giovedì 18 ottobre 2012

Serata di bellezza

Un gruppo di giovani scout, ragazze e ragazzi  di Pontedera, attraverso uno dei suoi "capi" amico mio, mi invita a parlare di antimafia sociale e sostegno alle cooperative che lavorano le terre confiscate.
Verranno loro a Pisa.
Chiedo -"Dove ci troviamo?"
-"In fossabanda dai frati, alle otto di sera  e facciamo durare l'incontro fino alle dieci  perchè un quarto d'ora dopo, abbiamo il treno per tornare".
Fanno tutto loro; sono studenti delle scuole superiori accompagnati da due  "capi", miei coetanei. Uno è il mio amico, l'altra una ragazza gentile, che saluta il giovane frate che ci accoglie, con una fratellanza e un modo di fare, figli "della semplicità che (in questa politica ) è difficile a farsi". 
L'incontro, è  in un posto semplice e  bellissimo che non avevo mai visitato, il convento; il fratino sorridente, ci accompagna tutti in una stanza e ci saluta. I ragazzi tirano fuori pasta fredda, acqua, coca-cola e polpettine fritte (buonissime) spunta anche un salame e alla fine un grandioso dolce di cioccolato fatto da uno dei ragazzi. Parliamo di tutto con leggerezza e passione, di giustizia sociale e come rinnovare la politica; dell'inutilità (che annienta i partiti) del vincere a tutti i costi, che allontana gli ideali e alimenta i voti di scambio. Di codice etico e amministratori in prima linea, di appalti. Di buone prassi, di don Ciotti e Libera e Avviso Pubblico. Di carovane antimafia e impegno volontario. Di don Armando, che conoscono bene.
Le domande sono infinite; le due ore passano velocemente senza che  nessuno se ne accorga; alle dieci tutti in piedi, il treno non aspetta.
Baci abbracci e l'impegno a risentirci.
La buone  ragioni (politiche) non si perdono mai di vista e devono essere precise anche negli orari.
Che serata di bellezza!!!
gs

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.”

(Peppino Impastato)