoritari. In altre parole le Rsu sono una forma, imperfetta quanto si vuole, di democrazia diretta o partecipativa. Le Rsa sono un'ennesima forma di democrazia per delega dall'alto. Sono per la prima forma di democrazia. La centralità che assume sempre di più la contrattazione aziendale non rischia di accentuare la tendenza alla frammentazione del sistema industriale italiano? Su questo non c'è il minimo dubbio. Un sistema che è già di per sé il più frammentato della Unione europea a 17 ed è molto meno organizzato, ad onta delle infinite discussioni su distretti in forme di cooperazione interaziendali come avviene invece con i «poli di competitività» in Francia, le «reti di competenza» in Germania, ecc. Come valuta la «tregua», in sostanza la sospensione del diritto di sciopero? E' un altro colpo inferto alla libertà di associazione e di azione sindacale. Cosa prevede nelle relazioni fra Fiat e Fiom, se il prossimo 18 luglio il tribunale desse ragione al sindacato sul contratto di Pomigliano? Ho l'impressione che alla Fiat non spiacerebbe avere un pretesto per ridurre o rinunciare agli investimenti in Italia. Il suo centro produttivo è ormai in Brasile e in Messico, dove a Toluca vengono costruite sia la 500 che i macchinoni Chrysler da vendere in Italia e in Europa con la placchetta Lancia o Alfa Romeo. Nel 2010 la Fiat ha prodotto in Italia meno auto di quante non ne abbiano prodotte al loro interno Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca e Serbia. Ritornare ad essere, dall'ottavo, anche solo uno dei primi tre costruttori è un impegno di enorme portata. Se ai lavoratori italiani e alla Fiom potesse venire appioppata definitivamente l'accusa di essere inaffidabili, poco produttivi, renitenti alle forme moderne di organizzazione del lavoro, il disegno americanocentrico del Lingotto ne sarebbe facilitato.

Omaggio a Daniela e Ale

Grande cena e gran menù. -Antipasto: baccalà alla vicentina con radicchio griglato, crostino di bastardo del Grappa e gelatina di aceto balsamico. -Primo:Tagliolini alle acciughe fresche con pomodorino pachino e mandorle tostate -Secondo:Fritto misto (paranza, gamberi, calamari, polipo, cozze, acciughe in pastella)- -Dolce:Bignè alla crema con cioccolato fondente fuso e gelato- Tortina di compleanno con candela: tartelletta di frutta -Vini: -Pinot bianco, Hofstatter joseph -Chardonnay, Cantina Traminde Vite, Hofstatter -Pinot grigio Friuli, Cormons -Tramin bianco, Cantina Tramin Questo post è un omaggio a quegli amici che ogni tanto ti riconciliano con i veri piaceri della vita. Chapeau!

