mercoledì 30 aprile 2014

Memoria

 Pio La Torre e Rosario Di Salvo



lunedì 28 aprile 2014

Una settimana alla volta


E' stata una domenica uggiosa che ha chiuso un periodo fatto di mille cose, iniziato con le vacanze di Pasqua.
In questi 15 giorni: la ricognizione delle carte in Provincia, un giro sulle strade del vino con Giov, un pranzo con un giovane candidato eccellente della lista Tsipras, il 25 aprile alla Romagna, l'Agrifiera,  e la presentazione delle liste elettorali a San Giuliano. Quella di Sel, molto bella con tanti giovani.
E polemiche sulle elezioni, a non finire. Di tutti i tipi.
I candidati a Sindaco sono otto. Tutte persone dignitose, nessun fuoriclasse. Alcuni sono vicini al mio modo di pensare, altri lontanissimi.Questo passa il convento "nel terzo millennio" ai Bagni.
In Europa voterò la lista Tsipras (perchè possa incontrarsi con Schultz, come dice l'uomo di Terlizzi). E' l'unico leader che propone una vera  alternativa alla politica delle banche. Sogno l'Europa dei popoli e cerco di dare il mio piccolo contributo. Lo strumento della "lista italiana" che raccoglie pezzi di sinistra triste e intellettuali-ali-ali, mi piace meno. Ma che non mi convinceva l'ho manifestato a gennaio, a un congresso a  Riccione, dove andava fatto. Ora bisogna lavorare a testa bassa per il successo. Voterò Lista Tsipras e darò la preferenza a Marco Furfaro, un giovane che guarda al futuro con semplicità (che è difficile a farsi...).
Per tornare a San Giuliano, di fronte a questo dilagare di liste che mettono insieme spesso aggregazioni di scopo più che di idee, mi sento di affermare la seguente tesi: per me lo scontro rimane con la destra. E' il momento di serrare le file e lo dico alle sparpagliate correnti del Pd.
Ma mi sento di dirlo, già  ora per dopo, anche ai candidati e alle liste  che hanno il cuore a sinistra, e ce ne sono.
Il candidato a sindaco di centro-sinistra, Sergio Di Maio, deve uscire dal guscio, direbbe la Piera, mia madre. Io lo sosterrò con lealtà, anche se la mia preferenza  di partenza era per "mio fratello" Franco Marchetti (che comunque sosterrò dentro la lista di Sel). Ma in politica essere leali è fondamentale. E ora quindi "Forza Sergio".
La novità ultima è rappresentata dai grillini presenti alla competizione. Prenderanno voti. Esprimono dissenso senza progetto. Toccano corde che di questi tempi vanno per la maggiore- "essere contro la politica, che è tutta uguale"-dicono loro e "spaccano". Spero siano smascherati nella loro pochezza.
Io continuo a pensare, che il vero avversario per la sinistra di San Giuliano resti Luvisotti. Anche se ormai ottantenne, è il migliore a destra. Un cavallo di razza, piaccia o no.
Ha inventato Nicosia per evitare che qualcuno "dei suoi" prendesse forza. Ha "obbligato" tutti i partiti del centro destra (Forza Italia, Lega, quelli di Alfano ) e una lista civica fino a ieri mascherata, all'accordo. Un capolavoro. Il resto sono chiacchiere.
Il  centro-destra  va respinto, come abbiamo sempre fatto dal dopoguerra ad oggi. Se vincesse le elezioni, sarebbe come dare uno schiaffo alla storia delle nostre terre.
La sinistra dovrebbe ritrovare l'unità a partire dalla sua storia, appunto. Certi caporioni dovrebbero fare un passo indietro.Invece non è facile arretrare per alcuni, anche se a volte potrebbe essere elegante.
Certo questo Pd nei suoi otto anni di vita, qui a San Giuliano casini ne ha fatti. E i suoi dirigenti portano responsabilità grandi come case. Ma anche i miei amici  "della rivoluzione senza popolo", dove possono arrivare da soli..
Bravi, spesso condivisibili, ma qual'è il progetto? Insomma la sinistra in tutte le sfaccettature compresa "la mia", è sgonfia e si vede. Speriamo nel suo popolo che è sempre più avanti. E nei suoi giovani, come i nostri di Sel, che stanno lavorando da quattro mesi con grande entusiasmo.
Cosa accadrà lo vedremo dopo il 25 Maggio.
Io continuo a sperare che la Sinistra di governo si affermi e che San Giuliano ritrovi la strada maestra, con gli ultimi nel cuore. Una grande ripartenza, come si dice nel calcio.
In mezzo a questo bailamme,  io non abbandonerò il mio lavoro per l'antimafia, che continua tutti i giorni. I primi di maggio andrò a Cinisi alla manifestazione per ricordare il grande Peppino Impastato. E poi, le passioni vere: aspetterò l'estate ed i mondiali di calcio nella notte, e leggerò nell'ordine Volponi, Wu Ming, JoNesbo, Landsdale, Auster, Roth e rileggerò Magri (Il sarto di Ulm). Ho già steso i libri sulla scrivania di casa. Andrò al mare e lavorerò finalmente alle mie filastrocche. Sono in ritardo e  una "signorina bella, colta ed esigente" le aspetta da un po'.
In questi giorni ho anche messo a fuoco, che dopo 34 anni non sarò candidato alle elezioni amministrative. La prima volta fu nel 1980, avevo ventidue anni, l'età di mia figlia. Oggi sto per compierne cinquantasei.
"Il tempo passa, così è, ma non tanto". diceva il grande Garcia Marquez.
E' così.
Buon primo maggio
g






