Sono colpito dalla tenacia di mia figlia.
Affronta i possenti esami di medicina con una dedizione allo studio che non ha regole.
E va avanti. Ha finito tutti gli esami del terzo anno. E' tosta, si farà. Sono certo che sarà un buon medico.
Ha anche uno spiccato senso di giustizia, che non è male.
Tutta sua madre, anch'essa sempre con la guardia alta; il senso per la giustizia e la difesa dei più deboli spiccata. E una dedizione al lavoro e al "pubblico", che commuove.
Avrà perso dieci giorni di lavoro in tutta la sua carriera.
E ha trovato il verso, un po' di anni fa, di prendere una seconda laurea a Trieste.
Si è occupata con passione di disagio e lo stesso fa ora con i libri, in biblioteca comunale.
Mentre penso alle mie eroiche belle ragazze, ripercorro la mia vita a ritroso.
Ho fatto cose di grande passione (e ringrazio chi ha avuto fiducia in me), faticose e impegnative, ma non ho mai programmato una carriera. In questo sono un portatore sano di "scombiccheratezza". Ho preso decisioni difficili. Sono uno che sa prendersi responsabilità senza essere incosciente.
Ho approfondito Sun Zu e sono un teorico della via di fuga.
Ho avuto in mano il Potere, ma finito il mio turno della gestione del bene pubblico, l'ho restituito come me l'hanno dato (leggetevi la storia del priore francescano e gli abati).
Sono lontano però mille miglia, dalla dedizione e dalla tenacia delle mie donne.
Se l'avessi avuta sommata ai"virtuosismi", mi dice qualche amico caro, avrei spaccato il mondo. Meglio così; a me di "spaccare " non interessa per niente.
Non mi sono laureato, mi mancava pochissimo, perché a un certo punto non mi è interessato più, ma mio padre non l'ha mai capito (e penso che avesse ragione, quando me ne chiedeva conto, con delicatezza).
Ho studiato tanto lo stesso però, forse molto di più che prendere una laurea, ma è servito solo a me.Ho imparato l'urbanistica, le politiche sulla mobilità e le leggi sul personale. Gli appalti e il sistema scolastico.Mi sono fatto una conoscenza di cose che da ragazzo non avrei mai creduto. Ho amministrato "la cosa pubblica", il bene di tutti. Un onore. E l'ho fatto essendo scelto dalla gente.Ho continuato a corteggiare la letteratura, con garbo, per stare bene. Non ho mai smesso di scrivere filastrocche, come ai tempi di Arciragazzi. Sto mollando con la politica perché non ho più la tenacia della battaglia. Non mi garba più il clima, diciamo la verità. Continuo però a innamorarmi di tutto come dice il poeta e soprattutto se non ci "fosse la ragione" e il senso di responsabilità che mi ha insegnato un barbiere di provincia (mio padre), oggi sarei il vero prototipo del perdigiorno. Perché sia chiaro, l'indole è quella.
Studiare cosa mi pare e viaggiare dove voglio, mi piace da morire. Soprattutto conoscere le storie delle persone.
Amo oziare, conversare e "perdere tempo", che per me non lo è; e non mi sento in colpa. E appena posso lo faccio con militanza.
E' chiaro che tutto questo non "aiuta la carriera". ma a tutto c'è un prezzo da pagare.
Poi mi infilo in battaglie impossibili. L'ultima, sostenere le cooperative antimafia e questo mi fa stare bene. Conoscere gente nuova, coraggiosa e umile. Volontariato allo stato puro.
Sono un dipendente della scuola, faccio l'assistente di laboratorio. Un lavoro che mi cadde addosso trent'anni fa e che mi ha salvato la vita nei momenti difficili. Me la salva tuttora.
Un collega esperto, mi ha fatto i conti. Devo lavorare ancora dodici anni, per raggiungere la pensione che sarà di "tre lire". Ne ho 56. Una vita ancora e non mi posso permettere di fare programmi a breve. E questo lo sapevo. Serve un' invenzione che mi stimoli per almeno altri dieci anni. Ci sto lavorando.
Sono cresciuto pensando prima a fare le cose che mi piacevano, chiedendo solo in un secondo momento, quanto guadagnassi.
Anche quando sono diventato Sindaco, non sapevo quanto avrei guadagnato, e per quanto mi riguarda sono stato retribuito dignitosamente, ma certamente sono lontano dalla logica di chi invece oggi (e ci sono) punta a fare l'assessore per arrotondare lo stipendio (ohibò!). Ho vissuto di quello che mi spettava e mi spetta, sempre. Di quello che basta, pur di fare cosa mi piace.
Non ho mai battuto ciglio quando mi hanno detto di contribuire economicamente alla politica, versando mensilmente una quota del mio stipendio.
Perché credo che la politica vada finanziata, sennò la fa solo chi ha i soldi; che è altra cosa dell'abusare della politica per fare soldi.
Ho un sogno che spero un giorno di poter mettere in pratica. Vivere scrivendo filastrocche accontentandomi di un vitalizio. Fosse la pensione minima che mi toccherà o il lascito di qualche "mecenate che mi vuole bene". Potrei fare domanda per l'applicazione della legge Bachelli, che sostiene gli artisti in povertà. In fondo continuando a "rincorrere i profumi della vita", un po' artista mi sento.E dannatamente gaudente, avendo la certezza che la vita è una sola e il futuro è oggi.
"La vita è troppo breve per bere vino scadente" è scritto su un cartelletto che staziona nella mia cucina. Mai detto fu più vicino alle mie aspettative.
E poi l'anima che ti sorregge, quella vera....Mai come in questo periodo vive in me forte l'idea che mi sono fatto da tempo; di essere nobile senza mai averlo saputo ufficialmente.Di essere trisnipote illegittimo di uno dei conti scapestrati del Lungomonte gentilizio. Il cognome Degli Esposti di mia nonna Varalda, figlia di Giuseppe "trovatello", ne è la conferma. E siccome è vero quello che si sente, essendo io come i nobili di campagna, uno spirito libero, nobile mi sento.
Avanti quindi incontro alla Sinistra di bellezza col cuore rosso di passione che batte in alto a sinistra e che pompa sangue blu. Caratteristica che non guasta, in questo mondo che non si fa piacere come un tempo.
Sono passatista, anche se non disdegno chi "spara alla luna".