Tom Benetollo, l’ostinata rivoluzione di un giardiniere
Da bravo padovano ti chiamavi Antonio. Ma per tutti, tranne tua mamma, sei sempre stato Tom.
Il nome te lo eri scelto da bambino, figlio di ferroviere e famiglia di contadini. La tua casa, a Peraga di Vigonza, confinava con il grande parco della villa padronale del paese. Un giorno il figlio dei signori ti aveva intimato: «devi obbedirmi, perché io sono Tom Bettanini». In realtà anche il suo nome era Antonio — lo chiamavano così per snobismo di classe. E tu gli avevi risposto: «Di qui non mi muovo, se tu sei Tom Bettanini allora io sono Tom Benetollo». Ti eri cambiato il nome in un secondo, te lo sei tenuto per tutta la vita e ne andavi orgoglioso. Del resto, la resistenza all’arroganza del potere l’hai praticata e predicata per tutta la vita.
La relazione al tuo ultimo congresso dell’Arci nel 2002 si concludeva con una citazione di Al Ghazali, filosofo mediovale persiano: «Devi evitare di frequentare principi e sultani, perché dalla loro compagnia e frequentazione deriva gran danno. Ma se sei obbligato a frequentarli, evita complimenti e adulazioni, poiché Iddio l’Altissimo si adira quando vengono lodati malvagi ed oppressori»..........