martedì 5 luglio 2011

Una settimana alla volta 27 giugno 3 luglio

Settimana che anticipa sensazioni forti... Proviamo a descriverla. Lunedì Firenze per viabilità; ribadisco che i soldi destinati da Matteoli per la strada 68 verso Siena sono fuori da ogni programmazione pisana. Bisogna reagire con forza e dirlo come centro-sinistra a Enrico Rossi . Evitare di rafforzare il programma della giunta di Volterra. Il nostro obbiettivo è la sistemazione della strada 439 verso Saline. La sera interessante riunione di Sel sull'area pisana. Crescono idee di governo. Martedì Verso la convenzione del Trasporto Pubblico Locale, mentre azienda e sindacati si attardano a questionare sulla risorse del 2011, senza rendersi conto di cosa ci aspetta nel 2012. La sera, a Lari incontro con Libera, don Armando e quelli che hanno partecipato alla carovana antimafia. Si rafforza la bellezza del fare le cose giuste. Mercoledì Giunta dialettica su quale area pisana, quali infrastrutture e quali risorse. Urge l'esigenza di approfondire il piano strutturale d'area e portarlo quanto prima in approvazione. Con un'intervista,Tognocchi "scavalca" tutti sulla discarica di Peccioli e il Pd sbanda. Le fibrillazioni interne al Partitone non aiutano, anche se Nocchi mi pare lavori con grande attenzione e serietà. Viene alla luce la vicenda della ragazza sanminiatese Pd che ha girato un film hard. La politica reagisce con serietà, rigettando alla svelta alcune interpretazioni di basso profilo. Personalmente temo molto di più quei soggetti che fanno i violenti fra le mura domestiche e i democratici per strada. La sera del Mercoledì iniziativa bella in piazza a Montecatini Valdicecina contro la corruzione, e la partecipazione di tante persone. A Pisa i Gatti Mèzzi presentano il loro nuovo Cd e sbancano. Bravi per davvero. Vasco Rossi annuncia ai giornali che si dimette da rock star. In fondo ultimamente saltella sul palco, ma è una mia opinione, per carità.Non me ne vogliano i suoi sostenitori. Giovedì Adele fa l'esame e tutti speriamo in bene,( che è una frase celebre). Sel fonda il circolo del lungomonte; e dopo la stagione della polvere ci siamo ancora. Come ci siamo la sera, a San Giuliano, con Ric a portare acqua al mulino, perchè ci hanno insegnato il senso della responsabilà profonda. Venerdì Mattina a Fauglia a ragionare di lavori e giro nelle zone delle colline. Modafferi dice la sua sugli spazi a Pisa ... A Corleone invece, decine di ragazze e ragazzi toscani hanno iniziato l'esperienza sui terreni confiscati e le notizie che arrivano dal web, sono di totale entusiasmo. Santoro non va a La 7 e io non mi straccio le vesti. Sabato Il Picchi si supera sul fotovoltaico e già aveva ribadito i la contrarietà al pirogassificatore, potenza delle mutazioni. Filippeschi come ogni anno chiede di tagliare l'erba all'innesto dell'autostrada a San Piero ed io come sempre ripeto che è competenza dell'Anas e tutti gli anni qualcuno gli suggerisce che tocca alla Provincia. Martedì saremo a Firenze all'Anas col comune di Pisa per la nuova rotatoria, lì ribadiremo le competenze. Speriamo che i soliti suggeritori capiscano una volta per tutte. Landini, il capo della Fiom, a chi gli chiede se, dopo l'accordo firmato dalla Camusso, lascerà la Cgil, risponde che "la Fiom è la Cgil", avendo contribuito a fondarla. E la risposta mi pare non faccia una piega. Drante la giornata di sabato, penso ogni tanto a mio padre che sette anni fa ci ha lasciato e penso a quel suo modo mite di esse di sinistra e un po' mi manca. La sera del sabato vado a cena con Giov da Daniela e Alessandro e a mezzanotte dopo una cena spettacolare, a sorpresa, fanno festa per il mio compleanno, che io non voglio mai festeggiare.Spengo anche le candele e penso che il 3 luglio è anche il compleanno di Fabrizio, che rammento piano e mi pare che senta. Domenica Il mio compleanno continua, quest'anno robona. Le mie ragazze mi fanno regali e organizzano anche una festa con i miei amici di sempre, da fare fra qualche giorno. Leggo Ovidio e apprezzo le sue foto, poi vado al mare; Nichi Vendola mi convince sul Manifesto. La sera, con Giov e la Piera (mamma mia), vado a vedere Adele danzare a San Giuliano e mi riconcilio col mondo, perchè vedere danzare Adele davanti alle terme, mi fa stare bene e mi fa guardare la piazza con occhi rasserenati e come mi succede ogni volta, fa sentire quei luoghi un po' miei. gs P.S. abbracci e omaggi a Daniela e Alessandro, organizzatori di una delle migliori cene di questo terzo millennio da poco iniziato. Menù
Antipasto: baccalà alla vicentina con radicchio griglato, crostino di bastardo del Grappa e gelatina di aceto balsamico. Tagliolini alle acciughe fresche con pomodorino pachino e mandorle tostate Fritto misto (paranza, gamberi, calamari, polipo, cozze, acciughe in pastella) Bignè alla crema con cioccolato fondente fuso e gelato Tortina di compleanno con candela: tartelletta di frutta Vini: Pinot bianco, Hofstatter joseph Chardonnay, Cantina Tramin de Vite, Hofstatter Pinot grigio Friuli, Cormons Tramin bianco, Cantina Tramin

domenica 3 luglio 2011

L'acquedotto pugliese e il referendum



Nichi Vendola
domenica 3 luglio 2011
Il Manifesto




Siamo proprio certi che tocchi alla Puglia il ruolo di campo di battaglia post-referendario? E’ Acquedotto pugliese e la sua ripublicizzazione l’emblema del male che il referendum ha spazzato via?

