martedì 30 luglio 2013

Viaggiatrice leggera?

Adele va in Sardegna
...dalla valigia non si direbbe.

giovedì 25 luglio 2013

Bella estate a tutti

Creta
Santorini
Rodi

Io corteggerò filastrocche
e il Mediterraneo, che non mi basta mai.

Rodi,
vento e bengodi.
e Mediterraneo antico,
amico;
Creta, i suoi sapori
e mille colori;
Santorini e la Caldera
e i tramonti la sera.
Carezzati dal sole e lustrati,
senza tempo, rilassati.
E un mare incantato
vissuto a perdifiato;
e cibo delle meraviglie
e letture, passioni, scintille.
Poi vino bianco all'altezza
 che bellezza........!

mercoledì 24 luglio 2013

5 cose...

Ovidio Della Croce sulla Voce del Serchio, inventa un gioco divertente:
"5 cose per cui vale la pena viverci". Naturalmente in Valdiserchio.
Vedo il gioco in ritardo. Scrivo qui.


1- Ci sei nato, è il tuo luogo dell'anima.Ci hai portato tutti quelli a cui hai voluto bene e quelli a cui ne vuoi. Continui a portarceli.

2- Comprendi la lingua del luogo, "l'idioma". Sei sicuro di non perderti mai. Se succede, puoi chiedere aiuto a chiunque.

3- Ovunque tu sia, anche in capo al mondo, ne descrivi la bellezza e "come stai bene quando sei lì".

4- E da lì sei fuggito più volte nella vita, o almeno ci hai provato. Per poi tornare, sempre.

5-Sei debitore a queste terre  di mille storie che hai sentito raccontare; senti il dovere di raccontarle a chi verrà.

domenica 21 luglio 2013

Ciao Ugo.

Ugo Riccarelli
Piccola storia
Mi pare fosse il 2002, ero sindaco a San Giuliano.
Paolo Fontanelli (sindaco di Pisa) e Davide Guadagni, "mi portano" in Campidoglio da Veltroni.
Lì, insieme ad un'altre trentina di sindaci facciamo una conferenza stampa a sostegno di Adriano Sofri. Iniziamo un digiuno a staffetta.
Giunti nell'atrio, prima dell'ufficio di Veltroni, incontro Ugo Riccarelli, che Paolo e Davide avevano già salutato in precedenza
Ci abbracciamo  e mi chiede di accompagnarlo nel suo ufficio. Ci tiene a farmi vedere dove lavora.
Perdo sì e no, sei-sette minuti, quanto basta per arrivare davanti all'ufficio di Veltroni e trovare la porta chiusa.
Busso e trovo tutti i sindaci già "schierati".
Paolo F. mi guardo da sotto il baffo, come dire -"Ma dove ti eri cacciato".
Veltroni mi saluta e dice- "Peccato che sei arrivato ora, ti sei perso la veduta dei fori imperiali."
Tutti sapevano che chiunque entrasse nell'ufficio del sindaco in veste ufficiale, veniva invitato a gustare uno dei panorami più belli del mondo. Roma vista dal terrazzino del Campidoglio; da lì si sono affacciati tutti i capi di stato e anche il papa.
Dentro di me, capisco che mi sono perso una bella opportunità.
Dico però d'istinto-"Mi scuso, ma sono andato a salutare Riccarelli. Un'occasione che non potevo perdere."
Veltroni mi guarda e dice ridendo-" Se è per Ugo, non hai certo perso tempo."
Si alza mi prende sotto braccio e mi accompagna personalmente nel retrostudio dove affaccia il terrazzino più bello del mondo. E mi ci lascia solo.-"Ti aspetto di là, intanto noi continuiamo."
Io resto lì veramente poco. Guardo in lontananza il Colosseo e rientro.
All'uscita con Paolo, ci affacciamo di nuovo all'ufficio di Riccarelli, che ci saluta alzando una mano.
ciao Ugo.

