La biblioteca di San Giuliano Terme è intitolata a Uliano Martini.
Partigiano della brigata Nevilio Casarosa, comunista, amministratore pubblico, insegnante, pittore.
Un mito per i giovano comunisti del tempo che fu. Era del 1922, se ne è andato nel 1995.
Ben voluto da tutti e di una affabilità (non troverei altro termine) senza eguali.
Non era un buonista però. Chi l'ha visto in azione sui monti nel 1943, sa che non era clemente con gli invasori, tantomeno coi fascisti.
L'ho conosciuto nel suo studio in Borgo Stretto. Era il 1976 e la sezione del PCI del Lungomonte sangiulianese gli aveva commissionato un ritratto di Togliatti per inaugurare la festa dell'Unità, alla fine dell'estate.
Uliano accettò, ma chiese che con lui lavorassero un gruppo di giovani che avevano fatto il bozzetto. Io bazzicavo lo studio per militanza (tutto era militanza), accompagnando le giovani pittrici. Erano soprattutto le ragazze che dipingevano.
Quell''uomo mite ci rubò il cuore.
Parlava e raccontava senza scaldarsi; diceva cose importanti con una leggerezza che ci turbò.
Gli ultimi e la giustizia sociale erano le sue parole forti. E poi la Resistenza e il Comunismo e lo studio.
E una parola per tutti, con una gentilezza che ammaliava.
Con gli anni, Uliano riuscì sempre a declinare i suoi ideali, agli avvenimenti che si trovò di fronte
Lo ricordo attivo, nel comitato per la Palestina o in quelli della Pace.
Nell'ultima fase della sua vita da Presidente dell'Anpi Provinciale, oltre a tenere viva la memoria antifascista, si dedicò alla questione dell'immigrazione con lo stesso spirito di sempre: stare con gli ultimi.
A San Giuliano ha fatto anche l'assessore.
Per un periodo si occupò di sostegno alle famiglie indigenti. "Il welfare si dice oggi".
Un anno, poco prima di Natale, era stato incaricato di consegnare una decina di pacchi ad alcuni
capo- famiglia, ritenuti al di sotto della soglia di sopravvivenza.
"Sostegno alle famiglie povere" si diceva senza giri di parole.
In quei pacchi c'era di tutto, dal panettone alla biancheria. Perfino un cappotto
Quando si trovò di fronte i selezionati Uliano realizzò che i pacchi erano uno in meno di quelli che sarebbero serviti
All'ultimo che entrò nella stanza non aveva niente da dare, e allora regalò il suo cappotto.
Tornò nel pieno dell'inverno a casa, in bicicletta, con addosso la sola giacca.
Uliano non era benestante. Il grande Ugo Bertini macellaio, anche lui partigiano, per farlo vivere meglio comprava spesso i suoi quadri, al punto che la casa di Ugo è rimasta la più bella mostra permanente di Uliano.
Ma l'uomo era così, pensava sempre a quelli che stavano peggio di lui.
L'altra sera ad un'assemblea di liste che sostengono il candidato di centro sinistra, dalla presidenza hanno chiesto che intervenissi. D'istinto ho detto no, perchè non mi piace chiacchierare quando "stai smontando il tendone". A metà giugno, dopo 24 anni non avrò più incarichi istituzionali.
Poi il candidato in persona me l' ha chiesto, e non ho potuto rifiutare. Un po' titubante ed incerto come non mi capitava da tempo, ho provato a dire che la Sinistra deve ritrovare la passione e l'amore per i più deboli, ricostruendo la Comunità. Un posto severo nel giudicare "i suoi figli" che amministrano la cosa pubblica; ma allo stesso tempo protettivo e inclusivo con chiunque ne faccia parte, partendo dagli ultimi, appunto.
Facendo dono se serve, anche del proprio cappotto, "quando fa freddo come di questi tempi", a qualcuno che non se lo può comprare.
Sì! se proprio devo sognare un futuro per le mie terre, lo voglio con i valori di Uliano Martini.