Più passano i giorni e più mi accorgo che in questa disputa contro la Puglia stanno godendo di un’insopportabile coltre di silenzio omissivo tutti i gestori idrici italiani, pubblici e privati, mai interpellati per adeguarsi ai tempi nuovi aperti con la consultazione elettorale. Accade quindi che i privatisti sconfitti stanno approfittando e consolandosi attraverso il fratricidio culturale che mi vuole colpire, e mentre ciò accade stiamo rischiando di far risvegliare gli italiani in un mondo che non cambia di una virgola.

Oggi decido per questo di tirare fuori dall’ombra e puntare un riflettore esigente su tutti gli ambiti idrici italiani, che ad oggi non paiono smuoversi per rivolgere una richiesta esigente nei confronti dei propri gestori (Acea, Arin, Publiacqua, Hera, ecc.), affinché valutino la possibilità di adeguarsi al risultato referendario.

Per far questo ho quindi la necessità di declinare le mie generalità: il mio impegno e le mie decisioni per Acquedotto pugliese.

L’acqua che distribuiamo non sgorga in Puglia ma nelle regioni vicine, alle quali paghiamo il costo industriale della risorsa e il risarcimento ambientale. Ditemi se in giro esiste una dinamica idraulica simile. Il lungo percorso per giungere nelle case del pugliesi ha generato, nell’ultimo secolo, una rete di oltre 21.000 chilometri. Il mondo accademico studia in Puglia gli acquedotti interconnessi e unicursali. Ma non basta. La morfologia generalmente pianeggiante ha escluso dai testi di fisica letti in Puglia il concetto di spostamento per gravità e da quelli di idraulica il movimento a pelo libero. Ci tocca sollevare, spingere, cioè fare la felicità delle imprese elettriche. Il percorso dell’acqua non finisce all’imbocco dello scarico del lavandino: abbiamo il bisogno di depurarla e il nostro unico corpo idrico è il mare. Altre regioni possono beatamente usare i fiumi e i torrenti, come lavatrici naturali, noi no. Pensate a Milano: il primo impianto di trattamento è del 2005, prima scaricava i propri liquami nell’agonizzante fiume Lambro. Scaricare in mare? Apriti cielo. La balneazione, il turismo e quindi l’economia ne può soffrire. Ecco la risposta, originalità nell’originalità: l’affinamento. Si avvia il processo di affinamento dei reflui per il riutilizzo in agricoltura. In Puglia, con legge approvata durante il mio mandato, l’affinamento è misura di qualità e quantità del servizio idrico integrato, e su google alla voce affinamento emergono solo links pugliesi.

Questo è il contesto storico, idraulico e geomorfologico entro cui la Puglia è costretta ad operare, e vi prego di dirmi se ci sono altri casi che pur lontanamente possono somigliare, in termini di efficienza ed economicità da assicurare. In questo contesto mi ritrovavo ad operare quando i pugliesi mi elessero e nello stesso mi muovo oggi: con minori problemi, lasciatemelo dire, grazie ad una gestione oculata ed efficiente che ho imposto subito, e che però mi espone ingiustamente a dare risposte che ho già dato con le leggi e gli atti del mio mandato. E’ un’ingiustizia per la storia tribolata della Puglia, la quale – e costi quel che deve – non diverrà mai lo scalpo per tacitare i privatisti, che così facendo, altrove e senza il fastidio del clamore, continueranno a favore i loro comodi, o far vincere la demagogia. Ho cominciato il mio mandato con Acquedotto pugliese che registrava perdite per mancata fatturazione, frutto di disorganizzazione e disimpegno, e perdite fisiche pur nella media italiana ma insopportabili per una regione che paga l’acqua alle regioni vicine. Oggi sono ridotte le une e le altre.