Una proposta di resistenza

Sarà un inverno freddo.
Gli esperti ce lo dicono da tempo.
Gli indicatori sono tutti allineati verso quella posizione.
Freddo in politica.
Gelo in economia.
Sui posti di lavoro spirerà un ventaccio.
Le fibrillazioni aumenteranno.
Le inconprensioni prenderanno il sopravvento sulla ragionevolezza.
"Chi non starà con te, sarà contro di te".
Sarà dura fra mille e mille preoccupazioni, tenere riscaldate le amicizie più care.
Impegnativo non far raffreddare gli amori a cui teniamo.
Prevarranno alfabeti di solitudine e silenzi.
Passeremo un inverno a casa, più di sempre e molto soli.
Con le coperte a scaldarci, rannicchiati sul divano.
Ad individuare i nemici...perchè così accade quando ... non va.
Grande impresa sarà tener lontana la tv, per non rimbecillire.
Adotteremo atti di resistenza stoica, come durante l'inverno russo.
Saremo costretti a tenere i riscaldamenti più bassi,  per risparmiare.
Per scaldarci è consigliabile acquistare una stufa dentro la quale poter bruciare tutto.
O risistemare il caminetto, chi ce l'ha. Ma anche un bracere old style va bene.
Come combustibile è consigliabile cominciare a bruciare  libri-noir.
Sono  in eccedenza. Troppi, "in ogni dove".
Ne troverete molti anche nelle vostre librerie o nei supermercati, accanto alla carbonella per la brace di ferragosto.
In questi anni ci hanno aggredito senza ritegno. Bruciare tutti "i commissari" a portata di mano o i "serial killer". Date retta, è un dovere civico.
Risolveremo così il problema del freddo, senza spendere una lira in combustibile, saremo più colti (già non leggerli aiuta ad esserlo di più) , aiuteremo la cultura a uscire "dalla sacca di Stalingrado" e passeremo questo maledetto  inverno facendo un servizio al futuro che si annuncia difficile.
Intanto, bella estate a tutti.
g

Romeo

Luglio, sono dieci anni che è morto mio padre; ed io mi sono fatto trovare per questa ricorrenza, su una spiaggia della Grecia.
Penso che a mio padre sia piaciuto avermi saputo lì, anzichè al cimitero ad accompagnar mia madre.
Se ci fosse stato, l'avrei chiamato verso sera dalla vacanza e lui avrebbe risposto sobrio e misurato, come sempre. Non urlando come mia madre, che quando riceve mie notizie dal mondo, sbraita felice nel telefono.
Lui no; avrebbe risposto-"Ciao Gabri, stai bene, tutto bene? Divertiti."
E si sarebbe fatto passare immediatamente sua nipote, anche solo per sentire la voce.
Adele ormai ventenne, non viaggia più con me e Giovanna, ma allora era sempre con noi; e lui, quando eravamo in giro, non aspettava che parlare con lei. E io, ad arte, favorivo quei dialoghi indimenticabili fra nonno e nipote, che stavo ad ascoltare in silenzio.
Mio padre era così: silenzioso, buono, semplice. Attento a tutto ciò che poteva turbare la mia vita e quella dei suoi cari. Senza eccedere, ma accorto.
Era sempre il primo a chiamare quando leggeva qualche notizia "strana" sul giornale, ai tempi che ero Sindaco. Ma non mostrava mai apprensione. Garbato e gentile si faceva sentire vicino e tu sapevi che c'era.
E anche se lui considerava me molto più tosto di lui, io sapevo che non era vero.
Sapevo che lui era un punto di riferimento. Nei momenti difficili è lui che ho sempre cercato.
Per esempio la notte che passai con lui (senza allarmare nè Giov che era ancora all'ospedale, nè mia madre) quando, non appena nata mia figlia, mi fu detto che dovevano fare degli accertamenti che poi si rivelarono senza problemi. E lui stette con me, ormai "uomo fatto", sul divano a rassicurarmi fino all'alba.
L'ultima parte della sua vita, dopo che aveva smesso di fare il barbiere, l'ha poi interamente dedicata a sua nipote. Anche se non era più in grande salute,  le sue ultime energie  sono state per Adele.
 Ho ancora la foto di uno dei suoi  ultimi sorrisi, con in braccio sua nipote che gli strizza le gote.
In quel periodo difficile, nei mesi prima di lasciarci, lo invitavo a tutte le iniziative del comune.
Lui veniva accompagnato da qualche altro pensionato, si metteva in fondo alla sala se era un convegno o mischiato fra la gente se si trattava di una inaugurazione, senza avvicinarsi mai.
A volte faceva un cenno per annunciarmi la presenza; io magari gli strizzavo un occhio.
Alla fine della manifestazione,  lo raggiungevo, gli mettevo una mano intorno alla spalla e lo baciavo... sempre. -Ciao babbo.- gli dicevo piano in un orecchio. Poi tornavo al "mio ruolo".
 E a lui si illuminava il viso e mostrava una grande felicità.
Ancora ciao babbo, un bacio.

sabato 20 luglio 2013

Una settimana alla volta. Lettera a Fabrizio Fabbri.