sabato 26 aprile 2014

25 aprile 1945

 Milano. Il CLN dell'alta Italia sfila per le strade di Milano dopo la Liberazione.
Ed io penso alla statura di questi uomini,che hanno da poco smesso il mitra, e sono in giacca e cravatta a festeggiare la libertà conquistata. E mi commuovo.
Sentivano di essere la nuova classe dirigente. Ne portavano la rsponsabilità.
Tutti in piedi!!!!!!!!!!!!!!!!




Io voto la listaTsipras

 Scelgo Marco Furfaro


venerdì 25 aprile 2014

Progetto memoria a San Giuliano Terme

Celebrazione del 25 Aprile. Oggi sui monti di Molina di Quosa, alla Romagna, sul luogo dell'eccidio nazifascista.
Presenti le istituzioni e molti cittadini, ma soprattutto tantissimi studenti, che per tutto l'anno grazie agli insegnanti lavorano sui temi della memoria, insieme all'Anpi e ai "testimoni del tempo".
Il progetto memoria compie 18 anni e resiste alle intemperie.
Questo 25 aprile è dedicato ai compagni comunisti , Eugenio Del Genovese, Vittorio Sfingi Benito e Beppe Buzzigoli, che la mattina del 25 aprile 1995 sotto una pioggia battente e alla presenza di tre persone, ispirarono all'amministrazione di allora l'idea del progetto con le scuole. 

La Romagna 25 aprile 2014

In cantina

Passar Pasquetta ad infiascare vino
fa ragionare col pensiero "fino".
Allarga il cuore, libera la mente,
fa chiacchierare a volte di "un bel niente".
E come è bello parlare a più non posso
mentre sorseggi un gran buon vino rosso.
Per non parlare del bianco di Donceto
che fa sembrare il mondo meno inquieto.
E se hai capito per bene la parata
e l'accompagni con coppa profumata
e pane fresco come non c'è n'è...
Ecco la festa, nell'aia,  su a Pontè.


