A Igino Ulivieri
In fondo alla lista di Sinistra Ecologia Libertà per le elezioni a San Giuliano Terme troverete il nome di un uomo perbene. Igino Ulivieri, classe 1938.
Il più anziano della lista e uno fra i candidati più vecchi in asssoluto.
Igino ha alle spalle una bellissima militanza nel Partito Comunista Italiano di cui, negli anni settanta, fu segretario della sezione del Lungomonte.
A proposito di quel periodo c'è una storia che ancora oggi riecheggia fra i vecchi comunisti del paese e che lo vide protagonista e sconfitto, ma profeta. Igino aveva visto lungo, il PCI di allora un po' meno.
Ecco la storia.
1976, festa dell'Unità a Molina di Quosa. L'Immagine di Togliatti dipinta dalle ragazze insieme a Uliano Martini, vigila dell'alto di un abete sulla festa.
IL Pci locale, con un atto inusuale per quei tempi "apre la festa", nel senso che affida alcune serate del programma, ad un gruppo di giovani "comunisti" non tesserati, nè riconducibili a discipline di partito che allora erano di moda.Un atto coraggiosissimo per l'epoca e sorvegliato a vista dai capi bagnaioli.
Va ricordato che erano passate poche settimane dalla "risciacquata" presa alla festa dell'Unità di San Giuliano, solo perchè alcuni giovani estremisti locali si erano macchiati del "delitto" di aver gridato alla fine di uno spettacolo politico, Viva Marx Viva Lenin Viva Mao Tze Tung e non Viva Berlinguer, come invece esigevano i comandanti dei Bagni. Risultato espulsione fisica dalla festa, passando per il ponticello del Parterre e qualche pattone volante.
A Molina no! Igino voleva dare l'esempio che il Pci si stava aprendo. Con lui a guidare la pariglia e a sostenere quella strada, il grande Sfingi Benito Vittorio detto il Tonfo.
Insomma dopo tanti tira e molla il programma del PCI del Lungomonte era diventato molto libertario e al suo interno avevano avuto accesso molte culture. Di sinistra ovviamente, e comuniste nell'accezione più larga, come andava di moda quel tempo. E poi il cambiamento si toccava con mano, non fosse altro perchè alla festa girava una fauna giovanile, che fino ad allora mai si sarebbe sognata di entrare.
Una serata particolare era quella dei canti popolari, che avrebbe visto protagonisti molte ragazze e ragazzi del paese. Spettacolo concordato e voluto dal Tonfo. Prova generale per mischiare generazioni diverse e "comunismi ", come diceva il vecchio Benito Vittorio.
Le prove della serata venivano fatte nella sezione del Pci. Ogni canzone era introdotta da una lettura.
Igino e Tonfo sentivano cantare mentre si occupavano di "salsicce e rostinciane" e gongolavano; volevano dimostrare che i loro ragazzi, pur non essendo organici al partito, rappresentavano comunque un pezzo di futuro della Sinistra a San Giuliano Terme. E avevano visto lungo...
La sera dello spettacolo la spiazzo ai giardini delle Covinelle si riempì di tante persone. Erano presenti anche amministratori di allora e il segretario comunale.
Il programma prevedeva una serie di canzoni figlie della storia della Resistenza, mischiate a canzoni delle lotte del sessantotto e poi alcuni brani di cantautori italiani. In particolar modo De Andrè e Guccini.
Tutto filava liscio, anche se alcune canzoni per la verità erano un po' forzate, per un luogo "sacro" come la festa dell'Unità.
Parlare di rivoluzione o di "mondo che sta esplodendo" affannava qualche dirigente venuto da fuori, ma nessuno batteva ciglio.
Poi, fu annunciato Guccini.
Piccola storia ignobile, una canzone a favore dell'aborto introdusse un tema difficile; ma il colmo fu raggiunto quando fu presentato il brano Primavera di Praga, accompagnato da una durissima critica alla Russia. Dirittti negati, gulag, ospedali psichiatrici,libertà di stampa e di opinione, stalinismo, deportazioni. Fu detto che quello non era il Comunismo che tutti sognavano.
Non dimenticate che quelli erano ancora i tempi che l'Arci aveva come fiore all'occhiello le famose gite Mosca- Leningrado e che non c'era militante comunista che non fosse stato in Russia o sognasse di andarci.
Che la presentazione della canzone non fu gradita, fu percepito subito anche dal palco, perchè i capataz esteri, lasciarono la platea prima della fine della canzone. Lo spettacolo però proseguì e a parte alcuni imbarazzi, ebbe successo. Il popolo comunista concluse la serata cantando in piedi l'Internazionale, Viva Marx Viva Lenin Mao Tze Tung e Berlinguer......