Un amministratore francescano e comunista. Un padre esigente e gentile. Una guida per tutta la vita.
Uliano, autoritratto. |
Un mito per i giovano comunisti del tempo che fu. Era del 1922, se ne è andato nel 1995.
Ben voluto da tutti e di una affabilità (non troverei altro termine) senza eguali.
Non era un buonista però. Chi l'ha visto in azione sui monti nel 1943, sa che non era clemente con gli invasori, tantomeno coi fascisti.
L'ho conosciuto nel suo studio in Borgo Stretto. Era il 1976 e la sezione del PCI del Lungomonte sangiulianese gli aveva commissionato un ritratto di Togliatti per inaugurare la festa dell'Unità, alla fine dell'estate.
Uliano accettò, ma chiese che con lui lavorassero un gruppo di giovani che avevano fatto il bozzetto. Io bazzicavo lo studio per militanza (tutto era militanza), accompagnando le giovani pittrici. Erano soprattutto le ragazze che dipingevano.
Quell''uomo mite ci rubò il cuore.
Parlava e raccontava senza scaldarsi; diceva cose importanti con una leggerezza che ci turbò.
Gli ultimi e la giustizia sociale erano le sue parole forti. E poi la Resistenza e il Comunismo e lo studio.
E una parola per tutti, con una gentilezza che ammaliava.
Con gli anni, Uliano riuscì sempre a declinare i suoi ideali, agli avvenimenti che si trovò di fronte
Lo ricordo attivo, nel comitato per la Palestina o in quelli della Pace.
Nell'ultima fase della sua vita da Presidente dell'Anpi Provinciale, oltre a tenere viva la memoria antifascista, si dedicò alla questione dell'immigrazione con lo stesso spirito di sempre: stare con gli ultimi.
A San Giuliano ha fatto anche l'assessore.
Per un periodo si occupò di sostegno alle famiglie indigenti. "Il welfare si dice oggi".
Un anno, poco prima di Natale, era stato incaricato di consegnare una decina di pacchi ad alcuni
capo- famiglia, ritenuti al di sotto della soglia di sopravvivenza.
"Sostegno alle famiglie povere" si diceva senza giri di parole.
In quei pacchi c'era di tutto, dal panettone alla biancheria. Perfino un cappotto
Quando si trovò di fronte i selezionati Uliano realizzò che i pacchi erano uno in meno di quelli che sarebbero serviti
All'ultimo che entrò nella stanza non aveva niente da dare, e allora regalò il suo cappotto.
Tornò nel pieno dell'inverno a casa, in bicicletta, con addosso la sola giacca.
Uliano non era benestante. Il grande Ugo Bertini macellaio, anche lui partigiano, per farlo vivere meglio comprava spesso i suoi quadri, al punto che la casa di Ugo è rimasta la più bella mostra permanente di Uliano.
Ma l'uomo era così, pensava sempre a quelli che stavano peggio di lui.
L'altra sera ad un'assemblea di liste che sostengono il candidato di centro sinistra, dalla presidenza hanno chiesto che intervenissi. D'istinto ho detto no, perchè non mi piace chiacchierare quando "stai smontando il tendone". A metà giugno, dopo 24 anni non avrò più incarichi istituzionali.
Poi il candidato in persona me l' ha chiesto, e non ho potuto rifiutare. Un po' titubante ed incerto come non mi capitava da tempo, ho provato a dire che la Sinistra deve ritrovare la passione e l'amore per i più deboli, ricostruendo la Comunità. Un posto severo nel giudicare "i suoi figli" che amministrano la cosa pubblica; ma allo stesso tempo protettivo e inclusivo con chiunque ne faccia parte, partendo dagli ultimi, appunto.
Facendo dono se serve, anche del proprio cappotto, "quando fa freddo come di questi tempi", a qualcuno che non se lo può comprare.
Sì! se proprio devo sognare un futuro per le mie terre, lo voglio con i valori di Uliano Martini.
Un amministratore francescano e comunista. Un padre esigente e gentile. Una guida per tutta la vita.