A Pontè con Fabio Bentivoglio filosofo ed Emilio il cantiniere

mercoledì 23 aprile 2014

Una settimana alla volta








Sono passati ormai più di vent'anni da quel  marzo del 1994, quando Berlusconi entrò sulla scena politica in maniera dirompente e definitiva, vincendo le elezioni.
Allora, dopo aver fatto per tre anni l’assessore alla cultura, ricoprivo il ruolo di capogruppo del Pci-Pds in consiglio comunale a San Giuliano ed ero il responsabile del coordinamento dei Progressisti ( chi non ricorda “la  gioiosa macchina da guerra” di Occhetto).
Ad aprile di quell’anno, erano passate poche settimane dalla vittoria di Berlusconi, stavamo lavorando alla 
manifestazione nazionale del 25 aprile che si sarebbe tenuta a Milano. La Sinistra italiana, rispondendo all'appello  del quotidiano il Manifesto, sentì il bisogno di battere un colpo, in risposta alla vittoria di Forza Italia che insieme ai  fascisti di Fini e alla Lega Nord governava l’Italia.
Un atto di Resistenza appunto, di fronte a una sconfitta che nessuno  aveva messo in conto.
Una delle iniziative a San Giuliano, che prepararono quella giornata, fu fatta con due uomini speciali: Uliano Martini e Giuliano Campioni. Il titolo era “Dall'antifascismo all'antirazzismo”.
Uliano era stato partigiano della Brigata Nevilio Casarosa sui monti di Asciano, era Presidente dell'Anpi provinciale e non aveva bisogno di presentazioni. A San Giuliano ancora oggi è un mito ed a lui è intestata la biblioteca. Giuliano era stato il fondatore di Africa Insieme, certamente colui che insieme a Isa Ciani sua moglie, ha contribuito all'epoca, più di ogni altro, a lavorare per l'integrazione degli immigrati nella città di Pisa.
All'inziativa partecipava anche Mauro Paissan dei Verdi, eletto nel collegio di Pisa-San Giuliano con una percentuale altissima,  che ci inorgogliva e che faceva delle nostre terre “un feudo rosso”.
Avevamo pensato al dibattito e con quei protagonisti, perché sentivamo l’esigenza di riflettere sulla sconfitta elettorale, cercando di capire come i valori della Resistenza a noi cari, potessero  essere declinati e diventare strumenti attivi per una cultura da contrapporre al berlusconismo nascente, al razzismo della Lega e al neo fascismo in doppio petto di Fini. Volevamo  attaccare subito Berlusconi, il berlusconismo e la destra "resuscitata", evidenziando come il Noi e la comunità, la giustizia sociale e  la solidarietà, fossero fondamentali per la tenuta della democrazia. Come i valori della Resistenza fossere attuali e irrinunciabili.
L'iniziativa riuscì bene e consolidò nelle nostre terre, un lavoro che gettò ponti fra la politica tradizionale delle “sezioni” dei partiti della sinistra, le associazioni presenti sul territorio e le scuole. Un anno dopo fui eletto sindaco su quelle parole d'ordine e per tutti gli anni del mio lavoro a San Giuliano, quei temi sono stati l’architrave culturale delle nostre azioni politiche.
San Giuliano patria delle culture, dell'integrazione, dell'accoglienza, della pace, della giustizia sociale, della laicità delle istituzioni, dei diritti e del sostegno ai meno abbienti.
Questa è da sempre  l'anima delle nostre terre. Ed è in questi tempi bui che quest'anima deve tornare protagonista. Governare da sinistra con gli ultimi nel cuore.
Venerdì sarà il 25 aprile e purtroppo la situazione è peggiore di vent'anni fa quando credevamo di essere nell’anno orribile. Il berlusconismo è ormai cultura conclamata (e non una macchietta passeggera, come qualcuno l’aveva battezzata, sottovalutandolo). I poveri sono più poveri e l'Europa dell'euro, tanto agognata alla fine del secolo scorso, non è l'Europa della solidarietà e dei popoli che avevamo sognato.
L’individualismo ormai è elemento che ha contaminato parte della sinistra e gli ideali e le passioni hanno lasciato spazio ai bisogni immediati e agli egoismi (“mai nel mio giardino”, è ormai  la parola d’ordine che più va di moda). La politica, per molti pare non serva più.  Anzi, dirsi apolitici  urlando, oggi è un distintivo. Un lasciapassare per credersi migliori. Trovarsi intorno a bisogni imminenti , "il comitatismo" è la forma d'aggregazione che va più di moda.  La solidarietà spesso è un ingombro. La comunità non c'è più.
Così non può andare. Bisogna ostinarsi a credere che così non potrà durare.E agire, controvento.
La politica, deve tornare al centro della contesa.I partiti devono essere luogo di eleborazione di idealità. Non comitati elettorali.Bisogna tornare ad essere di parte sui grandi ideali. 
 Essere partigiani significa decidere con chi si sta e chi si vuol difendere.
Stare dalla parte dei più deboli, elanborando un progetto di cambiamento anche locale, deve diventare l'imperativo per cui si fa politica a sinistra. Uscire dalll'idea del vincere a tutti i costi, smettendo di imbarcare chi porta voti senza ideali.
Rileggere  Gramsci e la riflessione sugli indifferenti a pochi giorni dal 25 Aprile può essere d’aiuto a chi nutre dubbi. A chi dice che “tanto sono tutti uguali”.
A San Giuliano piovono liste.Ciascuna afferma ragioni che hanno una verità. Destra e Sinistra spesso sono categorie che passano in secondo piano. I grandi ideali arrancano anche nel Lungomonte.
A pochi giorni dal 25 aprile, la frase di Uliano Martini, pronunciata nella sala del consiglio comunale, pochi mesi prima di morire, ci richiama ancora una volta alla responsabilità, al futuro.
I valori della Resistenza come beni comuni, per l'affermazione della giustizia sociale.
Serviranno ai nostri figli per essere migliori.

