".... bisogna allora discutere, disarmando le ostilità e con pari dignità valorizzare cosa unisce e non divide. L’amministrazione programmi al più presto una “Conferenza sulla città”, aperta a tutti..... Di più, io credo che vada pensato in quella sede un” piano d’area dei bisogni e delle necessità sociali”, dove anche l’Amministrazione Provinciale e i comuni dell’area debbano fare la loro parte.....Il piano strutturale d’area va pensato prima di tutto come “il piano d’area della vivibilità sociale e dell’accoglienza nelle regole.”
Nessuno va escluso: bisogna coinvolgere con pari dignità tutte le istituzioni dell’area pisana, le categorie economiche, l’associazionismo, le parrocchie e il mondo della politica; e il confronto dovrà essere stringente.".
"Il tempo passa così è ma non tanto". gs2003. I miei amici più cari/ sono pezzi ormai rari/ son con me tutti insieme/ fotografati da Adele...
lunedì 22 agosto 2011
Edizione straordinaria 7: Preti in prima linea
Lettera
Siamo un gruppo di sacerdoti della diocesi di Pisa che, di fronte alla situazione venuta a crearsi in seguito al recente sgombero a Cisanello di un insediamento di famiglie rom, intendono condividere alcune considerazioni e avanzare una proposta, senza voler per questo esprimere il pensiero di tutta la Chiesa di Pisa.
Ci rendiamo conto della complessità e delle varietà del fenomeno della mobilità umana che riguarda il mondo intero e in particolare l'Italia e tutta l'Europa; fenomeno ben più vasto dei nostri piccoli comuni, i quali peraltro già si sono attivati o si stanno attivando per le forme di "accoglienza diffusa" dei profughi africani scelta dalla regione Toscana.
Nessuno, tanto meno noi, possiede soluzioni pre-confezionate; vorremmo invece offrire un contributo che orienti tutti verso soluzioni basate sull'interazione e la collaborazione delle diversi componenti della società, a partire dalle Amministrazioni comunali vicine per territorio: attuare uno sgombero senza alcuna prospettiva (almeno per una parte dei soggetti che lo subiscono) significa semplicemente spostare il problema da un comune a un altro, perpetuando uno stato di emergenza per i rom e di allarmismo nel resto della popolazione, come è avvenuto nei giorni scorsi.
Ci rattrista vedere che i diretti interessati, soprattutto perché "poveri", siano quasi sempre considerati una realtà fastidiosa da ignorare e/o da reprimere, e non persone con una loro dignità, soggetti di diritti oltre che di doveri, e comunque parti in causa che occorre in qualche modo ascoltare prima di prendere le decisioni che li riguardano; lo stesso deve valere per quei soggetti singoli e soprattutto associati che si impegnano in varie forme di accompagnamento e tutela.
In base alle considerazioni di cui sopra, ci permettiamo chiedere agli amministratori locali se non sia il caso di promuovere un tavolo di confronto aperto alle realtà dell'associazionismo, del volontariato e delle comunità parrocchiali per valutare ipotesi di sistemazioni provvisorie ma non precarie; contestualmente, di accompagnare tale confronto con una seria e non allarmistica campagna d'informazione sulla presenza e le problematiche dei rom sul territorio pisano.
Vogliamo infine sottolineare l'importanza di sollecitare i credenti in Dio e nella dignità di ogni essere umano a educarsi e educare a pratiche di fraternità e di giustizia, costruendo il bene comune nell'accoglienza e nella reciprocità.
Don Luigi Gabbriellini,
Don Agostino Rota Martir,
Don Vio Romeo,
Don Roberto Filippini,
Don Antonio Cecconi,
Don Sergio Prodi