Il primo scoglio che ho dovuto superare quando sono arrivato era un bond che abbiamo rinegoziato al 6,92 % annui, eliminando dal paniere il pericoloso titolo (tra gli altri) General Motors. Se non l’avessimo fatto oggi Aqp sarebbe fallita.

La depurazione era affidata a società esterne, oggi è internalizzata. I fanghi della depurazione erano smaltiti con notevoli costi, oggi una sensibile percentuale è trasformata in concime dalla stessa Acquedotto. Gli investimenti erano al rango di una qualsiasi azienda idrica con poche centinaia di chilometri di rete, oggi si fanno nella misura di 200 milioni l’anno per corrispondere ad un piano d’investimenti di 1 miliardo e 500milioni fino al 2018, di cui 500 di contributo regionale ed 1 miliardo ottenuto dal credito bancario. Il credito bancario. Quando sono arrivato le banche non aprivano le loro porte con sollecitudine agli amministratori di Aqp, oggi il rating è maggiore di Fiat, Wind, Piaggio ed altri, e ci fanno trovare le porte aperte per invogliarci a diventare clienti.

Con questa “rivoluzione” il mio governo e la mia maggioranza hanno approvato una legge per la ripublicizzazione, superando subito l’ostacolo di dover reperire 12.200.000 di euro per acquistare le azioni detenute dalla Basilicata. Senza questa operazione finanziaria non avremmo potuto fare alcuna ripublicizzazione, ed oggi mi addolora chi si manifesta perplesso sulla ripublicizzazione, pensando alla mia maggioranza ed ai funzionari regionali che hanno dato il meglio per resistere alle critiche e per fare in modo che la somma utilizzata potesse rientrare nel massacrato bilancio regionale attraverso le riserve straordinarie di Aqp. Mentre tutto ciò accadeva e nello spirito del referendum, mi accoglie una richiesta di eliminare il 7% della remunerazione dalla tariffa, con la mala fede di chi sa che questa richiesta va inoltrata all’autorità regolatrice, cioè ai sindaci pugliesi.

Questa richiesta non è tecnicamente perorabile perché in Puglia la remunerazione non è “profitto”, serve a pagare gli interessi alle banche per accedere al miliardo di euro di investimenti già programmati e lo sciagurato bond su cui mi aspetto una class action nei confronti di chi se ne rese protagonista. Io non mi aspetto che i sindaci autorizzino una riduzione tariffaria del 7%, anche perché a ciò corrisponderebbe almeno la proporzionale riduzione degli investimenti: cioè l’acqua, la fogna e la salute per i pugliesi, ed in particolare per quelli più deboli.

L’unico motivo reale di dibattito, e me ne duole non aver potuto soddisfare la richiesta, attiene al quantitativo minimo vitale, che il bilancio regionale non è in grado di assicurare, perché il costo ammonterebbe a circa 70 milioni di euro. Non abbiamo la disponibilità di questa cifra anche grazie al governo nazionale che ha falcidiato le finanze delle regioni, e ciò nonostante stiamo per approvare in consiglio regionale un ordine del giorno per garantire il minimo vitale, attraverso una richiesta ai sindaci di rimodulazione tariffaria, incentrata sul pagamento gradualistico in base al reddito e al principio chi spreca paga, senza modificare il piano degli investimenti.

E’ l’unica soluzione in questo momento, ed è l’unica a causa dei tagli del governo, quegli stessi che mi inducono a chiedere quando arriverà il giorno in cui capiremo che la battaglia generale contro il governo sui tagli appartiene anche ai sostenitori di battaglie settoriali? Quando capiterà che di fronte ad una battaglia settoriale di vitale importanza, come in questo caso, la voce dei sostenitori si leverà più forte, determinata e chiara? Devo aspettare ancora molto per vedermi accompagnato da un presidio permanente aperto sotto Palazzo Chigi?