Buona festa partigiana

 “C’è da ricostruire questa nostra Italia, da ricostruire la sua identità, il suo volto che discendono solo dai valori permanenti della Resistenza e della Costituzione, unica base per un suo vero, profondo, irresistibile rinnovamento umano, politico e morale”.
Uliano Martini












lunedì 14 aprile 2014

A Giovanna






Ho pensato di darti un saluto
dopo che il compleanno è passato
Col regalo che ormai hai già sfogliato
ed il vino che abbiamo bevuto
E ti bacio e ti faccio gli AUGURI
E lo grido... Che passi fra i muri
Poi ti abbraccio per fare una danza
come fossimo sempre in vacanza.

domenica 13 aprile 2014

Filastrocca del vescovo

Hanno interdetto un vescovo
sull'uscio di una scuola

C'è chi digrigna i denti
altri sono contenti
Da tempo a San Giuliano 
"non c'è più religione"
Che l'Arcivescovado 
si faccia una ragione!




sabato 12 aprile 2014

Una settimana alla volta


A settembre dello scorso anno ho risistemato la mia vespa Px 150, rigorosamente a miscela.
Mi porto sempre dietro l'olio in una tanichetta. Miscelare artigianalmente benzina e olio lo vivo come un atto d'eroismo. Ohhh! se potreste vedere come i benzinai mi aiutano nel "fabbricare" il carburante. Sono solidali, romantici, tornano anche loro più giovani.
Il mezzo è del 1982.
Un amico di mio padre che sapeva dove mettere le mani, l'ha tirata al lucido.
L'ho fatta tingere rosso fuoco. E' bellissima. Eccola.


Sono affezionato alla mia Vespa, anche perchè prima di me, i proprietari sono stati due fra i miei amici più cari di Molina di Quosa.
Il primo è Antonio detto il "tordo", che allora operaio della Piaggio, la comprò con lo sconto, "per conto terzi", ed ebbe appena il tempo di salirci dalla concessionaria a casa  che la passò a Claudio detto lo "straniero" il vero committente, che divenne il secondo proprietario. L'abbandonò dopo un anno, perchè, come accade per tante cose, si invaghì di un  motorone mi pare un Ktm o quella roba lì. Un mezzo rombante e senza cuore. La vespa così passò a me, che la comprai di terza mano, ma praticamente nuova. Aveva fatto duemila chilometri.
Fu amore a prima vista. Ormai sono 32 anni che stiamo insieme.
Ha cambiato tre colori, carta da zucchero all'uscita dalla fabbrica, bianca intorno agli anni novanta, e ora rossa, per la precisione "rosso Ferrari". Ma il fisico è quello di sempre. La vespa pare non invecchiare mai. Nè ti abbandona. Tutti sanno cambiare una candela o al limite mettere le marce anche se la frizione è rotta. Solo tu puoi lasciarla e chi lo fa la rimpiange tutta la vita.
Con la  vespa ho scorrazzato insieme a Giovanna per tutte le isole più belle, fin da quando l'ho conosciuta.
Con la vespa contiamo ancora di scorrazzare. Averla messa a nuovo è una cosa che andava fatta. Avevo aspettato anche troppo. Da troppo era ferma.
Ora pare davvero ringiovanita e porta in giro l'aria della ragazzetta spensierata.
Ultimamente, su suggerimento di un giovane vespista, ho sostituito il grande parabrezza invernale della foto, con un "parabrezzetto" estivo che la rende davvero più sbarazzina. Questa estate ne vedremo delle belle.Abbiamo come obiettivo, Roma d'agosto, vuota come mai vista. Proveremo a macinare chilometri.
Mai quanti ne ha fatti il grande Giorgio Bettinelli.
Ho finito ieri di leggere il suo libro "In vespa da Roma a Saigon".
Avvincente. Un omaggio a tutti i vespisti del mondo.Il racconto di un viaggio fatto nel 1993.
 Bettinelli classe 1955, giornalista, musicista e avventuriero, ma soprattutto curioso della vita, in sella alla sua vespa ci fa conoscere attraverso i suoi scritti, "mondi lontanissimi"elencati da una prospettiva inusuale.
Cliccate il suo nome su google e vi apparirà di tutto.
E' mancato presto. Era in Cina e un malore nel 2008 l'ha sottratto alla sua bellissima vita. Aveva sposato una cinese incontrata durante uno dei suoi viaggi on the road.
A questo uomo delle meraviglie è dedicata la tinteggiatura della mia vespa.
Spero che gli piaccia.
Intanto vi propongo un'anticipazione del suo primo libro.