Ma dopo lo spumante, fu dura per tutti.
Per i dirigenti locali che si disperavano per l'incidente, che aveva visto "i vertici" andarsene di fronte alla critica a Mosca e per quei giovani,che eravamo dispiaciuti per la sorte politica che sarebbe toccata ai compagni locali che avevano dato loro fiducia. Su una cosa però quei giovani erano irremovibili: il diritto e la libertà di denunciarequello che accadeva in Russia. e nei paesi dell'est
L'indomani, dirigenti locali e giovani, furono convocati alla sezione comunista e un burocrate (perdutosi presto nei meandri di certo riformismo inguardabile) venuto da lontano, comunicò con cipiglio, che il gruppo non avrebbe potuto più usare i locali del Pci per le attività. Sfrattati, perchè non fedeli alla linea.
Igino si oppose con forza. Ammise che c'era stata qualche esagerazione, ma introdusse nel dibattito l'idea che anche il partito doveva misurarsi con le contraddizioni che la Russia poneva. Diceva che quei giovani eravamo, sì estremisti, ma tutti figli della stessa storia (ed era vero, bastava guardare la biografia dei loro genitori) e che avevano portato delle novità che aiutavano a crescere tutti uniti. Ma la discussione durò poco, e il nostro difensore fu redarguito malamente e messo in minoranza. Poco dopo si dimise, rimanendo fedelmente dentro il partito da semplice iscritto.
Concluse il suo intervento però con una frase che porto ancora nel cuore, perchè ero lì -"Allontanare i giovani perchè non rispettano la linea del partito alla lettera è un danno; è la prova che presto finiremo"-Fu profetico.Se penso ad oggi.....
Igino dopo assere andato in pensione ha continuato ad impegnarsi nel sindacato della Cgil, sempre dalla parte degli ultimi.
Qualche settimana fa su proposta di Franco Marchetti ha accettato la candidatura di Sel. Un piccolo partito che racchiude il senso di Libertà e Giustizia Sociale, temi che già quarantanni fa lo intrigavano. Perchè l'Ulivieri, è sempre stato un uomo coraggioso, e anche questa volta l'ha dimostrato infilandosi in una lista con tante e tanti ragazzi giovani. Di alcuni potrebbe essere nonno
Per quanto mi riguarda, la campagna elettorale di Sel è dedicata a lui, insieme a un grande, grandissimo abbraccio.
In fondo alla lista di Sinistra Ecologia Libertà per le elezioni a San Giuliano Terme troverete il nome di un uomo perbene. Igino Ulivieri, classe 1938.
Il più anziano della lista e uno fra i candidati più vecchi in asssoluto.
Igino ha alle spalle una bellissima militanza nel Partito Comunista Italiano di cui, negli anni settanta, fu segretario della sezione del Lungomonte.
A proposito di quel periodo c'è una storia che ancora oggi riecheggia fra i vecchi comunisti del paese e che lo vide protagonista e sconfitto, ma profeta. Igino aveva visto lungo, il PCI di allora un po' meno.
Ecco la storia.
1976, festa dell'Unità a Molina di Quosa. L'Immagine di Togliatti dipinta dalle ragazze insieme a Uliano Martini, vigila dell'alto di un abete sulla festa.
IL Pci locale, con un atto inusuale per quei tempi "apre la festa", nel senso che affida alcune serate del programma, ad un gruppo di giovani "comunisti" non tesserati, nè riconducibili a discipline di partito che allora erano di moda.Un atto coraggiosissimo per l'epoca e sorvegliato a vista dai capi bagnaioli.
Va ricordato che erano passate poche settimane dalla "risciacquata" presa alla festa dell'Unità di San Giuliano, solo perchè alcuni giovani estremisti locali si erano macchiati del "delitto" di aver gridato alla fine di uno spettacolo politico, Viva Marx Viva Lenin Viva Mao Tze Tung e non Viva Berlinguer, come invece esigevano i comandanti dei Bagni. Risultato espulsione fisica dalla festa, passando per il ponticello del Parterre e qualche pattone volante.
A Molina no! Igino voleva dare l'esempio che il Pci si stava aprendo. Con lui a guidare la pariglia e a sostenere quella strada, il grande Sfingi Benito Vittorio detto il Tonfo.
Insomma dopo tanti tira e molla il programma del PCI del Lungomonte era diventato molto libertario e al suo interno avevano avuto accesso molte culture. Di sinistra ovviamente, e comuniste nell'accezione più larga, come andava di moda quel tempo. E poi il cambiamento si toccava con mano, non fosse altro perchè alla festa girava una fauna giovanile, che fino ad allora mai si sarebbe sognata di entrare.
