Gabriele
Santoni
scatta in avanti e saluta la compagnia. L’attuale secondo mandato di assessore
provinciale sarà comunque la sua ultima tappa su una “poltrona”. Tra l’altro la
chiusura sarà anticipata e avverrà nel momento in cui in ogni Provincia – dopo
il riordino voluto dal governo - arriverà il commissario e sparirà la giunta. Ma
il punto è un altro, ovvero se esista o meno un’alternativa già pronta. Infatti
c’è chi dice: Santoni è in corsa per (ri)diventare sindaco di San Giuliano
Terme. “Assolutamente no”, ribatte. Allora vuol dire che Santoni è in corsa per
entrare eventualmente nella prossima giunta Filippeschi. “No, io ho
chiuso”.
E
così, di fatto, Santoni si auto-rottama (come amministratore, non come
“appassionato di politica”), peraltro poco più che 50enne, essendo nato a San
Giuliano nel 1958. L’ex sindaco, e (a breve) ex amministratore, un lavoro ce
l’ha comunque: tecnico di laboratorio scolastico
all’istituto“Santoni”.
La
sua storia nella politica “adulta” inizia negli
anni Ottanta: è stato tra i fondatori, dell’Arciragazzi di Pisa (la mia
esperienza più bella). Nel 1990 viene eletto nel consiglio comunale di San
Giuliano nelle lista del Pci, ricoprendo il ruolo di assessore alla cultura fino
al 1993. Dal 1993 al 1995 è capogruppo per il Pds. Nel 1995 è eletto sindaco di
San Giuliano, carica che ricopre fino al 2004. Nello stesso anno è eletto
consigliere provinciale per i Ds e chiamato a ricoprire l'incarico di assessore
ai lavori pubblici. Quindi il passaggio in Sel. Nel 2006 ha fondato a Pisa il
coordinamento provinciale antimafia degli enti locali che aderisce ad Avviso
Pubblico, associazione nazionale di cui è membro dell'ufficio di
presidenza.
Santoni,
questo è un annuncio ufficiale?
“E’
un po’ che ho maturato questa idea. Sono consapevole di essere giunto a
compimento di un’esperienza. Solo se le Province avessero avuto un altro
destino, ovvero senza questo riordino, mi sarei proposto per fare le primarie
per il candidato presidente della Provincia di Pisa. Ora non farò
altro”.
Qual
è stata la molla?
“Un
amico che non vedevo da un po’ mi ha chiesto: come va? Tanto te sei sistemato. E
no: non ci si sistema con la politica. Quest’aria che si respira, che tutti
quelli che fanno i politici o gli amministratori sono come “certi” politici o
amministratori, non mi va giù. Non siamo tutti così”.
Basta
questo per fare un passo indietro?
“Ci
ho pensato, e mi sembra corretto. Sono quasi 23 anni che faccio l’amministratore, è
giusto che subentrino le nuove generazioni. Il mondo è cambiato, i giovani hanno
categorie interpretative più veloci, dunque forse più adeguate”.
Erano
in tanti a dire: Santoni tornerà a fare il sindaco di San Giuliano, o con Sel o
rientrando nel Pd…
“E
invece non mi ricandido, e basta. Liberiamo il campo da ogni illazione. A San
Giuliano credo che il rinnovamento debba avvenire attraverso una figura che
guardi al futuro. Ma che unisca” e non divida, sia chiaro.
Detta
così, sembra già avere in mente un nome…
“No,
non ho ricette pronte e poi non spettano a me. Voglio bene a San Giuliano e, in
quest’ottica, il mio auspicio è vedere un centrosinistra che porti dentro la
storia e le radici del mio comune”.
Certo
che un posto in giunta a Pisa, nel caso di ingresso di Sel, potrebbe dare nuovi
stimoli: le voci giravano…
Sono
sangiulianese, anzi, “sono un molinese doc, e sulla mia Molina di Quosa sto
scrivendo un librino di racconti che
spero uscirà entro l’anno. Troverei inopportuno il passaggio a
Pisa”.
Le
Province stanno per chiudere: un brusco stop alla carriera da
amministratore…
“In
questo trovo altre molle per smettere. Porterò a compimento al meglio il mio
incarico di assessore provinciale. Guadagno poco più di 2.000 euro al mese (12
mensilità) e il resto, circa 4.200 euro netti, lo giro al partito. Questa storia
di quanto si prende è un altro segno dei tempi: mai avrei pensato di dovermi
giustificare. Anche questo mi intristisce”.
Curioso:
alle “nuove”Province resteranno proprio le sue deleghe, strade e
trasporti…
“Sì,
ma come? Con i provvedimenti del governo Monti, due deleghe così importanti non
avranno un soldo nei rispettivi capitoli di spesa. Riorganizzare le Province può
avere una logica: il modo in cui sta avvenendo ne ha molto meno. Si provocano
danni alle comunità. Ce ne renderemo conto quando i pullman, per fare un
esempio, non passeranno più”.
La
passione per la politica non va via: come la concretizzerà?
“Ho
creato un assessorato alla legalità, contro le mafie e la corruzione, e ne sono
orgoglioso. Non è un caso che il codice etico sia nato a Pisa. Mi faccio da
parte consapevole che ci sia già una generazione nell’area pisana in grado di
amministrare, anche nel mio partito. Per quanto mi riguarda, svilupperò e
intensificherò i rapporti dei Comuni con Libera
e Avviso Pubblico”.
E
la politica vera e propria?
“Per
quella sto lavorando anche ora, con intensità. Vorrei un risultato importante
per Nichi Vendola alle primarie, così da costruire una nuova cultura nel
centrosinistra imperniata sui diritti sociali, sull’attenzione ai meno abbienti.
Il tutto dentro una cultura di governo, sia chiaro”.
Intanto
tornerà a lavorare, a scuola…
“Se
ne riparlerà per il prossimo anno scolastico. Per andare in pensione devo ancora
lavorare un pò. La politica mi ha assorbito molto: mi mancavano pochi esami alla
laurea quando ho smesso di studiare. Per la politica ho fatto sacrifici. Sono
tecnico scolastico, avendo sempre avuto l’idea che non si può fare politica
senza avere un lavoro. Ma nemmeno si può fare politica, la buona politica, a
scappatempo. Quando sono diventato sindaco mi sono messo in
aspettativa”.
Ma
Sel come dovrebbe comportarsi davanti all’anomalia pisana, visto che lei, al
contrario, è nella compagine di governo della Provincia?
“Il
mio auspicio è che si possa impostare un vero centrosinistra di governo. La
sinistra, dentro il centrosinistra, se lavora bene può spostare l’asse su certi
temi del sociale e non solo. Il mio ragionamento riguarda tutta l’area pisana.
Credo che la grande generosità di Vendola a livello nazionale verso il
centrosinistra debba essere una bussola per tutti, anche a Pisa; dal sindaco
ai partiti. Serve coraggio e soprattutto per fare
un accordo tutti devono rinunciare a qualcosa. Con questo non voglio dettare la linea a
nessuno, né voglio dire quello che si
deve fare, ma di sicuro un centrosinistra diviso provoca più problemi al futuro dell’area
pisana e alle nuove generazioni.
Intervista
a cura di Francesco Loi