 


Caro F.

quest'anno la nostra  festa di compleanno è passata in secondo piano.
Un giugno carico di bagordi ha oscurato il 3 luglio.
E poi io non c'ero.E' stato bene così. Convieni?
Troppe festa a giugno e tutte riuscite, come direbbe il crepuscolare Jep Gambardella di Sorrentino, che a te farebbe impazzire.
Tu non c'eri, come succede da qualche anno ormai.
Il 3 Luglio ero a Creta, mentre scrivo sono a Santorini, poi andrò a Rodi. Insieme a Giov.
"Ma quanto giri?"- mi pare di sentirti.-"Ne sentivo il bisogno mio caro."
Comunque una magia questo mare,credimi.
Solo con Beppe il 3 luglio abbiamo accennato a te via sms. Ma con leggerezza, che con Beppe si può fare, come sai.
Ti dicevo di giugno. Abbiamo "esagerato"; sembrava essere tornati "ragazzi", quando, seppur senza una lira, si trovava il verso di festeggiare di tutto.
E quanto ci sei mancato vecchio mio. Anche se nessuno ti ha mai nominato. Sembrava ci fossimo messi tutti d'accordo.
Ho festeggiato i miei trentanni con Giov.
Ricordi? Quanti momenti,  io te e lei a casa tua (a volte Vichi, sempre Alice piccola).
Trentanni con Giov festeggiati con 100 amici.
Tutti fotografati e infilati in una mostra artigianale allestita la sera della festa.
Ti faccio una confidenza; fra quelle foto c'era anche la tua. E' una bella foto al mare scattata da me; era il 1984...
L'ho tolta all'ultimo momento.
Giovanna mi ha detto-"Fabrizio no!! Gabri per favore." Ed io ho eseguito, perchè quando Giov dice... sbaglia poco.

E poi il primo giorno dell'estate abbiamo fatto lo spettacolo tratto dai racconti del mio librino. Sulla piazzetta di Molina. Ti sarebbe piaciuto Fabri ne sono certo. C'erano tutti. Una commozione credimi. Tu sicuramente avresti suonato la chitarra.
Ti scrivo dalle Isole greche, ti dicevo. Leggo Paul Auster (Diario d'inverno, Einaudi) e Bruce Chatwin (In Patagonia, Adelphi). Specifico le case editrici perchè so che, se non lo facessi, tu da vecchio libraio del CID, me lo faresti notare.
Lo sai che l'altro giorno su una spiaggia a Creta, un professore americano, mi ha avvicinato e si è complimentato per la lettura che facevo. E' stato buffissimo. Lui con l'inglese yankee ed io con quello della British. Ma ci siamo capiti. Quel professore potevi essere tu in qualche parte del mondo, che vede leggere un ragazzotto Oliver Twist e gli dice -"Bravo!"
Del resto è vero che io molinese provinciale e tu di San Sepolcro, abbiamo finito per amare e sostenere, insieme ad altri meravigliosi amici, una associazione che aveva come slogan "Cittadini del mondo".
E fare letture sul mondo, come tu mi hai parecchio insegnato.
-"Gabri leggi i romanzi dell'ottocento, credimi." Quante volte me l'hai detto. 
Ed io a saccheggiare la tua libreria...

Da Pisa mi giungono poche notizie.
Simo, brava, che entra in comune a far politica, col suo carattere tumultuoso e l'intelligenza raffinata di pochi. Cipillo e Antonella che viaggiano per l'Indonesia. Beppe e Marella che andranno in Puglia.
E il Nunes, che ci lascia e scrivendo a te mi viene in mente sua figlia Francesca e gli scontri fatti al tempo del bici-tour o del Marocco. Quando non gli davamo notizie...
Che tempi. in giro per il mondo coi ragazzi, senza cellulari, fax e tutto quello senza il quale, oggi qualcuno potrebbe morire. E noi invece, una telefonata ogni tre giorni (che salva la vita, diceva la reclame), alle otto la sera. E vai... "Così si educano i genitori apprensivi," dicevi ridendo sotto i baffi.

