E' domenica di libeccio, ma al mare si va lo stesso.
Magari solo per fare una foto alle bandiere rosse, che fioriscono sulle spiagge in tempi di vento forte.
Panini, libri, macchinona fotografica e giubbottini antivento, che fino a ieri non servivano.
Monto sul mio scooter Honda 150 SH bianco con Giovanna, pronti via.
Al semaforo sul ponte del Cep, mi fermo col rosso e mi affianca un TMax 520 Yamaha.
Nel libro di Massimigliano Smeriglio, "Suk Ovest Banditi a Roma", il T Max è la moto dei "ragazzacci" della Garbatella...
Anche questo dueruote qui accanto risponde alle caratteristiche del libro. Nero e scattoso. E' guidato da un ragazzone accigliato e palestrato. Sembra un personaggio già letto.
Il giovinastro fuma e guarda a dititto, nel vuoto. . E pieno di tatuaggi; faccio in tempo a leggere quello sul polpaccione. "Chiara", scritto in caratteri gotici.Sarà il nome della fidanzata, penso. Mi sono sempre chiesto come fanno questi tatuati quando si lasciano dalle loro dame... si strappano la pelle? Meglio per lui sarebbe che il nome stampato fosse quello della mamma, allora sarebbe eterno.
Mentre lo guardo, gira la testa. Si accorge che gli puntavo il polpaccio, dà un occhiata allo scooter, strizza la bocca, quasi a dire:-"O che mezzo c'hai!"
Scatta il verde. Accenno una ripresa modesta e subito Giov mi richiama all'ordine:-Valentino... calmati!" Nei primi 500 metri il mostro nero me ne dà 300.
Arrivo alla rotonda di San Piero. Traffico fermo. Supero di nuovo le auto in fila e quando non si passa più, mi trovo fermo affiancato al Tmax.
Questa volta riesco a leggere sul bicipite, grosso come un prosciutto, il nome Marco. Sarà il suo nome. Ma se Chiara fossse la mamma, il nome tatuato sul muscolone potrebbe essere del fidanzato... vai a capire! Quante combinazioni.
Mi riguarda, come dire-" Ci risei?"
Non dico niente, ma faccio un alzatina di spalle. Mi dispiace quasi averti ripreso, penso; mica è colpa mia se c'è la fila.
Fuma di nuovo. Ha avuto anche il tempo di accendere una sigaretta.
La fila si muove; riparte a razzo e mi semina in un battibaleno.
Nel tratto della curva delle tre buche, guido piano. Comincio a sentire il libeccio che mi viene incontro e l'odore del mare. Mi fermo anche a fare una foto. Poi arrivato quasi alla rotonda, all'apparire dei retoni sulla destra a bocca d'Arno, rivedo il motorone nero...... /fermo da una parte.
Il pilota armeggia a qualcosa. Stai a vedere che la belva ha ceduto.
Non ci posso credere. Lo affianco piano piano, ha un tatuaggio a saetta anche sul collo.
Lo guardo e gli chiedo con garbo-"Hai bisogno di qualcosa?"
Lui, alza la testa è fa un 'espressione quasi a dire-" Che cazzo vuoi"
Poi invece sorride forzato e dice-: No grazie, so di cosa si tratta, ogni tanto questo scooter di merda lo fa.Di merda, ha detto proprio così.
Saluto e vado al mare sorridendo, col mio Scooter bianco, che non offenderei mai./
In corsivo sopra, ho scritto quello che mi sarebbe garbato fosse accaduto. In realtà il finale vero e la verità, che è sempre rivoluzionaria, stanno nella parte sotto.
Eccola
"Poi, arrivato quasi alla rotonda, all'apparire dei retoni sulla destra a bocca d'Arno, rivedo il TMax nero fermo da una parte, con il ragazzone seduto sopra, che rifuma; aspetta sicuramente qualcuno: la dama, un fidanzato palestrato come lui, la mamma... Passo piano, mi guarda storto e pare mi dica:-"Arrivi ora? Gaoooooo!!!, o un lo cambi!""
g
Il mio scooter leale, mi ha comunque portato sano e salvo con Giovanna fin dentro il libeccio, a fare foto alle bandiere rosse.
Che sul mare sono bellissime.