 Scrive questo pezzo, appena arrivato in Vietnam e dopo un viaggio di sette mesi  attraverso  Gracia,Turchia, Iran, Pakistan,India, Bangla Dash e una serie di peripezie fra Birmania,Thailandia, Cambogia, Laos e Vietnam. 24.000 chilometri!!!
Parla di un giovane vietenamita addetto all'ambasciata italiana, con cui ha fatto amicizia e che lo accompagna per Ho Chi Minh City.

"Pochi giorni prima (che Saigon si arrendesse), Tanh aveva compiuto ventisette anni e la resa  fu il suo regalo. Per tre settimane aveva vissuto come una talpa nei cunicoli e nelle gallerie sotterranee di CuChi, vicino a Saigon; per mesi era stato nella jungla, senza cibo,sotto una pioggia incessante,incespicando nelle risaie sui corpi maciullati dei suoi compagni, strappando con un grido di rabbia, le piastrine dal collo dei militari americani che aveva ucciso.
Tanh era uno di quei vietcong che  in molti film americani sono rappresentati come bertucce isteriche e crudeli, stupide fino all'inverosimile. Guardandolo mentre guida, col suo bel profilo color cuoio e una lunga cicatrice sullo zigomo, ascoltando il suo modo pacato di parlare e ricordando tutto quello che aveva fatto per me in quei giorni disinteressatamente, ripenso alla scena in cui De Niro, col trucco delle pallottole messe nel caricatore durante la roulette russa, fa secchi i suoi aguzzini ingenui e urlanti...E mi dico  una volta di più che i vietcong non avrebbero mai potuto vincere una guerra che sulla carta era persa in partenza, se fossero stati come li descrive Il Cacciatore."

Leggete il libro. Libera la mente e fa venire voglia di fare un giro.




venerdì 11 aprile 2014

L'agenda



Quest’anno non ho un’agenda.
E’ la prima volta, dai tempi delle scuole medie,che non ho niente su cui appuntare le cose che devo fare.
Da bimbetto c’era il Diario Vitt, che  regalavano i librai, a corredo dell’acquisto dei libri per la scuola.
Poi ricordo l’Agenda rossa al tempo dell’estremismo adolescenziale e di seguito Smemorande e Quo Vadis professionali quando ero "primocittadino". Poi  Molenskine molto snob e solo quella, ormai da dieci anni, insieme all’agenda antimafia che mi regala Giovanni Impastato tutti gli anni, ma solo da usare come memorandum .
A Natale scorso, quando Giovanna mi ha detto di comprarmi l’agenda da solo, senza “ordinarla” a qualcuno per regalarmela, ho realizzato che quest’anno avrei saltato un giro. Anno sabbatico dell’agenda.
Da dieci anni la mia Molenskine ha avuto caratteristiche precise. Nera,con copertina morbida, grande come un quaderno e con pagine grandi; per poter scrivere e scarabocchiare e cancellare e riscrivere.
Quest’anno no. Da gennaio scrivo i miei appuntamenti su quadernetti coloratissimi che avevo accumulato a casa in abbondanza, nel corso di questi anni.
Comprare quaderni è un’altra gradevole mania.
Scrivo cosa devo fare, senza una data o mettendola  senza rispettare nessuna cronologia. Sottolineo, cerchio di rosso, cancello, strappo il foglio. Assottiglio il quadernetto con garbo giorno dopo giorno. Da gennaio ne ho usati tre. Uno fucsia, un altro blu e adesso ne ho lanciato un altro rosa splendente.
Aprirlo ad una riunione  mi diverte. E' una mia forma innocua di ribellione. La mia rivoluzione gentile.
E comunque non rispondere ad un’agenda, libera la mente. A me ha fatto così.
E restituisce l'idea di non avere tempo occupato. "Liberare il tempo" si diceva una volta.
Basta un dettaglio a volte per vivere effimere illusioni.
E di questi  tempi basta davvero poco. Esigue ribellioni, scaramucce dell'animo.
Così come credo convenga rinunciare a “facebook”, che  alimenta i peggiori istinti, o suggerire  di rinunciare per qualche ora del giorno a quegli assurdi strumenti, millantati come telefono, che inchiodano "dei disgraziati" a scrivere di continuo, senza sosta … chissà cosa, a chi, chissà pechè?
E’ il tempo della velocità. Della messa in scena senza prove, di uno spettacolo privo di passioni, senza un palpito. Del "detto-fatto", “dell’io ti stupirò”. Del consenso, rubato ai distratti o agli infelici.
Appunto la felicità, va liberata, fatta uscire. Partendo dai piccoli gesti, per esempio decidere che non serve più un’agenda,  per provare a vivere meglio, per ricordare meglio.
 Allenare la memoria, che oggi pare offuscata.