Scrivo da Santorini e sogno Atlantide. Ti penso amico mio mentre guardo il vulcano dall'alto e il mediterraneo azzurrissimo.
Chiudo gli occhi e ti vedo in quella foto sottratta alla mostra; bagnato e con una macchina fotografica in mano. Facevamo i tuffi alla Buca delle fate a Baratti, con Beppe. "Gnudi come bai".
Stasera berrò vino bianco con Giov e ripenserò al nostro compleanno. Non l'avevo ancora fatto, ma sapevo che sarebbe venuto il momento. Eccolo.
Questa è la serata giusta. 
Auguri Comandante!!!
Il mio cuore è con te!
g

venerdì 19 luglio 2013

Gino

Ho saputo mentre ero in vacanza a Creta, la maledetta notizia della morte del Nunes. Sapevo che stava male, ma mai vorresti sentir dire che la fine è arrivata. Invece Ida Nicolini, che sapeva dove ero, mi chiama immediatamente e mi avvisa.
E allora da una spiaggia bellissima, per un po' ripensi all'uomo.
Carattere tosto, a volte sprezzante nei giudizi. Non conosceva la vendetta.
Si scontrava e gli passava. E non capiva che il suo modo di fare spesso lasciava traccia.
Tutta la mia "carriera" politica si snoda con la presenza di Gino sempre a fianco, ma il ricordo indelebile del mio "incontro ravvicinato di terzo tipo" con lui, risale alla metà degli anni ottanta.
 Gino era vicesindaco a Pisa. Io "animatore" all'Arciragazzi. Quell'anno organizziamo un bici-tour con oltre venti ragazzi che partendo da Pisa arriveranno a Principina a mare a Grosseto. Nel gruppo c'è la figlia del Nunes, Francesca, che all'Arciragazzi "abbiamo cresciuto". Accompagna questi adolescenti il grande Fabrizio Fabbri, uomo di assoluta affidabilità, competenza e cultura. "Un guru" per quel gruppo di ragazzi, denominato "Gruppo Momo".
Fabrizio mi chiama all'Arci a Pisa e mi dice se posso partire immediatamente e raggiungere il campeggio di Principina per sistemare le tende, prima che i ragazzi arrivino (tardi) e portare dei soldi (sapevo che l'ultima tappa sarebbe stata lunga, visto che la mattina il gruppo era partito dall'Elba). Parto in auto con Giovanna. Guido come uno scemo per cercare di riuscire a stare nei tempi e poter montare le tende.. Arrivo al campeggio verso le sei di sera. Lì trovo Nunes che subito mi aggredisce.-"Dov'è mia figlia, perchè non è ancora arrivata???"
Io non sapevo niente dei ragazzi ma mi becco del cialtrone a più riprese.
I cellulari non esistevano e non potevo avere nessuna notizia. Mi carica quasi a forza sulla sua Renault 4 azzurra e mi dice-"Andiamogli incontro!". Anche sua moglie lo guarda esterefatta. Io non dico una parola. Lui fra moccoli, madonne e partacce, si avvia verso il lungomare di Castiglion della Pescaia. Ad un certo punto cominciamo a incontrare i nostri ragazzi che stanno arrivando. "Sgranati", non in gruppo. Saluto e domando sommessamente-"Francesca?". Mi rispondono che è indietro. In fondo a un rettilineo, la vediamo pedalare nel tramonto della Maremma, bella e felice insieme ad altre compagne. Lei lo vede, mi vede, si ferma e dice testuale-"Babbo sei venuto a rompere i coglioni anche qui??".
Lui la bacia, poi mi guarda sgranando gli occhi, con quel suo sguardo inconfondibile  e mi fa-"Giriamo, non serve fare i babbi apprensivi, andiamo al campeggio, così ti aiuto a montare le tende."
Ho goduto come un pazzo e quante volte l'ho  ricordato negli anni.
Avevo  26, 27 anni o giù di lì, diventammo amici.
Francesca e la sua storia, bella e tragica, ci ha legato tutta la vita.
Gino ha raggiunto Francesca e Fabrizio Fabbri.
Secondo me gli sta già rompendo i coglioni........urlando. Tanto gli passa.
g