Aquilante da Buti |
Raccolte 200.000 firme
mentre a Pisa Forza Nuova, che si è opposta a questa campagna, tenta alla zitta una manifestazione e pare anche che l'abbia fatta.....
Ma tante e troppo belle, sì belle.... sono le ragioni democratiche per respingere atteggiamenti fascisti, xenofobi e razzisti. Senza bisogno di esagerare.... basta credere nella bellezza come ci diceva Peppino Impastato quando eravamo più giovinastri.
E a proposito di bellezza...
L'Associazione Avviso Pubblico ha raccolto l'appello lanciato da Giovanni Impastato e dall'Associazione "Casa Memoria Impastato", organizzando a Cinisi il 9 Maggio una giornata in ricordo dei 34 anni trascorsi dall'uccisione di Peppino Impastato.
Sono tanti i Comuni, le città dove una piazza , una strada, una biblioteca o qualche giardino portano il nome di Peppino Impastato e sono tante le persone che hanno lottato fino in fondo per raggiungere questo obiettivo.
Essere presenti a Cinisi significherà consolidare queste piccole ma importanti certezze, diffondere nella gente quella fiducia spesso perduta nei confronti delle istituzioni, necessaria perchè queste conservino la loro sostanza democratica.
I Sindaci e i Rappresentanti delle Istituzioni percorreranno i "I CENTO PASSI" che separano Casa Memoria da Casa Badalamenti, camminando con le loro fasce tricolori accanto ai tanti giovani che ogni anno arrivano a Cinisi da tutta Italia, non solo per ricordare la figura di Peppino, il suo pensiero e la sua lotta per la difesa dei diritti di tutti, ma per sostenere i valori della legalità democratica e costituzionale.
E il coordinamento provinciale antimafia della Provincia di Pisa, sarà presente.
Flash della settimana
Tre righe della Mangusta (il giovane Holden)
Una presentatrice, in uno di quei pomeriggi affollati di programmi spaventosi, si presentò non molto tempo fa con una maglietta molto eloquente: "Dalla non è un cantante è un consiglio". Poveretta.
Ciao Lucio, "e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò".
http://www.youtube.com/watch?v=rJlKYTSuFgU
E una bella pagina di Pietro Cuzzola
L'8 Marzo, in Calabria
molti festeggeranno pensando a Lea, Giuseppina e Maria Concetta.
Lea, Maria Concetta e Giuseppina, sono tre donne che hanno deciso di ribellarsi alla loro famiglia mafiosa, e per questo hanno pagato. Il giornale calabrese "Quotidiano della Calabria" ha lanciato una campagna per dedicare a loro la festa delle donne.
Da alcune settimane il suo direttore, Matteo Cosenza, ha lanciato dalle colonne del giornale la campagna
"Tre foto e una mimosa", in vista dell'8 marzo
Lea è stata sciolta in 50 litri di acido.
Maria Concetta si è tolta la vita da sola suicidandosi sempre con l'acido.
Giuseppina si è salvata per un soffio dalla sua stessa famiglia che la voleva morta ed ora sta testimoniando contro i Pesce-Bellocco al maxi processo "All Inside".
Tre donne unite da un solo filo conduttore: sono nate e cresciute in famiglie di 'ndrangheta, fin quando non hanno deciso di dire basta, di ribellarsi e di passare dalla parte dello Stato. Collaboratrici di giustizia in terra calabrese dove il pentitismo è raro, quasi unico poi, il pentimento di una donna.
In un suo editoriale il direttore del “Quotidiano della Calabria”, dice: "Nascono in ambienti tristi, vivono infelici anche perché la morte dispensata senza pietà è un boomerang sempre in movimento, ed hanno un futuro amarissimo. Ecco perché dobbiamo inchinarci davanti a Giuseppina, Maria Concetta e Lea. Nonostante tutto sono riuscite a capire che vivevano nel male e hanno trovato il coraggio di dire: basta, non deve andare così, noi e i nostri figli dobbiamo vivere in pace e non in una guerra perenne" .............. "Hanno pagato un prezzo altissimo, ma lo pagheranno ancora di più se saranno dimenticate e il loro esempio non diventerà un patrimonio collettivo che rigenera in bene e felicità le azioni della gente di questa terra. Facciamole diventare l'immagine di una Calabria combattiva e positiva, di quella bella Calabria che tutti vorremmo e che purtroppo non c'è".
Grazie a questa iniziativa, in Calabria continuano ad arrivare centinaia di adesioni di associazioni, sindacati e movimenti; ogni realtà sta organizzando il suo 8 Marzo nel nome di Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce.
La 'ndrangheta ha le sue regole, le donne non si toccano, e se proprio bisogna punirle, a farlo devono essere i propri padri, i fratelli o i mariti. E' la legge, legge mafiosa ovviamente.
Lea, Giuseppina e Maria Concetta hanno deciso di liberarsi dal cappio di quelle regole mafiose, sperando in un futuro migliore e una terra diversa per loro e per i propri figli.
E ora le notizie al volo della settimana
Bello spettacolo a Cascina di Pippo Del Bono
Dopola Battaglia
Lou Reed compie Settantanni
auguri
Crepe al cantiere sesta porta
Appello perchè la casa di Carmelo Bene non sia venduta e possa diventare un museo
E alla fine informatevi sul "fascicolo virtuale" di Di Pietro ai tempi di mani pulite.
L'ha raccontato in una intervista l'avvocato Spazzali.
Illuminante.
gs