Una serata particolare era quella dei canti popolari, che avrebbe visto protagonisti molte ragazze e ragazzi del paese. Spettacolo concordato e voluto dal Tonfo. Prova generale per mischiare generazioni diverse e "comunismi ", come diceva il vecchio Benito Vittorio.
Le prove della serata venivano fatte nella sezione del Pci. Ogni canzone era introdotta da una lettura.
Igino e Tonfo sentivano cantare mentre si occupavano di "salsicce e rostinciane" e gongolavano; volevano dimostrare che i loro ragazzi, pur non essendo organici al partito, rappresentavano comunque un pezzo di futuro della Sinistra a San Giuliano Terme. E avevano visto lungo...
La sera dello spettacolo la spiazzo ai giardini delle Covinelle si riempì di tante persone. Erano presenti anche amministratori di allora e il segretario comunale.
Il programma prevedeva una serie di canzoni figlie della storia della Resistenza, mischiate a canzoni delle lotte del sessantotto e poi alcuni brani di cantautori italiani. In particolar modo De Andrè e Guccini.
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Tutto filava liscio, anche se alcune canzoni per la verità erano un po' forzate, per un luogo "sacro" come la festa dell'Unità.
Parlare di rivoluzione o di "mondo che sta esplodendo" affannava qualche dirigente venuto da fuori, ma nessuno batteva ciglio.
Poi, fu annunciato Guccini.
Piccola storia ignobile, una canzone a favore dell'aborto introdusse un tema difficile; ma il colmo fu raggiunto quando fu presentato il brano Primavera di Praga, accompagnato da una durissima critica alla Russia. Dirittti negati, gulag, ospedali psichiatrici,libertà di stampa e di opinione, stalinismo, deportazioni. Fu detto che quello non era il Comunismo che tutti sognavano.
Non dimenticate che quelli erano ancora i tempi che l'Arci aveva come fiore all'occhiello le famose gite Mosca- Leningrado e che non c'era militante comunista che non fosse stato in Russia o sognasse di andarci.
Che la presentazione della canzone non fu gradita, fu percepito subito anche dal palco, perchè i capataz esteri, lasciarono la platea prima della fine della canzone. Lo spettacolo però proseguì e a parte alcuni imbarazzi, ebbe successo. Il popolo comunista concluse la serata cantando in piedi l'Internazionale, Viva Marx Viva Lenin Mao Tze Tung e Berlinguer......
Ma dopo lo spumante, fu dura per tutti.
Per i dirigenti locali che si disperavano per l'incidente, che aveva visto "i vertici" andarsene di fronte alla critica a Mosca e per quei giovani,che eravamo dispiaciuti per la sorte politica che sarebbe toccata ai compagni locali che avevano dato loro fiducia. Su una cosa però quei giovani erano irremovibili: il diritto e la libertà di denunciarequello che accadeva in Russia. e nei paesi dell'est
L'indomani, dirigenti locali e giovani, furono convocati alla sezione comunista e un burocrate (perdutosi presto nei meandri di certo riformismo inguardabile) venuto da lontano, comunicò con cipiglio, che il gruppo non avrebbe potuto più usare i locali del Pci per le attività. Sfrattati, perchè non fedeli alla linea.
Igino si oppose con forza. Ammise che c'era stata qualche esagerazione, ma introdusse nel dibattito l'idea che anche il partito doveva misurarsi con le contraddizioni che la Russia poneva. Diceva che quei giovani eravamo, sì estremisti, ma tutti figli della stessa storia (ed era vero, bastava guardare la biografia dei loro genitori) e che avevano portato delle novità che aiutavano a crescere tutti uniti. Ma la discussione durò poco, e il nostro difensore fu redarguito malamente e messo in minoranza. Poco dopo si dimise, rimanendo fedelmente dentro il partito da semplice iscritto.
Concluse il suo intervento però con una frase che porto ancora nel cuore, perchè ero lì -"Allontanare i giovani perchè non rispettano la linea del partito alla lettera è un danno; è la prova che presto finiremo"-Fu profetico.Se penso ad oggi.....
Igino dopo assere andato in pensione ha continuato ad impegnarsi nel sindacato della Cgil, sempre dalla parte degli ultimi.
Qualche settimana fa su proposta di Franco Marchetti ha accettato la candidatura di Sel. Un piccolo partito che racchiude il senso di Libertà e Giustizia Sociale, temi che già quarantanni fa lo intrigavano. Perchè l'Ulivieri, è sempre stato un uomo coraggioso, e anche questa volta l'ha dimostrato infilandosi in una lista con tante e tanti ragazzi giovani. Di alcuni potrebbe essere nonno
Per quanto mi riguarda, la campagna elettorale di Sel è dedicata a lui, insieme a un grande, grandissimo abbraccio.