lunedì 29 ottobre 2012

Intervista a "Il Tirreno" 25 ottobre 2012








Non mi ricandido più: la mia carriera di amministratore finisce qui, dopo quasi 23 anni belli e intensi. Largo alle nuove generazioni”.




Gabriele Santoni scatta in avanti e saluta la compagnia. L’attuale secondo mandato di assessore provinciale sarà comunque la sua ultima tappa su una “poltrona”. Tra l’altro la chiusura sarà anticipata e avverrà nel momento in cui in ogni Provincia – dopo il riordino voluto dal governo - arriverà il commissario e sparirà la giunta. Ma il punto è un altro, ovvero se esista o meno un’alternativa già pronta. Infatti c’è chi dice: Santoni è in corsa per (ri)diventare sindaco di San Giuliano Terme. “Assolutamente no”, ribatte. Allora vuol dire che Santoni è in corsa per entrare eventualmente nella prossima giunta Filippeschi. “No, io ho chiuso”.


E così, di fatto, Santoni si auto-rottama (come amministratore, non come “appassionato di politica”), peraltro poco più che 50enne, essendo nato a San Giuliano nel 1958. L’ex sindaco, e (a breve) ex amministratore, un lavoro ce l’ha comunque: tecnico di laboratorio scolastico all’istituto“Santoni”.


La sua storia nella politica “adulta” inizia negli anni Ottanta: è stato tra i fondatori, dell’Arciragazzi di Pisa (la mia esperienza più bella). Nel 1990 viene eletto nel consiglio comunale di San Giuliano nelle lista del Pci, ricoprendo il ruolo di assessore alla cultura fino al 1993. Dal 1993 al 1995 è capogruppo per il Pds. Nel 1995 è eletto sindaco di San Giuliano, carica che ricopre fino al 2004. Nello stesso anno è eletto consigliere provinciale per i Ds e chiamato a ricoprire l'incarico di assessore ai lavori pubblici. Quindi il passaggio in Sel. Nel 2006 ha fondato a Pisa il coordinamento provinciale antimafia degli enti locali che aderisce ad Avviso Pubblico, associazione nazionale di cui è membro dell'ufficio di presidenza.


Santoni, questo è un annuncio ufficiale?


“E’ un po’ che ho maturato questa idea. Sono consapevole di essere giunto a compimento di un’esperienza. Solo se le Province avessero avuto un altro destino, ovvero senza questo riordino, mi sarei proposto per fare le primarie per il candidato presidente della Provincia di Pisa. Ora non farò altro”.


Qual è stata la molla?


“Un amico che non vedevo da un po’ mi ha chiesto: come va? Tanto te sei sistemato. E no: non ci si sistema con la politica. Quest’aria che si respira, che tutti quelli che fanno i politici o gli amministratori sono come “certi” politici o amministratori, non mi va giù. Non siamo tutti così”.


Basta questo per fare un passo indietro?


“Ci ho pensato, e mi sembra corretto. Sono quasi 23 anni che faccio l’amministratore, è giusto che subentrino le nuove generazioni. Il mondo è cambiato, i giovani hanno categorie interpretative più veloci, dunque forse più adeguate”.


Erano in tanti a dire: Santoni tornerà a fare il sindaco di San Giuliano, o con Sel o rientrando nel Pd…


“E invece non mi ricandido, e basta. Liberiamo il campo da ogni illazione. A San Giuliano credo che il rinnovamento debba avvenire attraverso una figura che guardi al futuro. Ma che unisca” e non divida, sia chiaro.


Detta così, sembra già avere in mente un nome…


“No, non ho ricette pronte e poi non spettano a me. Voglio bene a San Giuliano e, in quest’ottica, il mio auspicio è vedere un centrosinistra che porti dentro la storia e le radici del mio comune”.


Certo che un posto in giunta a Pisa, nel caso di ingresso di Sel, potrebbe dare nuovi stimoli: le voci giravano…


Sono sangiulianese, anzi, “sono un molinese doc, e sulla mia Molina di Quosa sto scrivendo un librino di racconti che spero uscirà entro l’anno. Troverei inopportuno il passaggio a Pisa”.


Le Province stanno per chiudere: un brusco stop alla carriera da amministratore…


“In questo trovo altre molle per smettere. Porterò a compimento al meglio il mio incarico di assessore provinciale. Guadagno poco più di 2.000 euro al mese (12 mensilità) e il resto, circa 4.200 euro netti, lo giro al partito. Questa storia di quanto si prende è un altro segno dei tempi: mai avrei pensato di dovermi giustificare. Anche questo mi intristisce”.


Curioso: alle “nuove”Province resteranno proprio le sue deleghe, strade e trasporti…


“Sì, ma come? Con i provvedimenti del governo Monti, due deleghe così importanti non avranno un soldo nei rispettivi capitoli di spesa. Riorganizzare le Province può avere una logica: il modo in cui sta avvenendo ne ha molto meno. Si provocano danni alle comunità. Ce ne renderemo conto quando i pullman, per fare un esempio, non passeranno più”.


La passione per la politica non va via: come la concretizzerà?


“Ho creato un assessorato alla legalità, contro le mafie e la corruzione, e ne sono orgoglioso. Non è un caso che il codice etico sia nato a Pisa. Mi faccio da parte consapevole che ci sia già una generazione nell’area pisana in grado di amministrare, anche nel mio partito. Per quanto mi riguarda, svilupperò e intensificherò i rapporti dei Comuni con Libera e Avviso Pubblico”.


E la politica vera e propria?


“Per quella sto lavorando anche ora, con intensità. Vorrei un risultato importante per Nichi Vendola alle primarie, così da costruire una nuova cultura nel centrosinistra imperniata sui diritti sociali, sull’attenzione ai meno abbienti. Il tutto dentro una cultura di governo, sia chiaro”.


Intanto tornerà a lavorare, a scuola…


“Se ne riparlerà per il prossimo anno scolastico. Per andare in pensione devo ancora lavorare un pò. La politica mi ha assorbito molto: mi mancavano pochi esami alla laurea quando ho smesso di studiare. Per la politica ho fatto sacrifici. Sono tecnico scolastico, avendo sempre avuto l’idea che non si può fare politica senza avere un lavoro. Ma nemmeno si può fare politica, la buona politica, a scappatempo. Quando sono diventato sindaco mi sono messo in aspettativa”.


Ma Sel come dovrebbe comportarsi davanti all’anomalia pisana, visto che lei, al contrario, è nella compagine di governo della Provincia?


“Il mio auspicio è che si possa impostare un vero centrosinistra di governo. La sinistra, dentro il centrosinistra, se lavora bene può spostare l’asse su certi temi del sociale e non solo. Il mio ragionamento riguarda tutta l’area pisana. Credo che la grande generosità di Vendola a livello nazionale verso il centrosinistra debba essere una bussola per tutti, anche a Pisa; dal sindaco ai partiti. Serve coraggio e soprattutto per fare un accordo tutti devono rinunciare a qualcosa. Con questo non voglio dettare la linea a nessuno, né voglio dire quello che si deve fare, ma di sicuro un centrosinistra diviso provoca più problemi al futuro dell’area pisana e alle nuove generazioni.


Intervista a cura di Francesco Loi