Avrei potuto trincerarmi dietro la competenza dei sindaci sulla tariffa le sue modifiche, o magari mettermi alla testa di chi ha il diritto di reclamare anche l’impossibile nei confronti dell’autorità regolatrice delle tariffe (sempre i sindaci): vi prego di credermi, avrei saputo fare bene. Ma non è il mio costume. Ho promesso una stagione di riforme e le riforme non si raggiungono prendendo in giro, o eccitando l’orgoglio di una battaglia e così calpestando chi come me vuole soltanto raggiungere per davvero l’approdo comune.

Fabrizio 3 luglio 1950

Ovunque tu sia, amico nostro, stai bene e buon compleanno.

sabato 2 luglio 2011

babbo

Omaggio a Romeo, un uomo mite e perbene, che credeva nella giustizia sociale.
27-11-1933/2-7-2003

venerdì 1 luglio 2011

Giulio Cavalli: Con Sel per costruire la sinistra"

Dal sito di Sel. Giulio Cavalli lascia l’Italia dei Valori. Grandi cambiamenti stanno avvenendo nell’Idv. E infatti, appena dopo le elezioni di Milano, Cavalli ha dapprima lasciato l’incarico di segretario cittadino. Adesso lascia il gruppo regionale di Di Pietro per confluire in Sel. Ad Affari ne spiega in anteprima le ragioni: “Non condivido la linea liberaldemocratica che ha preso il partito. La dirigenza locale? Contrasti, mi ero stufato di fare il dissidente. So che qualcun altro sta pensando di passare a Sel come sto facendo io… ” Giulio Cavalli, perché lascia l’Idv? Perché abbiamo tenuto delle battaglie insieme, ma ci sono delle sensibilità diverse. La mia storia è una storia fortemente di sinistra. Siccome ho rispetto per le valutazioni politiche e per le scelte politiche, direi che il sentire comune era un po’ venuto meno. Vendola ha più appeal di Di Pietro? No, non è questa la questione. La scelta di Sel è la scelta di partecipare attivamente a un cantiere, a un progetto ampio sulla sinistra. Non è una questione né di Di Pietro né di Vendola. Tuttavia lei ha preso delle posizioni dure contro la dirigenza locale, sia prima che dopo le elezioni. Questo ha pesato? Ha pesato perché non penso che sarebbe stato per me il caso di continuare con questo ruolo di dissidente interno. Io voglio costruire e fare politica. Nell’Italia dei valori c’è gente che è assolutamente allineata su posizioni che non sono assolutamente le mie. Non ho trovato divertente continuare ad essere problematico. Per esempio, quali sono i problemi dell’Italia dei valori? Il problema è una posizione liberaldemocratica che è uscita prepotentemente nell’ultimo periodo. Questo partito, con il mio ingresso ma non solo con il mio, aveva raccontato una storia con valori fortemente di sinistra. Valori che evidentemente in questo momento non sono più priorità. C’era anche un problema di qualità delle persone all’interno dell’Idv. Alcuni dei dirigente avevano delle incompatibilità. Nel gruppo regionale questi problemi non li abbiamo mai avuti, ma all’interno del partito certe situazioni sono state abbastanza spigolose. Dopo Cavalli, altri, in Europa o a Roma, potrebbero abbandonare l’Idv per Sel? So che qualcuno ci sta pensando. Nel momento in cui si fa protesta, è molto facile stare insieme. Nel momento in cui si fa proposta, le differenze inevitabilmente escono. Ma chi è? Giulio Cavalli, Milano 1977, fonda a Lodi nel 2001 la compagnia Bottega dei Mestieri Teatrali. Firma il testo e la regia delle prime produzioni Il Cantafavole Muto, Tetiteatro e un chicco di caffè, Carro Poetico, Pulvere de Katabatù e Filo Spinato. Nel 2006 Paolo Rossi, che cura la supervisione artistica di Kabum!..come un paio di impossibilità! – spettacolo sulla Resistenza in Italia – lo spinge a salire sul palco, segnando l’inizio della sua vita di ‘narratore’. Nello stesso anno mette in scena (Re) Carlo (non) torna dalla battaglia di Poitiers giullarata in occasione del quinto anniversario della morte di Carlo Giuliani, che debutta in Piazza Alimonda a Genova scelta da Giuliano e Haidi Giuliani per l’iniziativa “per non dimentiCARLO”. Da allora il percorso artistico si è andato definendo sia dal punto di vista tematico che dal punto di vita stilistico. Gli spettacoli si ispirano al presente, tenendo fede ad un’idea di teatro come mezzo per mantenere vive pagine importanti della nostra storia. Assume quindi sempre maggiore importanza la fase di ricerca preliminare alla stesura dei testi: i dati raccolti entrano nel tessuto drammaturgico rimanendo impressi nella memoria dello spettatore. La recitazione, sempre serrata, spesso include brani in grammelot lasciando spazio all’improvvisazione e al sorriso anche durante il racconto di eventi drammatici. La musica, rigorosamente eseguita dal vivo e composta per gli spettacoli, diventa un elemento distintivo e caratterizzante. Il 18 dicembre 2007 debutta al Piccolo Teatro di Milano Linate 8 ottobre 2001: la strage, scritto insieme al giornalista Fabrizio Tummolillo, un monologo sull’incidente aereo costato la vita a 118 persone. Dopo essere stato ospitato negli oltre 20 comuni produttori lo spettacolo è costantemente in tournée. Il giorno prima del processo di Cassazione che ha chiuso le vicende legali legate all’incidente è stato rappresentato al Teatro Quirino di Roma alla presenza di tutti i membri del Comitato 8 ottobre.Nel settembre del 2007 al Teatro dell’Elfo di Milano la prima di Bambini a dondolo, dramma sul turismo sessuale infantile, ospitato nei mesi di ottobre e novembre al Teatro Ambra Jovinelli di Roma e al Teatro Elicantropo di Napoli. Il 27 marzo 2008 è stata presentata al Teatro alle Vigne di Lodi l’anteprima di Do ut Des, spettacolo teatrale su riti e conviti mafiosi, coprodotto dal comune di Lodi e dal comune di Gela, con collaborazioni importanti come quella della casa memoria “Felicia e Peppino Impastato” ed il Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato”. Lo spettacolo debutta, poi, ufficialmente al Teatro Franco Parenti di Milano. Nel 2008 ha debuttato Primo L. 174517 liberamente ispirato alla versione drammatica di Se questo è un uomo di Primo Levi e Pieralberto Marchè, progetto coprodotto dalla Regione Lombardia- Next. Nel giugno 2009 debutta al Teatro Augusteo di Napoli con L’Apocalisse rimandata Ovvero benvenuta catastrofe di Dario Fo e Franca Rame, coprodotto dal Napoli Teatro Festival Italia e con il sostegno di NEXT, dove Cavalli è in scena per la prima volta con un testo di cui non è autore. Cura, però, l’adattamento del testo aprendolo a contaminazioni diverse e mettendo in moto un singolare teatro d’inchiesta. Sempre del 2009 (debutto a Milano in ottobre) è A cento Passi dal Duomo, scritto con il giornalista Gianni Barbacetto, direttore di Omicron (Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord), spettacolo definito dallo stesso Cavalli “una ninna nanna dolce per un risveglio brusco di quella Lombardia che si crede immune dalla mafia”. L’ultimo lavoro, Nomi, cognomi e infami è stato presentato nel dicembre 2009 nell’ambito del festival Teatri della Legalità (progetto della Regione Campania), un spettacolo che narra di storie di mafia, camorra, soprusi e ingiustizie ma anche di persone che hanno scelto di non piegarsi agli uomini d’onore. Dalla stagione 2007-2008 Giulio Cavalli è, inoltre, direttore artistico del Teatro Nebiolo, vivace sala situata nella provincia di Lodi, a Tavazzano con Villavesco (LO) che sta per inaugurare il suo terzo anno di attività. Collabora in articoli di inchiesta con alcune testate giornalistiche e online.