A Genova per ricordare gli amministratori locali uccisi dalle mafie
Quest’anno, a Genova, il 17 marzo, marciando lungo le strade della città con le nostre fasce tricolori e i gonfaloni dei comuni, delle province e delle regioni, come Avviso Pubblico penseremo alle quarantasei vittime di mafia che dalla fine dell’800 ad oggi sono state assassinate in quanto funzionari della pubblica amministrazione e amministratori locali. Ricorderemo queste donne e questi uomini che non si sono piegati all’arroganza e alle intimidazioni criminali, pagando un prezzo altissimo, per difendere la loro dignità, la loro comunità e il nostro Paese.
Ricorderemo queste persone camminando a fianco non solo dei famigliari di tutte le vittime innocenti delle mafie, ma anche insieme a sindaci, assessori e consiglieri che ancora oggi sono nel mirino della criminalità organizzata. Soltanto nel 2010, come abbiamo documentato con il nostro rapporto intitolato Amministratori sotto tiro, sono stati più di duecento gli amministratori locali oggetto di episodi intimidatori. Sono donne e uomini normali, che non percepiscono lauti ed ingiustificati compensi, che non hanno alcuna auto blu e, spesso, nemmeno una scorta che li protegge. Queste donne e questi uomini si trovano sia al Sud che nel Nord d’Italia e sono la dimostrazione concreta che tuttora, per diversi cittadini, la politica è ancora un servizio per il bene comune, un’azione indispensabile per costruire condizioni di legalità democratica, di partecipazione e di giustizia ed eguaglianza sociale.
La politica ha avuto, ed ha, un ruolo fondamentale nel lotta per la sconfitta delle mafie. Selezione ed elezione di candidati onesti e competenti, promulgazione di buone leggi, stanziamento di risorse adeguate ai soggetti impegnati sia sul versante repressivo che preventivo, sono compiti primari della politica. Di una politica che ha a cuore la democrazia e la libertà.
In Italia, purtroppo, è esistita, ed esiste, anche un pezzo di politica che con i mafiosi ha fatto accordi: voti in cambio di affari ed impunità. Tra i tanti dati che lo testimoniano, citiamo soltanto quelli relativi agli scioglimenti dei comuni per infiltrazioni mafiose: più di 200 dal 1991 ad oggi. E non solo nel Mezzogiorno. Anche al Nord, in terra di Liguria, negli ultimi undici mesi sono stati sciolti due comuni: Bordighera e Ventimiglia.
Avviso Pubblico, insieme ad altre associazioni, si è battuta con tutte le sue forze perché nel Codice antimafia, recentemente approvato, fosse introdotta ed approvata la modifica dell’articolo 416-ter del codice penale, una norma che definisce e sanziona il voto di scambio politico-mafioso. Questo non è accaduto, ma il nostro impegno per il cambiamento di questa legge non è mai cessato e continuerà anche nei prossimi mesi.
Negli ultimi tempi, la nostra rete di enti locali ha portato a compimento due azioni concrete. Da una parte, Avviso Pubblico ha contribuito, insieme a Libera, a raccogliere più di un milione di firme per sostenere la campagna “Corrotti”, con la quale chiediamo al Presidente della Repubblica di sollecitare il legislatore a promulgare una serie di leggi che possono migliorare la prevenzione e il contrasto alla corruzione.
In secondo luogo, il 27 febbraio 2012, alla sala stampa della Camera dei deputati, abbiamo presentato la Carta di Pisa, un codice etico-comportamentale indirizzato agli amministratori e agli enti locali che intendono rafforzare la loro azione di trasparenza e di legalità all’interno della pubblica amministrazione e sui territori nei quali essi hanno delle responsabilità.
La strada per la sconfitta delle mafie, della corruzione e del malaffare è ancora lunga. Ma noi abbiamo iniziato a camminare sulla strada dell’impegno responsabile, coscienti di non essere soli.
Ufficio di Presidenza Avviso Publico